Domani ricorrono i 60 anni dei giorni tragici di lotta che portarono alla strage di via Maqueda, in cui a Palermo persero la vita Francesco Vella, dirigente sindacale della Fillea Cgil Palermo, Andrea Gancitano, operaio edile di 19 anni, Giuseppe Malleo, 16 anni e Rosa La Barbera.
La strage del 1860
I caduti dell’8 luglio 1960 saranno commemorati domani alle ore 9, 30 dalla Cgil Palermo, dalla Fillea Cgil Palermo e dall’Anpi Palermo, in via Maqueda, all’angolo con via del Celso, dove si trova la lapide posta in occasione del cinquantesimo anniversario. Al posto del consueto corteo, quest’anno si svolgerà un flash mob: un gruppo di operai della Fillea Cgil indosseranno magliette bianche a righe blu, per ricordare i ragazzi dalle magliette a strisce che parteciparono prima allo sciopero indetto il 28 giugno 1960 dalla Cgil e poi agli eventi culminati nella repressione poliziesca dell’8 luglio, con i morti per le strade.
Flash mob
Gli edili, durante il flash mob, mostreranno una decina di stampe con le prime pagine dei giornali dell’epoca, con gli articoli e le foto dei morti e dei protagonisti delle lotte contro il governo Tambroni. E una banda dell’Anpi, diretta da Pia Montana, eseguirà alcuni pezzi. Interventi previsti del sindaco Leoluca Orlando, del segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, del segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, del presidente Anpi Palermo Angelo Ficarra.
L’Italia contro il neo fascismo
L’Italia in quei mesi scendeva in piazza contro il neofascismo che si andava affermando. E a Palermo era esplosa la lotta non solo in difesa della democrazia e della Costituzione ma anche per il lavoro. Quel giorno il centro di Palermo fu presidiato dalla polizia. Il corteo fu caricato dalle camionette della polizia spinte tra la folla e i lavoratori si difesero come poterono, con sassi e bastoni.
“Con i morti di Palermo, Licata e Catania, la Sicilia pagò un tributo di sangue altissimo – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – Fu una grande manifestazione democratica, con i ragazzi dei quartieri, operai delle campagne e dei Cantieri navali, disoccupati e la gente del sottoproletariato che manifestavano per rivendicare i loro diritti. La Cgil si pose alla guida del malcontento popolare, contro la deriva autoritaria del governo. Il clima che portò alla tragedia era quello di un grande fermento sociale, frutto di una condizione generale di arretramento che, a Palermo e in Sicilia, erano rappresentanti dal perdurare del caporalato, dai ritardi nella ricostruzione della città distrutta dalla guerra, dall’arretramento delle condizioni di lavoro nelle campagne e nelle aree industriali. Una situazione di diritti negati, non lavoro, lavoro precario, gabbie salariali, repressioni, sconfitte. Ragazzi che rivendicavano il lavoro, allora come oggi, come condizione essenziale di emancipazione, di giustizia, di libertà”.
Ripercorrere la memoria
Un percorso della memoria che la Cgil e la Fillea hanno condiviso in questi anni anche con le nuove generazioni. “Oggi avremmo ricordato questi tragici fatti in maniera diversa, se non ci fosse stata l’emergenza Covid – dichiara Piero Ceraulo, segretario Fillea Palermo – Negli ultimi decenni il sindacato ha sempre organizzato manifestazioni e iniziative, con i fari accesi sullo stato del settore costruzioni, perché tra i morti di Palermo c’è un dirigente sindacale degli edili e un operaio edile. E abbiamo sempre provato a rilanciare nella giornata del ricordo i temi aperti dell’edilizia a Palermo.
Il ricordo nelle scuole
Negli ultimi due anni abbiamo deciso di condividere questo percorso della memoria nelle scuole palermitane, nel 2018 col liceo classico Vittorio Emanuele II e nel 2019 con il liceo artistico economico Damiani Almeyda, organizzando un concorso di idee, come anello di congiunzione tra generazioni sul valore imprescindibile della memoria. Avremmo dovuto presentare un libro con gli scritti, le poesie, i saggi, i testi degli studenti dei due licei e i bozzetti premiati, che sarebbero serviti per realizzare, con la collaborazione degli edili del Coime, due installazioni permanenti in una piazza centrale della città. Un appuntamento solo rimandato”.
Addetto Stampa
Antonella Romano