L’individuo, al di là dell’anonimo concetto di “rifugiato” è al centro del lavoro del fotografo tedesco Kevin McElvaney, che con #RefugeeCameras offre una prospettiva nuova su uno dei fenomeni più drammatici e tragici del nostro tempo.
Una prospettiva che nessun fotoreporter ha mai raccontato finora. Nel dicembre del 2015, Kevin McElvaney prende un aereo dalla sua città, Amburgo, per Izmir, portando con sé 15 macchine fotografiche usa-e-getta e altrettante buste affrancate con sopra il suo indirizzo e decide di unirsi a chi sta per affrontare il viaggio verso l’Europa, fornendo ad alcuni di loro uno strumento per documentare ogni tappa dalla loro prospettiva. Sette di queste macchine sono tornate al mittente e le vivide testimonianze per immagini recuperate fanno parte oggi di questa mostra inusuale che comprende, inoltre, lavori di celebri fotografi professionisti che hanno aderito al progetto e lo sostengono. Tra questi: Jacobia Dahm, Souvid Datta, Daniel Etter,Jan Grarup, Ciril Jazbec,MacKenzie knowles-Coursin, Kai Lofferbein,Aris Messini, Espen Rasmussen, Lior Sperandeo,Nicole Tung,Patrick Witty e l’italiano Alessandro Penso.
Un’iniziativa del Goethe-Institut Palermo nell’ambito del Festival delle Letterature Migranti.
#RefugeeCameras, mostra fotografica di Kevin McElvaney, fino al 25 ottobre 2015 presso lo Spazio Living Lab, all’interno della Galleria d’Arte Moderna in piazza Sant’Anna 21, Palermo.
Visitabile dal martedì alla domenica ore 9,30-18,30. Ingresso libero.