I Sindacati inquilini scrivono a Musumeci. Un documento che sottolinea e ribadisce la centralità del settore abitativo pubblico
Sindacati inquilini scrivono a Musumeci. Le Segreterie regionali Sunia Sicet e Uniat hanno in queste settimane affrontato il tema della gestione del patrimonio abitativo pubblico in un incontro dei direttivi regionali unitari propedeutico alla presentazione di una proposta articolata che scaturirà dal confronto serrato già avviato sia tra le OO.SS. che tra competenze e associazioni. L’occasione è stata anche costituita dalla presentazione di un documento nazionale sottoscritto dalle Segreterie nazionali di Sunia Sicet e Uniat con Federcasa (l’Organizzazione degli Enti pubblici gestori), un documento che sottolinea e ribadisce la centralità del settore abitativo pubblico. Riteniamo infatti che il tema sia talmente delicato e importante come strumento del Welfare pubblico che meriti un intervento organico ed efficace. Abbiamo altresì avuto modo di esprimerci in un incontro convocato dal Presidente della Regione in merito all’art. 2 inserito nel collegato alla finanziaria che riguarda specificamente il tema dell’abitare pubblico. Pur convinti che l’attuale sistema di governance e gestione sia inefficiente ed inefficace riteniamo che un reale cambiamento richieda la predisposizione di un progetto organico che abbia come obiettivo la tutela dell’utenza e la valorizzazione del patrimonio, progetto che a nostro avviso richiede anche il confronto con le parti sociali e il dibattito e l’approvazione dell’assemblea regionale. Riteniamo comunque utile in questa fase , augurandoci che sia chiaro a tutti che tanti anni di inerzia non si riscattano con provvedimenti frettolosi e parziali così come è avvenuto con la sanatoria recentemente approvata, proporvi alcune riflessioni frutto del confronto dei direttivi unitari che costituiscono per noi la base per costruire una riforma del settore abitativo pubblico più volte sollecitata.
‘‘ I direttivi unitari nel sottolineare che una sanatoria come quella varata dall’Ars acuisce le attuali disfunzioni del sistema chiedono con forza il rilancio dell’edilizia abitativa pubblica indispensabile anche nella nostra Regione attraverso un’attenta e intelligente riforma che non si limiti a disegnare l’architettura degli enti ma guardi al buon vivere dell’utenza e alla salvaguardia del patrimonio. Che questo tema che sta da anni al centro della nostra vertenzialità regionale venga affrontato mentre ferve il dibattito nazionale sulle sorti dell’edilizia residenziale pubblica e sul modo di riproporne l’attualità e la sua natura di bene comune è sicuramente un’opportunità che va colta e affermata. Si propone che si sviluppi un confronto sul tema del diritto alla casa per i ceti sociali meno abbienti e/o in difficoltà e alla qualità del vivere e dell’abitare nei quartieri erp. Bisogna avere l’ambizione di delineare un nuovo modello di abitare sociale guardando anche alle migliori esperienze già realizzate sul territorio nazionale, per sconfiggere quell’inerzia e quel blocco d’interessi che fa della Sicilia l’unica regione in cui, nonostante le pesanti disfunzioni , non sia mai stata varata una riforma dell’attuale sistema.
La Sicilia potrebbe così dare un deciso contributo alla vertenza nazionale con una RIFORMA che a nostro avviso non può che basarsi su :
-la costituzione dell’osservatorio regionale sulla condizione abitativa previsto dalla 431/98 e mai attuato, strumento indispensabile per una efficace politica abitativa.
-Il finanziamento certo e continuo del settore da prevedere annualmente nel bilancio regionale
-Il rilancio del settore con il definitivo superamento dei piani di svendita
– l’elaborazione a livello regionale di un programma annuale di riqualificazione del patrimonio utilizzando le diverse fonti di finanziamento con l’obiettivo prefissato sia del graduale recupero di tutto il patrimonio abitativo sia dell’acquisizione di altro patrimonio pubblico riqualificato e destinato all’abitare sociale.
-la riunificazione della gestione di tutto il patrimonio pubblico (Comuni, Stato, Regione ecc.) in un determinato territorio in capo ad un unico ente
-la rivisitazione delle norme e dei regolamenti su canoni, morosità incolpevole, mobilità, accesso, auto riqualificazione ,autogestione, permanenza, decadenza
-la definizione delle carte dei servizi, della mediazione abitativa e delle commissioni paritetiche per i diritti degli utenti
-il decentramento della gestione , dei servizi e il potenziamento del coordinamento regionale per la programmazione delle politiche e per le linee l’indirizzo
– Il coinvolgimento degli enti locali di un determinato territorio nelle politiche abitative
-la previsione di un lavoro sinergico tra ente gestore e comuni nel sostegno degli utenti con forte disagio socio economico a partire dall’attivazione dei progetti di housing first
-la definizione di corrette relazioni sindacali a partire dall’istituzione di un tavolo regionale pe le politiche abitative e per l’edilizia residenziale pubblica
– l’accorpamento degli attuali 10 Enti in base ad un numero prefissato di alloggi gestiti.
Questo sono solo spunti su questi temi e sulle nuove competenze che gli iacp potrebbero assumere riteniamo si possa dare avvio al confronto proposto.
Alla Regione diciamo che la nostra idea è quella che di non accettare alcuna ulteriore remora né riteniamo sia utile una frettolosità poco efficace fatta di proclami annunci e veti che purtroppo ad oggi non ha prodotto alcun ché.