«Anas, Cas? Governo nazionale, governo regionale? Non ci interessano le diatribe né i ping pong di responsabilità né gli annunci roboanti di piani speciali per la Sicilia con effetti sempre di là da venire».
Così la Cisl Sicilia in un documento che interviene sulla querelle esplosa tra il governatore e l’Anas riguardo allo stato della viabilità nell’Isola. «Pensiamo sia arrivato il momento – si legge nella nota – di una grande mobilitazione che tolga a chiunque l’alibi del non fare o del far male». Perché l’unica cosa che i siciliani desiderano è avere strade sicure e infrastrutture efficienti. «Siamo stufi – afferma Sebastiano Cappuccio, segretario generale – di essere il quarto mondo del sistema italiano dei trasporti». Senza infrastrutture degne di questo nome, sottolinea il sindacato, la Sicilia resterà sempre all’anno zero della crescita. Né si può continuare con le mere prese d’atto dello stato disastroso della viabilità dell’Isola, di quella principale sul triangolo Palermo-Catania-Messina come di quella cosiddetta secondaria. Perché «non va meglio sul fronte delle strade provinciali di competenza dei Liberi Consorzi, ad oggi in un limbo dal quale la politica non riesce a tirarli fuori». «Il governo nazionale – rimarca il sindacato – sblocchi i miliardi per infrastrutture destinati al Sud e alla Sicilia, il governo regionale dia corso alle opere di priopria competenza».
Un contatore del tempo per il viadotto Himera
La Cisl ricorda di aver lanciato sul proprio sito, CislSicilia.it, un provocatorio contatore del tempo trascorso dal crollo del viadotto Himera sull’A19 («quasi 5 anni ad oggi da quel 10 aprile 2015, 1742 giorni. Ma quella strozzatura è ancora lì. Ben altra sorte è toccata alla ricostruzione del ponte Morandi, a Genova»). E di aver illustrato criticità e proposte per l’ammodernamento del sistema regionale dei collegamenti, nel maggio dello scorso anno in occasione della presentazione del libro bianco «Connettere la Sicilia. Ma la rete siciliana dei trasporti «resta quella che è – commenta Cappuccio – nonostante non si possa parlare di carenza di risorse, perché i soldi ci sono ma troppo spesso restano bloccati». Insomma, tutti in Sicilia, cittadini, sindacati, imprese, associazioni, sono stanchi di essere figli di un Dio minore. Così, per la Cisl «è tempo di una grande mobilitazione affinché la Sicilia sia riconnessa con il Paese e il resto del mondo».
Ufficio Stampa: Umberto Ginestra