“Nei giorni scorsi abbiamo sollevato dubbi sull’utilità e soprattutto sulle ricadute economiche del persistente divieto, da parte del Presidente della regione, di effettuare consegne a domicilio per ristoranti, pizzerie, pasticcerie ed esercizi simili nei giorni festivi. Alla stessa maniera la CNA, Confartigianato,CLAAI e Casa Artigiani hanno nuovamente scritto oggi a Musumeci dopo essere stata ignorata nella precedente lettera inviata ad inizio Aprile. E’ già preoccupante che Musumeci non si sia consultato con le opposizioni, ma che addirittura ignori le associazioni di categoria è un fatto grave che va stigmatizzato con forza.”
Così Antonio Ferrante(Pd) e Nicola Marchese (Pd), commentano la nuova lettera inviata da la CNA, Confartigianato ,CLAAI e Casa Artigiani ai rappresentanti del governo regionale, successiva a quella inviata lo scorso 6 Aprile, in merito al divieto di consegne a domicilio nei festivi e dell’utilizzo dei buoni spesa e ad oggi ancora senza risposta da parte delle istituzioni.
“In un momento in cui occorre trasmettere sicurezza e stabilità ai siciliani assistiamo ad un balletto di dichiarazioni quantomeno incoerenti da parte del governo regionale, da una parte di parla di riapertura sulla base dei dati relativi ai contagi, dall’altra si mantengono restrizioni incomprensibili che stanno strozzando quel poco di economia locale rimasta. Soprattutto in vista delle prossime festività, 25 Aprile e ponte del Primo Maggio, le attività del settore ristorazione rischiano quasi una settimana di stop la cui responsabilità politica, sia chiaro, ricadrà esclusivamente sul Presidente Musumeci, su governo regionale e su chi in maggioranza non si porrà al fianco delle associazioni e dei tanti imprenditori locali che chiedono di poter mantenere un minimo di reddito in un momento simile”.
“Alle proposte delle associazioni di categoria, che sottoscriviamo, ne aggiungiamo un’altra noi, sempre nell’ottica di dare un contributo costruttivo- concludono Ferrante e Marchese- nei giorni festivi si mantenga il divieto di vendita attraverso le grandi piattaforme ma si permettano le consegne a domicilio a livello locale. Così facendo garantiremo le piccole imprese, ne rafforzeremo il rapporto con la clientela di prossimità e non scaricheremo su altre categorie, come i rider, il peso di un eventuale eccesso di lavoro. Speriamo che almeno questa volta il governo regionale ascolti noi ma soprattutto le associazioni di categoria”.