I componenti del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars saranno al fianco dei lavoratori del Trasporto Pubblico Locale che a Palermo manifesteranno mercoledì contro il governo regionale. “Il settore del trasporto pubblico locale – spiegano Stefania Campo e Nuccio Di Paola – pur avendo goduto dello stesso contributo regionale degli scorsi anni, ovvero all’incirca 165 milioni di euro, in realtà nel periodo di lockdown ha fornito un servizio di autolinee ridottissimo pari a circa il 30%. Quindi le aziende private concessionarie delle linee bus in virtù del blocco hanno ricevuto lo stesso ammontare di contributo praticamente quasi ‘a motori spenti’.
“L’assessore Falcone aveva specificato che grazie al contributo della Regione la riduzione dei servizi non avrebbe comportato la decurtazione del corrispettivo e pertanto sarebbero stati garantiti gli stipendi degli 8.000 lavoratori del settore, peccato però che i lavoratori sono in cassa integrazione e le compagnie hanno incassato invece il medesimo contributo della Regione. Le promesse di Falcone, sono state parole al vento dato che non ha vigilato”.
“Contrariamente a quanto assicurato dall’assessore per le Infrastrutture e la Mobilità – sottolineano i deputati – tutti i dipendenti delle autolinee gestite dai privati non hanno ricevuto l’integrazione salariale, a differenza dei dipendenti delle aziende di trasporto pubbliche, e pertanto dovranno aspettare che l’INPS eroghi l’assegno ordinario di cassa integrazione in deroga, dal momento che nessuna azienda, pur avendo già incassato buona parte dei 40 milioni previsti, ha inteso procedere a qualsiasi forma di anticipazione. Una ambiguità che non sta né in cielo né in terra e che rilancia la necessità di un tavolo tecnico sul trasporto pubblico locale TPL che chiediamo da mesi e che a questo punto non può più essere rinviato. Mercoledì saremo al fianco dei lavoratori alla manifestazione indetta dalla Faisa Cisal – Coordinamento regionale autolinee private siciliane e ribadiremo la necessità di una discussione permanente sul tema. La Regione non può girarsi dall’altra parte – concludono Campo e Di Paola.