Dal 4 al 6 maggio al “Ditirammu” in scena Ecuba Millevoci
Spettacolo che racconta voci di donne che non si rassegnanoVenerdi 4 maggio alle ore 21, sabato 5 maggio alle 21 e alle 22.30 e domenica 6 maggio alle 18.30 e alle 21, al Piano Nobile del Teatro Ditirammu è in programma lo spettacolo “Ecuba Millevoci”. Con Patrizia D’Antona.
Testo di Clelia Lombardo; scene costumi installazione di Fleur Marie Fuentes; spazio e movimento di Marie Christine Wavreille. Al violoncello Mauro Cottone; alle campane di vetro, Giusi Parisi; assistente scenografa, Giovanna Butticé; assistente di produzione, Ambra Gioia. Produzione Associazione teatrale Còrai,Teatrino Ditirammu. Regia Collettiva.
Biglietto 10 euro – ridotto 8 euro. Ingresso consentito per gruppi di quaranta persone a spettacolo – Si consiglia la prenotazione al numero 091-6177865.Il mondo che vorrei è cosi lontano da ogni luogo, così lontano e cosi vicino al mio cuore. Queste le parole di Ecuba Millevoci, profuga e serva in un paese ostile. Ecuba custodisce dentro di sé le immagini del passato, le storie di donne e di uomini di ogni guerra possibile, di ogni violenza e prevaricazione.
Ecuba è una sopravvissuta che si aggira in un mondo fatto di rovine, resti e rifiuti, costretta a vivere raccattando, riciclando, circondata dalle sue “perdite” e dallo spreco. Ma Ecuba ha dentro di sé voci che resistono, che nessuna condizione, anche la più estrema, può fare tacere. Voci per accusare, soffrire, invocare l’appartenenza di ogni essere umano alla terra. Pur nella disfatta, questa donna continua a ricamare la sua esistenza con quel filo rosso che tiene unita la memoria ancestrale di tutte le donne, da Felicia Impastato alla Madre Terra e cosi consacrare la vita, nella semplicità del ciclico rinascere.Concepito sotto forma di monologo, lo spettacolo è il frutto di una creazione collettiva fra una scenografa cilena, una coreografa belga, un’attrice e una scrittrice siciliane. Quattro donne ispirate dalle stesse inquietudini contemporanee e dal comune desiderio di “resistenza creativa”.
Un piccolo gruppo che si è auto-finanziato in incontri di lavoro tra Parigi, Liége e Palermo, che ha accettato la sfida di non avere un leader, un’univoca idea di messa in scena ma di cercare costantemente la comunione degli intenti pur nella diversità delle specifiche competenze. Un percorso dalla forte dimensione visuale, grazie alle installazioni concepite dal talento visionario di Fleur Marie Fuentes condurrà lo spettatore verso la rappresentazione al Piano Nobile del Teatrino Ditirammu, nuovo spazio che Vito e Rosa Parrinello, direttori artistici del teatro Ditirammu, offrono alla sperimentazione teatrale.“Ecuba Millevoci – sottolinea in una sua nota critica il giornalista Guido Valdini – è un monologo che racchiude la memoria di tante voci di donne sopraffatte, violentate, emarginate, ridotte in schiavitù, vittime di guerre e genocidi, all’Est come all’Ovest, che non si rassegnano a morire nel silenzio, che gridano e denunciano, fremono e sorridono, seminano follia e generosità come prezzo di una dolce utopia”.
“Giocato in una sorta di antro nel Teatrino Ditirammu – prosegue Valdini – lo spettacolo è posseduto da un’atmosfera di ritmica sospensione evocativa, fra rintocchi di campane di vetro (Giusi Parisi) e intrusioni di un ardito violoncello (Mauro Cottone). Patrizia D’Antona, la sopravvissuta fra i rifiuti di una universale discarica morale e materiale, offre un’interpretazione lucida e appassionata, opportunamente rifuggendo da ogni tentazione di enfasi emotiva, talora ironica e quasi brechtiana. E par che dica che nessun dolore può essere più grande di quello che cede alla speranza”.