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Linfoma e tatuaggi

C'è correlazione tra l'insorgere di un linfoma e i tatuaggi? E che rischi comporta la rimozione di un tatuaggio? La FIL, Fondazione Italiana Linfomi, riferisce di uno studio portato avanti in Svezia

di Fondazione Italiana Linfomi

Un recente studio retrospettivo condotto presso l’Università di Lund in Svezia ha indagato la possibile relazione tra l’insorgenza di linfoma e i tatuaggi.
I tatuaggi vengono effettuati con un mix di pigmenti organici e non organici, alcuni dei quali classificati come carcerogeni dall’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).

L’alterazione della barriera cutanea

Durante l’esecuzione di un tatuaggio vengono effettuate multiple iniezioni nel derma, che, alterando la barriera cutanea, vanno a provocare una reazione infiammatoria a livello dei linfonodi loco regionali. Si è osservato che i pigmenti e gli elementi metallici provenienti dall’ago utilizzato per effettuare i tatuaggi, vengono traslocati a livello linfonodale. Nei soggetti tatuati sono stati descritti linfonodi pigmentati e aumentati di dimensioni per diverse decadi.

Lo studio in oggetto ha identificato i soggetti con diagnosi di linfoma tramite i registri di popolazione, questi individui sono stati confrontati con un gruppo di controllo dello stesso sesso ed età, ma senza linfoma. I partecipanti allo studio, in totale 11905 individui, hanno risposto a un questionario sui fattori legati allo stile di vita per determinare se fossero tatuati o meno.

I dati dello studio

Nel gruppo con linfoma il 21% era tatuato (289 individui), mentre il 18% era tatuato nel gruppo di controllo senza diagnosi di linfoma (735 individui).
Le tipologie più frequenti di linfoma erano rappresentante da Linfoma Non-Hodgkin Diffuso a Grandi Cellule B (28%), Linfoma di Hodgkin (21%) e Linfoma Non-Hodgkin Follicolare (18%), con un’età di incidenza tra 51 e 57 anni.
L’età di prima esecuzione del tatuaggio, sia nel gruppo di controllo che nella casistica dei pazienti, era simile (età media 22 e 23 anni, rispettivamente).

Quale legame tra linfoma e tatuaggi?

Dall’analisi dei dati è emerso che gli individui tatuati mostravano un rischio più elevato di sviluppare un linfoma rispetto ai soggetti non tatuati. Tale rischio risultava essere aumentato negli individui che avevano effettuato il tatuaggio nei due anni precedenti la diagnosi, per ridursi nei soggetti che effettuavano il tatuaggio tra i 2 e i 10 anni dalla diagnosi, ed aumentare nuovamente negli individui che avevano effettuato il tatuaggio 11 anni prima.
Nessuna relazione è stata invece riscontrata tra l’estensione del tatuaggio ed il rischio di linfoma.

Rischio linfoma aumentato con la rimozione del tatuaggio

Interessante è il dato di aumentato rischio di linfoma nei soggetti sottopostisi a rimozione del tatuaggio mediante laser, probabilmente a causa della degradazione dei pigmenti in sostanze ancora più tossiche. In questo studio non sono stati analizzati altri fattori di rischio noti per l’insorgenza di patologie linfoproliferative. In passato, un altro studio epidemiologico ha fallito nel tentativo di dimostrare una relazione tra l’insorgenza di neoplasie ematologiche (in particolare linfomi e Mieloma) ed i tatuaggi2. Tuttavia, tale studio aveva il limite di aver incluso pochi pazienti tatuati.

Studio da approfondire

Gli autori dello studio svedese concludono, quindi, che il loro rappresenta il primo studio epidemiologico ad indagare una possibile associazione tra i tatuaggi e l’insorgenza di linfoma, utilizzando un disegno caso-controllo basato sulla popolazione generale, con un’ampia casistica.

Sebbene in questo studio sia stata dimostrata un’aumentata incidenza di linfoma nei soggetti tatuati, sono necessari ulteriori studi epidemiologici che confermino tale dato e valutino la correlazione con altri fattori di rischio noti. Questa approfondita analisi solleva il problema della necessità di misure regolatorie atte a controllare la composizione chimica degli inchiostri utilizzati per i tatuaggi.

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