Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

A Palermo, pubblico e privato devono remare insieme. L’invito all’azione di chi si prende cura della città

Prendersi cura di una città come Palermo? Per nulla semplice, ma nel tempo, innanzi alla latitanza dell'amministrazione pubblica a causa di mille e più motivi, sono nate decine di associazioni e comitati civici che hanno cominciato a occuparsi di pezzi di territorio abbandonato. Un piccolo coordinamento informale che ora comincia ad alzare la voce chiedendo che il pubblico e il privato si incontrino per ripristinare e manenere il decoro del capoluogo siciliano

di Redazione

Per decenni, perseguire interessi particolari contro quelli generali è stata a Palermo la regola: «Devo liberarmi di un materasso? Lo abbandono per strada». «Ma c’è un servizio gratuito di smaltimento degli ingombranti! Vuoi mettere la comodità di lasciarlo per strada senza chiamare nessuno e senza fissare un appuntamento?».

Un tacito accordo che solleva da responsabilità

Palermo sembra fondata su un inconfessabile patto sociale: «Io tollero il tuo comportamento incivile perché anche tu, al momento opportuno, tollererai il mio».

Il controllo sociale buono (abbiamo, invece, una lunga esperienza del controllo del territorio cattivo) semplicemente non esiste, vige l’omertà verso chi sporca e fa i propri comodi nel disprezzo di ogni regola di convivenza civile, talvolta per timore delle reazioni. Sì, perché l’incivile pretende pure di essere rispettato, in un mondo che gira al contrario.

Chi ama Palermo non vuole stare a guardare

Eppure, anche a Palermo, sono sorti in questi ultimi anni comitati e associazioni come mai in passato, aggregando attorno a problemi comuni, ben individuati e localizzati, i vari portatori di interessi, animati dalla visione più moderna di perseguire interessi particolari, non contro, ma assieme a quelli di tutta la collettività. Non è, quindi, un caso che oggi queste stesse realtà hanno deciso di fare fronte comune e rivendicare il loro diritto a dialogare con la pubblica amministrazione,

Un primo coordinamento del quale fanno parte: le associazioni Cassaro Alto, Comitati Civici Palermo, Concessionari PMY, La Lumia e Dintorni, Piazzetta Bagnasco, Terra Vacua, Via Maqueda Città, Via Maqueda Futura, i Comitati Piazzale Ungheria, Piazza Virgilio, Riqualificazione Via Principe di Granatelli, il Comitato Spontaneo di Piazza Lolli e Io Mi Attivo Centro Storico, Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”.

Anche la parte pubblica ha fatto in questi anni la sua parte grazie alla visione e alla determinazione di manager pubblici che hanno da ultimo rigenerato un intero quartiere come avvenuto al molo trapezoidale (Palermo Marina Yachting).

Nel frattempo, spot e riprese cinematografiche e di serie TV hanno fatto scoprire la città al grande turismo internazionale. Anche qui, una sana e virtuosa competizione ha portato i privati a investire, rivitalizzando location dimenticate come il “Caffè Palermo dei Quattro Canti”, chiuso da 120 anni e riaperto sotto altra insegna qualche giorno fa.

Quattro Canti di Città

Il privato saprebbe cosa fare, ma il pubblico deve fare la sua parte

Il privato agisce per interesse… privato, ancorché illuminato dalla coerenza della sua iniziativa con una visione di interesse generale, ma ci sono aspetti che competono al pubblico in maniera monopolistica come l’ordine e il rispetto delle regole. Se il rispetto delle regole fosse demandabile ai privati, questi si sarebbero già organizzati per contrastare abusivismo, oltraggio al decoro, disturbo della quiete pubblica, ecc. Ma tocca solo al pubblico farlo efficacemente e non per finta con interventi saltuari.

Si può, quindi, tollerare che l’accesso serale alla più importante opera di rigenerazione urbana sia  in mano a quattro parcheggiatori abusivi che costringono in senso alternato l’ingresso per via Patti? O che il luogo più fotografato della città, i Quattro Canti (piazza Vigliena), sia ostaggio di quattro venditori abusivi, di cantanti H24 e della puzza appestante dello stazionamento di carrozze a cavallo?

Pubblico e privato devono lavorare nella stessa direzione e chi ha la responsabilità dell’uso delle forze dell’ordine non può avere incertezze e tentennamenti nel fare ciò che é giusto nell’interesse collettivo, quindi anche di chi ne subirà l’intervento anche se, sulle prime, non lo capirà, ma tocca proprio a chi ha la capacità di capire, la responsabilità di agire in modo lungimirante per fare in modo che tutta la città voli come un’aquila e non razzoli, invece, come una gallina nella sporcizia e nella trasandatezza.

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