Il teatro Ditirammu, in collaborazione con la Regione Sicilia, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, presenta giovedì 28 giugno ore 21.30 il gruppo folklorico ” Soluntum”
di Elisabetta Cinà
E’ uno spettacolo per i turisti in visita nella nostra città. La rappresentazione alla quale abbiamo dato il titolo Aja Mola, è un concerto nel quale il racconto delle tradizioni, è scandito dai ritmi dei canti del mare, d’amore e della lontananza, secondo un antico almanacco di usi e ritualità popolari.
Il percorso presenta un’ampia raccolta di brani tratti dal repertorio dei canti della terra e del mare, frutto di catalogazioni effettuate da insigni studiosi che già, tra l”800 e il ‘900, si sono avvicendati per la conservazione di usi e costumi popolari. Così il M°. Alberto Favara raccoglieva dalla viva voce di pescatori o dalle donne dei piccoli villaggi marini, i canti di lavoro, di preghiera, gli scongiuri, note d’amore per la donna amata e per le bellezze paesaggistiche e ancora, di sofferenza come i canti della mattanza.
A questo repertorio si aggiungono alcuni canti della zona dello Stagnone di Marsala e un antichissimo Rosario della Madonna di Trapani di tradizione orale recuperato dalle discendenti di coloro che abitarono l’isoletta di Mothia già nell’800.
La rappresentazione si arricchisce con una danza di ‘sapore’ arabo dedicata al mercato della ‘Vucciria’, altre danze tipicamente siciliane e alcune ritmate filastrocche fanciullesche.
Un’ampia parte dello spettacolo è frutto di un repertorio che Rosa Mistretta e Vito Parrinello da alcuni anni recuperano attraverso la viva voce di alcuni personaggi di quartiere.
L’esibizione ha una durata di circa un’ora. Il pubblico oltre ad ascoltare brevi riferimenti sulla storia della Sicilia viene coinvolto in alcune divertenti azioni sceniche.
Note sul gruppo folklorico ” Soluntum, protagonista dello spettacolo
L’associazione nasce a Casteldaccia a marzo del 1996 per iniziativa di alcuni casteldaccesi che, alla ricerca di una perduta identità territoriale, riscoprono attraverso lo studio degli usi, dei costumi e degli aspetti poetico-musicali siciliani, la più autentica “Anima Siciliana”.
Ben presto l’iniziativa raccoglie adesioni dai paesi limitrofi: Santa Flavia, Bagheria, fino ad arrivare a Palermo. Ed è così che il gruppo folklorico Soluntum(originariamente denominato I Casteldaccesi e la corte del duca, derivante dal duca di Salaparuta, cui è legato il nome di Casteldaccia per il suo famoso vinoCorvo), comincia a muovere i primi passi.
Indossando costumi finemente ricamati a mano in oro e argento (abiti che indossavano i ricchi burgisi nel ‘700-‘800) ed intrecciando canti e danze popolari, con lo scopo di mantenere vive le proprie radici, il gruppo inizia a partecipare a varie sagre paesane, organizza incontri con gruppi internazionali con l’aiuto dellaFederazione delle Associazioni Folkloriche (a cui è affiliato), partecipa ad eventi organizzati da aziende agrituristiche e cantine (Corvo, Torre Vecchia, Regaleali) ed è presente in vari raduni folklorici siciliani.
Il gruppo si onora altresì, di partecipare annualmente, agli incontri che il “Rotary club” organizza in varie parti della Sicilia.
Intanto l’impegno settimanale in strutture turistico-alberghiere, permette al gruppo di far conoscere il folklore della nostra bella terra, a turisti Italiani e stranieri.
In più occasioni i membri del gruppo sono stati invitati a rappresentare la nostra amata terra in note trasmissioni televisive quali Linea Verde e Linea Blu, esibendosi con canti e balli di terra e di mare raccolti nel corpus di Alberto Favara.
Negli anni, i comuni limitrofi hanno mostrato un vivo interesse per la realtà culturale rappresentata dall’associazione; in tal senso, si sono create delle sinergie allo scopo di promuovere eventi, atti a sensibilizzare al rispetto ed alla divulgazione delle tradizioni popolari.
Particolarmente vicino si è mostrato il comune di Santa Flavia, coinvolgendo il gruppo in eventi di particolare rilievo di carattere artistico-culturale e di intrattenimento, fino al punto di volerlo assimilare come patrimonio artistico territoriale. Questo rappresenta il momento storico che ha portato l’associazione al trasferimento della sede da Casteldaccia a Santa Flavia, con il conseguente cambio della denominazione stessa del gruppo che da I “Casteldaccesi e la corte del Duca” viene rinominato “Soluntum” (nome latino del famoso sito archeologico Solunto, fondata dai Fenici nel 700 a.C.).
Il gruppo vanta inoltre di essere stato riconosciuto patrimonio nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.