Sebbene il clima in Sicilia ci faccia percepire come lontanissima la vaccinazione antinfluenzale, soprattutto a causa delle temperature elevate che ancora affliggono l’Isola, è bene ricordare che, non appena le dosi saranno rese disponibili dal Servizio Sanitario Nazionale, i soggetti fragili non potranno (e non dovranno) sottrarsi alla somministrazione.
I dati Istat
Come ci ricorda l’Istat, infatti, ogni anno l’influenza stagionale è responsabile dai 3 ai 5 milioni di casi gravi in tutto il mondo e di circa 650mila decessi. Il ricorso alla vaccinazione concorre a contenere gli effetti dell’influenza sia in termini di morbosità sia di letalità. Le complicazioni dell’influenza colpiscono principalmente le persone anziane, pertanto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda che almeno il 75% di chi ha 65 anni e più si vaccini.
L’emergenza da Covid-19 ha fatto sì che le autorità nazionali competenti ponessero, ancor più che in passato, l’accento sull’importanza di questa vaccinazione favorendone una maggiore copertura, con il risultato che nella stagione 2020-2021, ad esempio, siano risultati vaccinati due anziani su tre, nonostante le difficoltà di reperimento delle dosi in alcune specifiche realtà territoriali, a fronte di circa uno su due prima della pandemia.
Gli ultimi dati censiti sul tema dall’Istituto superiore di Statistica, dicono tanto anche sull’attitudine degli italiani per le vaccinazioni, relativamente alla vaccinazione antinfluenzale: tra la popolazione non vaccinata, ben il 60% degli individui ritiene di non essere un soggetto a rischio e la forbice dell’età va dai 15 ai 64 anni. Altro dato che emerge è che una fetta di questi dichiara di aver preso la decisione in autonomia, senza alcun consulto medico.
Vaccinazione antinfluenzale e timore di effetti collaterali
Tra gli over64 che dichiarano cattive condizioni di salute la propensione alla vaccinazione è più elevata della media, a conferma di come lo stato di salute sia rilevante nell’orientare le scelte in questo senso. Tra chi dichiara buone condizioni di salute, infatti, il ricorso alla vaccinazione è più basso (60,1%) rispetto a chi dichiara di trovarsi in cattive condizioni di salute (71,5%) o di chi presenta malattie croniche (69,1%), specie in situazioni di multi morbosità (71,8%).
Ci sono, poi, coloro i quali non si ritengono a rischio e, sebbene non supportati da alcuna indicazione medica, ritengono e dichiarano di trovarsi in buone condizioni di salute e per questo motivo scelgono di non vaccinarsi perché hanno timore di eventuali effetti collaterali o complicazioni. Non essersi vaccinato per timore dei rischi riguarda il 17,5% degli ultra64enni cronici e il 20,3% dei multicronici.
Dove vaccinarsi
Ricordiamo che la vaccinazione si può fare presso i medici e i pediatri di base, nelle farmacie che aderiscono all’iniziativa, nei servizi di igiene e sanità pubblica. Il periodo solitamente consigliato è tra ottobre e novembre, l’importante è non essere, ovviamente, febbricitanti. Occasionalmente si possono avere dei lievi sintomi di dolori muscolari o mal di testa successivi alla somministrazione.