Tristezza, disperazione, depressione, eccessiva immotivata euforia, stanchezza, repentini cambiamenti di umore: la società moderna sembra essere permeata dalle varie manifestazioni di disagio psichico che affliggono giovani o persone mature, bambini o adolescenti.
Come accorgersi di avere accanto una persona che, anche inconsapevolmente, ha un disagio. Certamente noteremo un cambiamento caratteriale, differenza di comportamenti, quasi come se si patisse una sorta di disadattamento rispetto al contesto sociale in cui si vive.
A questo punto sembra scontato cercare l’aiuto dello psicologo, cosa che, stando alle statistiche, ha fatto 1 italiano su 5 negli ultimi anni, cioè circa il 17% della popolazione. Molti i giovani che chiedono aiuto allo psicologo, perchè magari hanno preso coscienza di avere un problema. I giovani, infatti, non vedono più come un tabù il ricorso allo psicologo, cosa che ancora permane in alcune fasce di popolazione. Il bonus psicologo (di cui ci siamo già occupati) dovrebbe consentire di abbattere un altro ostacolo al ricorso a un aiuto professionale, ossia l’aspetto economico.
“Essere quello che sei è un bagno di rinascita” (Carl Gustav Jung)
Ma in cosa consiste, esattamente, il lavoro dello psicologo e quali sono i più comuni disagi manifestati dai pazienti di uno psicologo? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Cristina Napoli, Psicologa clinica laureata presso l’Università degli Studi di Palermo, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana e psicoterapeuta in formazione presso l’Istituto Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica di Palermo, scuola di specializzazione che integra mente, corpo e relazione. Lavora con i ragazzi a rischio dispersione scolastica e nelle scuole del palermitano come Assistente per l’Autonomia e la Comunicazione con alunni che presentano disabilità. Ma anche con gli adulti, specialmente per problematiche relazionali, crisi di coppia, crisi matrimoniali.
Aiutare a gestire le difficoltà emotive
“Il lavoro dello psicologo consiste nel saper accogliere, empatizzare, comprendere, supportare, prendersi cura di chi, in un dato momento della vita, non riesce a gestire delle difficoltà emotive, psicologiche, relazionali, delle crisi personali che influiscono sul benessere psicofisico e sulla salute in generale. Lo psicologo – continua la dottoressa Napoli – si occupa di ascoltare, osservare e valutare le problematiche riportate dal paziente, aiutandolo a prendere consapevolezza delle proprie emozioni e accompagnarlo a sviluppare strategie sane e funzionali per affrontare le sfide della vita.Tra i disagi emotivi e psichici che più frequentemente portano le persone a rivolgersi a uno psicologo, possono esserci: sensazioni di costante preoccupazione o tensione, spesso accompagnate da sintomi fisici come palpitazioni, sudorazione e tremori; sentimenti persistenti di tristezza, mancanza di interesse nelle attività quotidiane, bassa autostima e affaticamento emotivo oppure momenti di vita stressanti legati a situazioni lavorative, familiari o personali che generano una sensazione di sopraffazione e incapacità di gestire la pressione; problemi relazionali, difficoltà a gestire rapporti interpersonali, come conflitti con il partner, con familiari o amici.
Sentiamo, spesso, fare distinzione tra psicologo e psicoterapeuta. Spieghiamo ai nostri lettori qual è la differenza tra le due figure professionali
“La differenza tra psicologo e psicoterapeuta è un aspetto importante da comprendere, perché i due ruoli, pur essendo strettamente connessi, hanno funzioni e formazioni diverse. Lo psicologo è un professionista che ha conseguito una laurea in psicologia e ha superato l’esame di stato per l’abilitazione alla professione. È iscritto all’Albo degli Psicologi, e il suo compito principale è quello di supportare le persone nel comprendere e affrontare disagi psicologici, emotivi, comportamentali e relazionali. Lo psicologo può svolgere attività di consulenza, valutazione psicodiagnostica, prevenzione e intervento, ma non può intervenire su problematiche profonde correlate ad aspetti traumatici o legati a disturbi mentali. Per ciò che concerne lo pscoterapeuta invece, è uno psicologo o un medico psichiatra che, dopo aver completato la formazione di base (laurea in psicologia o medicina) e iscrizione all’Albo professionale, ha seguito una specializzazione post-laurea in psicoterapia di durata quadriennale, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione. Questa specializzazione consente al professionista di affrontare problemi più complessi e radicati, che possono richiedere un intervento a lungo termine, come disturbi d’ansia e depressione maggiore, disturbi della personalità, traumi e altre forme di sofferenza psicologica invalidanti. Il lavoro dello psicoterapeuta si basa su una relazione terapeutica più strutturata, con l’obiettivo di lavorare sulle cause profonde del disagio”.
Quali sono, oggi, le maggiori difficoltà relazionali delle persone e quali le fasce di età?
“Le difficoltà relazionali oggi sono profondamente influenzate dai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici. Questi problemi attraversano tutte le fasce d’età e si manifestano in modi diversi.Nei bambini, problemi di socializzazione, conflitti familiari, bullismo e uso eccessivo della tecnologia possono aumentare lo stress e compromettere il benessere emotivo e sociale, portando a bassa autostima, difficoltà scolastiche e problemi relazionali. Tra i giovani adulti, c’è una crescente paura dell’intimità, difficoltà a creare relazioni stabili, influenzate dalla ricerca di indipendenza emotiva e libertà personale. Le coppie affrontano lo stress lavorativo, i cambiamenti dopo la nascita di un figlio e le sfide nel crescere i figli, che portano a frustrazioni e conflitti intrafamiliari. La difficoltà nell’accettazione di sé e degli altri è comune, con insicurezze legate agli ideali di perfezione e successo, che generano problemi di fiducia e difficolta a relazionarsi all’altro e connettersi empaticamente. Negli anziani, l’isolamento e la perdita di legami sociali possono causare disagio psicologico e una diminuzione della qualità della vita”.
Alla base di difficoltà relazionali, c’è sempre un disagio interiore? E quanto influisce l’ambiente familiare?
“In realtà è molto complesso rispondere a questa domanda, poichè il disagio emotivo, psichico, fisico, relazionale, interiore è complesso. Il disagio relazionale e interiore sono strettamente intercorrelati. Come la salute fisica e quella psichica. E come se ci fosse una imprescindibilità del legame tra mente, corpo e relazione. È possibile che alcune difficoltà relazionali possano creare un disagio interiore, così come, il disagio interiore possa invece derivare proprio da dinamiche relazionali disfunzionali. E risaputo, anche in letteratura troviamo molti riscontri, dell’importanza fondamentale delle relazioni che viviamo nei primi anni di vita. Lì si gioca molto della nostra vita. Dunque, l’ambiente familiare è cruciale per lo sviluppo di una qualità di vita sana, benessere, equilibrio psichico, dello stare bene con se stessi e con il mondo. Ambienti familiari traumatici e disfunzionali spesso portano a problematiche psicologiche di non poco conto, sia nella vita dei bambini, che in quella che poi sarà la vita da adulti”.
Tutte le relazioni hanno importanza
“Ma anche l’ambiente scolastico, le istituzioni e tutti i legami che via via ci costruiamo nella vita hanno un’importanza fondamentale -continua la Napoli-. Poiché, laddove ci dovesse essere un ambiente familiare disfunzionale, è importante il sostegno sociale derivante da altri legami che il mondo offre. Anche qui, non possiamo però non prendere in considerazione la multifattorialità dentro cui l’essere umano si muove. Poiché entrano in gioco anche fattori quali, il carattere, il temperamento, la personalità, la resilienza, la genetica, che è diversa per ogni soggetto. Credo, rispetto alla mia storia personale e professionale, che tutto abbia importanza. Sia il mondo psico-fisico del soggetto che l’ambiente esterno, la famiglia, la scuola, la cultura, la società, i fattori antropologici e socio-politici. Tutto ci influenza. La trasformazione che propongono lo psicologo e lo psicoterapeuta sta proprio qui, nell’accettare che tutto ci influenza ma che noi, all’interno di questo magma che è la vita, siamo portatori di scelte e non solo esseri influenzati dall’esterno, anche rispetto alla nostra salute mentale”.