Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Parità di genere e violenza sulle donne: ancora tanto da fare

La violenza di genere è una piaga sociale che continua a minare i diritti fondamentali, la dignità e la libertà di milioni di persone nel mondo. Ogni atto di violenza, sia esso fisico, psicologico, economico o sociale, rappresenta non solo una tragedia personale ma un fallimento collettivo

di Redazione

Come ogni anno per il 25 novembre ci ritroviamo tutti ad inneggiare, marciare, protestare e gridare una parità di genere normativamente già da tempo raggiunta, ma nella realtà, ad oggi ancora da ottenere.
Questa discrasia ha probabilmente inasprito sempre più lo scontro sociale e il conflitto tra i sessi.

Ancora oggi si fa l’errore di considerare questa battaglia sociale come “un problema delle donne”, tant’è che le associazioni femministe continuano a parlare di “battaglia delle donne”.
Battaglia delle Donne è di per se un termine divisivo che esclude l’altra parte della società, gli uomini, i quali sentendosi esclusi ritengono purtroppo che questa sacrosanta battaglia sia “solo un problema delle donne”.

La parità di genere è una battaglia di civiltà

Fin dalla sua costituzione, la Rete Zeromolestie Sinalp ha invece sempre ribadito che bisogna parlare di “Battaglia di Civiltà”, questo si un termine inclusivo. Termine che porta anche gli uomini alle loro responsabilità ed a collaborare attivamente con le donne per eliminare definitivamente questo gap tra uomini e donne.

La violenza di genere è una piaga sociale che continua a minare i diritti fondamentali, la dignità e la libertà di milioni di persone nel mondo. Ogni atto di violenza, sia esso fisico, psicologico, economico o sociale, rappresenta non solo una tragedia personale ma un fallimento collettivo.

Purtroppo questa battaglia di civiltà in questi ultimi anni si sta trasformando sempre più in scontro politico ed ideologico, inasprendo lo scontro con le autorità e quindi con lo stato.. Alcuni movimenti che si dichiarano di voler combattere la violenza, usano azioni violente per proclamare il loro diritto alla parità di genere. Trasformando la lotta contro la violenza di genere di fatto marginale, ritenendo primaria invece l’ossessione per la follia del “politicamente corretto” e la dittatura woke.

Questo agire sta costringendo i cittadini a chiedersi se sia giusto o no se per difendere il sacrosanto diritto alla parità di genere, sia necessario aggredire e violentare lo Stato bruciando anche le foto di esponenti dell’attuale Governo.

Necessario un confronto pacifico

La Rete Zeromolestie Sinalp punta ad un confronto pacifico e veramente incisivo tra uomini e donne affinchè, insieme, si possa realmente dichiarare che questa violenza diventi solo un tragico problema del passato.

Come Rete Zeromolestie Sinalp siamo riusciti a far inserire un emendamento nella finanziaria 2023 dello Stato Italiano che permette finalmente alle donne che hanno subito violenza di poter richiedere un Certificato ISEE autonomo senza più dover sommare il reddito prodotto dal coniuge o compagno  presente nel suo nucleo familiare.
Grazie a questo Emendamento potrà finalmente avere una maggior possibilità di accesso agli aiuti dello Stato italiano.

Il progetto “scontrino antiviolenza”

Oltre a tante altre iniziative già messe in campo, dal mese di settembre 2024 stiamo sviluppando il progetto “Scontrino antiviolenza Zeromolestie Sinalp” in collaborazione con i Comuni Siciliani e le attività commerciali presenti nei loro territori.

Riteniamo che per risolvere questa vergognosa condizione bisogna mettere in campo idee e progetti concreti e non limitarsi a manifestazioni e marce più o meno violente, contestare va bene ma alla contestazione bisogna proseguire con soluzioni concrete e positive.    

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