Santa Rosalia ed il Beato Laval ci insegnano che la sequela di Cristo infonde a ciascuno e alla comunità cristiana la forza per essere intrepidi artefici e protagonisti di servizio nei confronti di quanti ancora oggi vivono soggiogati dalla mille forme di schiavitù. Per ricordare il loro esempio, migliaia di indù e di cristiani aggregano la propria fede, dando vita a manifestazioni e celebrazioni comuni
di Sergio Natoli
Come in cielo così in terra. In cielo tutti i santi vivono in pienezza nella comunione d’Amore con il Padre, il figlio, lo Spirito Santo e Maria.
S. Rosalia ed il Beato Jacques Désiré Laval, , godono e vivono questa pienezza di comunione in cielo, perché nella loro esistenza terrena hanno vissuto la comunione con Dio sulla terra, vivendo in modo mirabile la “sequela Christi”.
S. Rosalia, nasce a Palermo intorno al 1128, ha seguito Cristo nella vita contemplativa ed eremita. Muore il 4 Settembre 1165. A seguito del ritrovamento delle sue spoglie mortali, avvenuto nel 1624, ha liberato dalla peste la città di Palermo. Da allora la “Santuzza” è venerata dai palermitani di antica nascita, ma anche dai “nuovi palermitani” che magari sono nati nello Sri Lanka, a Mauritius, in Africa o in America Latina.
Il Beato Laval, missionario francese, è divenuto l’Apostolo dei Mauriziani e il Padre della Patria. Nasce in Normandia (Francia) e muore sull’isola Mauritius nel 1864. Beatificato a Roma il 29 Aprile 1979 dal Papa Giovanni Paolo II. Il giovane Laval dopo la sua laurea in medicina conseguita alla Sorbona di Parigi, decide di diventare sacerdote e viene ordinato il 22 dicembre 1838. Svolge il suo ministero sacerdotale fino al 4 giugno 1841, giorno della sua partenza per Mauritius. Arriva a Port-Louis il 13 Settembre. Non tornerà mai più in Europa. E’ qui che si mette al servizio in particolare dei neri; fa costruire piccole scuole nelle campagne, promuove centri di preghiera, s’interessa dei prigionieri ed in particolare dei condannati a morte, svolge il suo servizio di medico curando malati senza distinzione di colore della pelle o di religione. Attraverso questa servizio e tante altre iniziative contribuisce all’abolizione pratica della schiavitù: per questo tutti i mauriziani lo definiscono “Padre della Patria” e la sua festa è Festa nazionale. Nel 1854 un’epidemia di colera miete più di 200 morti al giorno causando 15.000 morti in tutta l’isola. Muore Venerdì 9 Settembre del 1864. E’ tutto un popolo che lo piange.
I mauriziani, nella loro Patria continuano a venerare l’apostolo dell’isola ed il 9 Settembre di ogni anno un grandissimo numero di popolo di ogni religione si reca alla sua tomba a Sainte-Croix nella periferia di Port-Louis.
E’ avvenuta la medesima cosa a Palermo. Circa 400 mauriziani di Palermo e di Catania, si sono dati appuntamento al Santuario di Monte Pellegrino. Un popolo che continua ad amare il loro Beato ed il Padre della Patria. Un popolo composto da cattolici ma anche da hindu ai quali è stato dato loro uno spazio per una preghiera nel cortile esterno al Santuario.
Alla S. Messa presieduta da p. Sergio Natoli omi, dell’Ufficio Migrantes di Palermo, è stata celebrata nelle lingue kreol, francese ed italiana, hanno partecipato tutti. Dopo il pranzo consumato nella pineta di MOnte Pellegrino, è stato dato spazio a canti e danze tipiche dell’isola del pacifico. Un momento di fraternità di gioia di stare insieme in cui sono emerse le radici culturali del popolo.
Santa Rosalia ed il Beato Laval ci insegnano che la sequela di Cristo, infonde a ciascuno ed alla comunità cristiana la forza per essere intrepidi artefici e protagonisti di servizio nei confronti di quanti ancora oggi vivono soggiogati dalla mille forme di schiavitù, affinché con l’aiuto dei santi e della loro preghiera a Dio, in tutti avvenga la liberazione da ogni male.