Dopo le accuse ed i veleni, il Comitato per i procedimenti d’accusa ha archiviato all’unanimità la denuncia di Carlo Taormina contro il Capo dello Stato.
di Giulia Noera
“Abbiamo archiviato una denuncia che era manifestamente infondata. Apprezzo che la decisione sia stata presa all’unanimità”. Così il presidente del Comitato per i procedimenti d’accusa Marco Follini del PD. “Io non posso accettare, da ex ministro dell’Interno e soprattutto da cittadino- ha invece affermato Roberto Maroni- che le istituzioni abbiano trattato con la mafia. E’ un bene che il presidente sia stato assolto da una accusa ma serve una commissione speciale d’inchiesta per verificare se c’e stata la trattativa e chi ne ha fatto parte”. Taormina aveva chiesto di procedere «a tutti gli accertamenti necessari» sulle circostanze che lui stesso definisce «tratte da fonti giornalistiche da verificare» relative ai pretesi contatti tra varie personalità e uffici della Presidenza della Repubblica e «in caso di esito positivo» di azionare «le procedure per l’incriminazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il delitto di attentato alla Costituzione, a norma dell’articolo 90 della Costituzione».
Tutti gli esponenti del Comitato che sono intervenuti dopo la relazione di Follini si sono detti d’accordo sulla proposta di archiviare la denuncia di Taormina. Alcuni ritenendola “inammissibile”, altri “contraddittoria”. Nino Lo Presti (Fli), Federico Palomba (idv) e Francesco Sanna (Pd) aevano proposto anche di trasmettere l’esposto del penalista all’autorità giudiziaria per vedere se fosse possibile ravvisare il reato di “calunnia” visti gli “errori” da una punto di vista normativo contenuti nella denuncia di Taormina. Ma alla fine la richiesta non è stata accolta preferendo semplicemente archiviare per chiudere questo episodio nel più breve tempo possibile”.