Il guado può essere un passaggio per “allontanarsi o ritornare alla realtà”, a volte in modo nuovo rispetto al passato, tanto da poter costituire una leva per guardare al presente.
Il guado è il titolo del romanzo di Rino Tringale, siciliano di nascita ma svizzero di adozione, pubblicato per A&B editrice.
Il guado può essere letto in differenti modi: diario di viaggio, storia di mafia, dissertazione sulla schizofrenia “tecnicismo vs umanesimo” delle attuali società occidentali o addirittura quale disincantata comparazione fra la “via elvetica” e “la via italiana” alla democrazia e alla convivenza.
In 223 pagine l’autore affronta alcuni toccanti temi della contemporaneità visti con la lente d’ingrandimento del viaggiatore e l’attenzione di colui che gira il mondo non da turista ma da ‘cercatore’. E così il libro è ambientato ora in Svizzera, ora in India, ora in Germania, ora in Russia o a Hong Kong, in aereo o addirittura… nell’oltretomba. Alla fine si ritorna, però, in Sicilia nella terra delle mille contraddizioni in cui è possibile trovare risposte e porsi domande cruciali sul mondo attuale. La Sicilia quale specchio di un pianeta così tanto conosciuto, così tanto visto, ma ancora così poco indagato nella sua essenza.
In otto episodi, fra loro intimamente collegati da un filo rosso, si ritrova una nostalgia di fondo per una dimensione del vivere più “umana”, “pensata” meno “aliena”. Basandosi su una profonda osservazione del presente e affrontando temi quali l’ambiente, la criminalità, la povertà, le disparità sociali, le guerre, gli stermini di massa (in lager o gulag che siano) in modo insolito, originale, diretto, Tringale riesce a non cadere nella demagogia.
Nella prefazione, Fabrizio Catalano, regista e scrittore e nipote di Leonardo Sciascia, scrive che “Il guado va letto davanti a un mappamondo, per provare la rara ma ammaliante emozione di vivere gli eventi come se stessero accadendo in quel momento e, contemporaneamente, di scrutarli dall’alto della geografia e della geopolitica, come da un satellite. Il mondo è innegabilmente – e magnificamente – vario e sfaccettato: solo cercando di conoscerlo potremo salvarlo. Salvarlo da noi stessi”.
Ed è proprio a Sciascia che Tringale si ispira per far ritorno “simbolicamente” nella sua Sicilia. E lo fa nell’ultimo capitolo del libro, dove, a cinquant’anni dall’uscita del capolavoro Il giorno della civetta, l’autore propone un seguito alla vicenda narrata dal genio sciasciano, con i protagonisti di allora che si ritrovano nel mondo attuale, in una Sicilia ed un’Italia profondamente mutate e che hanno spesso infranto i sogni di coloro che rischiarono la vita per difenderla dalle ingerenze della criminalità. Un tributo a Sciascia, quindi. Ed è qui, nei suoi luoghi e nelle sue metafore che i tanti viaggi e le tante esperienze condensate nel libro chiudono il cerchio di un peregrinare interiore, espresso emblematicamente dal viaggiatore che toccando tanti luoghi del mondo torna, immancabilmente, a se stesso.
Rino Tringale è nato a Catania nel ’54. Comincia a viaggiare a sedici anni e a venti lascia la Sicilia. Laurea al Politecnico di Torino, Master alla Bocconi di Milano, viaggia per il mondo da trentacinque anni. Ammira Sciascia, ama la Sicilia, nutre un grande rispetto per la Svizzera e si definisce un “ottimista critico”. Dagli anni ’80 vive nel Canton Ticino. È cittadino svizzero e italiano. “Il guado” è la sua opera prima.
IL GUADO – 220 PAGINE, PREZZO DI COPERTINA 18 EURO