Venerdì 19 ottobre alle ore 19,00 presso la Galleria XXSapertoalcontemporaneo in via XX Settembre, 13 a Palermo, verrà inaugurata la mostra La Terra e le Forme dipinti e sculture di Quintino di Napoli (1964-1994)
Recuperare la memoria storica di uno dei protagonisti delle arti visive insulari del secondo Novecento. E’ questo il fine della retrospettiva dedicata a Quintino di Napoli (1918-1999), scultore, grafico e pittore, che dell’ibridazione fra il legame con la terra avita e l’apertura verso gli influssi linguistici ed estetici provenienti dal mondo esterno ha fatto il carattere saliente di tutto il proprio fare artistico.
Stare nel flusso della contemporaneità e contestualmente recuperare tracce e segni d’una insularità dai connotati aspri e tellurici: si può dunque riassumere così la peculiare ricerca linguistica condotta da Quintino di Napoli nella seconda metà del secolo trascorso; ricerca, per l’appunto, mirante a contemperare le novità maturate nel panorama artistico internazionale e l’ineludibile portato d’una tradizione visiva tutta incentrata sulla fedele riproduzione del dato di natura. Si spiega quindi in questi termini l’insistita attenzione per gli sviluppi dell’astrazione geometrica e per gli esiti della optical art, maturata senza però mai dimenticare la rilevanza e la centralità del contesto naturale siciliano, in una adesione “peculiarmente isolana” alle ricerche e alle sperimentazioni visuali in atto negli anni ’50 e ’60 del ‘900. Dati e caratteri d’un lessico assolutamente originale (in grado di unire in una equilibrata crasi pittorica l’andamento ipnotico delle cromie e la resa scabra e ctonia delle superfici), la cui inconfondibile cifra stilistica si evidenzia in tutta la propria compiutezza soprattutto nella produzione scultorea, non a caso esclusivamente incentrata sulla esaltazione delle potenzialità estetiche insite nella materia bruta (pietre, rocce, lava, concrezioni calcaree) sia mediante misurate modalità di composizione-scomposizione geometrica dei volumi che attraverso minimali, ma ben mirati, interventi di arricchimento cromatico e d’inserimento d’altri materiali (avorio, corallo, madreperla, vetro, sabbia).
L’allestimento, curato da Salvo Ferlito, prevede l’esposizione di opere eseguite in un arco temporale che va dai primi anni ’60 alla metà degli anni ’90, e comprende tanto tele variamente realizzate con tecniche miste quanto sculture dal caratteristico andamento geometrico e polimaterico.
La mostra sarà visibile fino a mercoledì 31 ottobre, dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20.