La condanna della Corte d’appello per l’ex senatore del Pdl, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa
La redazione
Una nuova puntata del suo personale romanzo criminale. Ha commentato così la condanna a sette anni di reclusione l’ex senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, a cui la Corte d’appello di Palermo ha confermato la pena. L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il processo arriva dopo l’annullamento con rinvio, da parte della Cassazione, della prima sentenza di appello che aveva condannato Dell’Utri a 7 anni, assolvendolo, però, dei reati a lui contestati dal ’92 in poi.
Secondo l’accusa, per oltre 30 anni l’ex senatore avrebbe intrattenuto rapporti con personaggi di rilievo di Cosa nostra, stabilendo in definitiva un legame tra Silvio Berlusconi e la mafia.
L’ex senatore, di cui sarebbe stato chiesto l’arresto per pericolo di fuga, ha commentato: «Non sono contento – ha detto – non posso esserlo. Spero nella cassazione. Del resto la vita va avanti, c’è la trattativa e il resto. Il romanzo continua».