Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

La Gabanelli e la diffamazione

di Redazione

 

Perché Alemanno non procederà in giudizio contro Report. Dal recente caso di calunnia che hanno visto protagonisti la nota giornalista e il sindaco di Roma, tutti i retroscena giuridici che limitano il diritto di ribaltare la calunnia e riscattare la propria immagine. I confini di questi limiti tra personaggi pubblici e comuni mortali

 

Di Daniela Mainenti 

Per diffamazione si intende quell’atto in cui, comunicando con altri si offende, tramite termini o atteggiamenti, la reputazione di qualcuno. Questa offesa viene definita diffamazione in quanto, al suo verificarsi, la parte lesa non è fisicamente presente. La calunnia è un’accusa rivolta a un assente, all’insaputa dell’accusato, e accreditata da una sola parte, senza contraddittorio. 

L’atto del diffamare è un crimine punito dal Codice Penale Italiano all’art.595.

Secondo il codice, l’autore rischia un anno di carcere o, in alternativa, può essere condannato a pagare un risarcimento pari a 1032 euro.

Se la diffamazione avviene a mezzo stampa, compresi i social network, o attraverso atti pubblici, si rischia una pena detentiva pari a tre anni o, in alternativa, una pena pecuniaria pari a 2065 euro. 

Si rischia di più, sia dal punto di vista detentivo che pecuniario, infine, se l’offesa viene arrecata a un movimento politico ufficiale, o a un ente o corpo amministrativo o giudiziario o a una autorità collegiale. 

Tranne alcuni casi, molto specifici, l’offensore non può addurre la veridicità della calunnia a sua discolpa, in quanto il diritto all’onore della persona è tutelato per qualsiasi individuo, anche per i criminali.

Occorre però sapere che, per il procedimento di diffamazione, in genere sono previsti tempi molto lunghi. 

Come difendersi dalla calunnia 

In realtà, il modo migliore, soprattutto tra i personaggi pubblici, e il recente caso del sindaco di Roma ne è un emblema, sarebbe quello semplicemente di minacciare querele a gran voce e avere  spazi giusti e pubbliche ribalte per le repliche. 

Il problema vero, però, è, come sempre, per i comuni mortali. Già autori classici, più di 2000 anni fa, ci facevano comprendere nei loro testi  quanto fosse difficile difendersi da ciò che, spesso, non si conosce. 

Chi è il calunniatore

Il calunniatore, o la calunniatrice, emerge come una persona che non ha forza sufficiente per affrontare apertamente il calunniato: è un vile che opera in ambienti dove domina la gelosia per il successo altrui,  il desiderio di impossessarsi di posizioni di privilegio o anche solo di distruggere.

Naturalmente il calunniato è persona che ha un patrimonio di ricchezza, potere, reputazione, successotutti elementi, o anche uno solo di questi, che il calunniatore mira a possedere o ad annullare. 

Il calunniatore non avrebbe però alcun riscontro senza il suo pubblico di accoliti e fedeli seguaci.Chi ascolta e dà credito al calunniatore è persona poco incline a giudicare dopo aver sentito tutte le parti, non cerca l’evidenza dei fatti e tende a essere vittima dell’adulazione. 

Per questo i calunniatori frequentano soprattutto gli ambienti migliori, e godono di grande considerazione tra gli amici delle persone di successo e dei potenti, in un ambiente che brulica di gelosie e di sospetti, e in cui abbondano le occasioni per adulare e per calunniare.

D’altronde una calunnia non è qualcosa che si fa alla leggera, e non risulta tanto facile da mettere in pratica, come qualcuno sarebbe forse indotto a pensare, ma richiede grande abilità e notevole perspicacia; esige cioè una cura minuziosa.

Le armi di cui si serve il calunniatore sono molteplici: l’inganno, la menzogna, lo spergiuro, l’insistenza, l’impudenza e mille altre bassezze.

Vi è quindi un  legame sottile, e non immediato, fra calunnia e adulazione.

Non si può quindi agire con la calunnia se contemporaneamente non si ottiene il consenso di chi ascolta con l’adulazione.

Per ottenerla a tutti i costi, la tecnica della manipolazione di verità parziali si mostra oggi la più adatta allo scopo, grazie alle nuove tecnologie, perché capace di rendere verosimile qualsiasi tesi senza dare spazio a equilibrati contraddittori. L’offensore diviene così il depositario di principi teoretici validi in quanto tali assumendo perciò agli occhi degli altri quasi un ruolo sociale se non addirittura ricavandone un prestigio pubblico.

Non bisogna, quindi, confondere lo strumento, per esempio quello televisivo, come nel caso di Report o di altri programmi cosiddetti d’inchiesta, con il metodo.

Certamente le inchieste di Report contribuiscono, a disvelare agli occhi dell’opinione pubblica, fatti che altrimenti passerebbero inosservati. Il problema si pone, però, quando si offre solo materiale unilateralmente conducente.

Per difendersi, il calunniato dispone, sfortunatamente, di armi spuntate: i tempi lunghi della giustizia e l’entità irrisoria delle pene rispetto al gravissimo danno subito.

A tutto ciò, però, si oppone il limite della sostanza e della realtà: l’offensore , ( colui, o colei) che usa la calunnia e la diffamazione come metodo per l’affermazione di sé e per fare spettacolo, rimane tale e sempre più marcatamente riconoscibile agli occhi dei più, cosicché la sua credibilità, nel tempo, sarà fatalmente  destinata a  ridimensionarsi in modo inversamente proporzionale all’incremento esponenziale delle sue vittime.  

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