Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Habemus presidentem

di Redazione

 

Elezioni presidenziali: dopo 8 ore e 40 minuti di balzi e rimbalzi, con 740 voti, dati dall’ampia convergenza tra Pd, Pdl, Scelta civica e Lega, Giorgio Napolitano, classe 25, è il nuovo presidente della Repubblica. Nuovo si fa per dire

 

E tra una buffonata e l’altra… habemus presidentem! Dopo 8 ore e 40 minuti di balzi e rimbalzi, l’infinito romanzo arriva alla pagina finale. Con 738 voti, dati dall’ampia convergenza tra Pd, Pdl, Scelta civica e Lega, Giorgio Napolitano, classe 25, è il nuovo presidente della Repubblica. Nuovo si fa per dire, visto che, nello stesso tempo, è pure il presidente uscente. Insomma, Giorgio Napolitano è il precedente e il successivo di sè stesso. E’, infatti, la prima volta nella storia che un presidente uscente riprenda il mandato. Un evento senza precedenti che, comunque, getta nella confusione più totale. Non si sa ancora che cosa si farà. Non si sa se ci sarà una visita del presidente alla camera dei grandi elettori. Non si sa se il presidente potrà prendere l’incarico e fare il giuramento, visto che prima dovrà procedere alle dimissioni. Tutto si sta scrivendo in maniera empirica.

 Sarebbe curioso conoscere la chiave di lettura che i paesi esteri daranno a questa elezione. Gli italiani, comunque, non riusciranno mai a capire la ragione per cui il nome di Napolitano abbia, dopo tante diatribe, raccolto la coesione. Ancora meno è comprensibile perché arrivare alla sesta elezione se la scelta finale doveva essere questa.

Non capiamo bene perché e accaduto tutto questo. Forse si può azzardare che l’obiettivo è quello di procedere alla riforma eletterale, sciogliere le camere e procedere alle dimissioni. Non crediamo ci siano altre ragioni. Certo, auguriamo al presidente Napolitano mille anni di vita, ma anche lui è mortale.

Apprezziamo la generosità di Napolitano che, in un momento di crisi del Paese, alla veneranda età di 87 anni, accetta un simile incarico per salvare il Paese. Certo che,  però, se il Paese è costretto a ricorrere a un ottantasettenne per salvarsi, evidentemente è un Paese messo proprio male.

L’unica cosa che si delinea con il post elezioni è un Pd frantumato, un volpone di nome Berlusconi che se la ride alla luce del prospettato governo Amato-Alfano-Letta e i forsennati grillini aizzati dal più forsennato di tutti loro, che minacciano golpe e colpi di stato.

Presidente o non presidente, la classe politica che ci governa è tutta lì, a continuare a giocare a rimpiattino. Beceri, infantili, buffoni e banderuoli. Tutti. Nessuno escluso. Mentre il popolo italiano continuerà a spalare la loro cacca, interrogandosi sul perché di tutto questo.

La redazione

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