Il gelato tra storia e attualità. Il percorso tra tradizioni e nuove tecnologie del reuccio della pasticceria estiva.
di Giusi Serravalle
Chi l’avrebbe detto che il maestro del verismo, Giovanni Verga, facesse colazione con una delizia gelata nella quale inzuppava il pane? Sembra proprio che il creatore di Padron ’Ntoni, non si facesse mancare la sua dose di freschezza quotidiana. Un fresco rifugio per allontanare la calura estiva. In una parola il ‘gelato’: trionfo della gola di cui tutti si contendono i natali.
Origini del gelato
Firenze, tempio dell’arte, se ne attribuisce l’origine. Sembra che proprio qui siano stati utilizzati per la prima volta latte, panna e zucchero per una ricetta fresca. Ma le origini del gelato sarebbero più antiche e si farebbero risalire a Isacco che offre ad Abramo latte di capra misto a neve. Poi arrivano i Romani che, mescolando neve a miele e frutta, danno vita a sorbetti gustosi. Ma sembra che la diffusione in Europa parta dalla Sicilia dove i gelatai, con la loro inventiva, portano il gelato in Inghilterra, Germania e Francia.
Ma lasciamo la storia per scoprire le virtù del gelato odierno.
Qual è oggi il segreto del buon gelato? Quali alchimie devono applicarsi per soddisfare i palati più esigenti? Prima di tutto gli ingredienti che devono essere buoni e genuini: latte fresco, burro e panna ma anche le attrezzature sono molto importanti così come anche i metodi di lavorazione. Un buon pastorizzatore, un frullatore professionale per micronizzare e amalgamare la miscela prima di gelarla, un mantecatore efficiente, un abbattitore di temperatura, una vetrina di esposizione che mantenga la temperatura omogenea e soprattutto la magia di un operatore capace, creativo e preciso nella composizione delle miscele.