Questa settimana vi consigliamo…
di Massimo Arciresi
Doppio gioco (Shadow Dancer, GB/Irlanda, 2012) di James Marsh con Andrea Riseborough, Clive Owen, Gillian Anderson, Domhnall Gleeson
Un thriller sull’IRA degli anni ’90 che parla anche di legami familiari: James Marsh (autore dei documentari Project Nim e Man on Wire, per il quale ha vinto un Oscar, nonché del cupissimo e ingiustamente dimenticato The King) non si rifà ai noti precedenti di Jordan o Sheridan, ma gioca tutto sui silenzi, sulle esitazioni riguardanti decisioni difficili, sui tradimenti sofferti. Tutto s’incentra su Colette (una Andrea Riseborough diventata insostituibile nel giro di una manciata di film), cresciuta con un paio di fratelli la cui fiera e sanguinaria combattività la induce a farsi catturare (non troppo inconsciamente) e a collaborare con l’MI5 nella persona del pragmatico ma non abbastanza potente Mac (un calzante Owen). Una trama vibrante, dalle pieghe inattese e dai dilemmi compartecipati dallo spettatore.
Oppure…
World War Z (id., USA/Malta, 2013) di Marc Forster con Brad Pitt, Mireille Enos, James Badge Dale, Pierfrancesco Favino
Un baraccone dall’indole commerciale (e dalla fastidiosa vocazione seriale)? Una specie di one man show cucito addosso al non deperibile Brad Pitt? Forse. Quello che è certo è che in questa inquietante cronaca della fulminea diffusione di una pandemia che rende le persone morse simili a zombi (in effetti, sono troppo veloci e organizzati per aspirare al “titolo”), studiata e osteggiata con lucida fretta da un analitico funzionario dell’ONU (pure preoccupato per moglie e figlie), c’è spazio (sotterraneo) per una critica ai consumi e allo sfruttamento del pianeta. E poi, le scene avvincenti non mancano.
La frase della settimana
«Sono stato sposato, e sono stato solo.» Mark Strong ai colleghi (fratelli) Stephen Graham e Paul Bettany in Blood (id., GB, 2012) di Nick Murphy