Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Mandami una cartolina

di Redazione

Quando i saluti e i brevi messaggi viaggiavano per posta, le cartoline svolgevano un ruolo fondamentale nella comunicazione e le immagini, stampate su di esse, integravano il testo contribuendo a veicolare i sentimenti e i ricordi di coloro che, militari, emigrati o semplici turisti,  si trovavano in paesi lontani.

di Andrea di Napoli 

Una vera fotografia si contraddistingue per il tono continuo. Altra cosa sono le immagini ottenute partendo da matrici fotografiche, ma stampate attraverso procedimenti di fotomeccanica, che non necessitano dell’intervento decisivo della luce né di ricorrere ai materiali sensibili.

Le tecniche fotomeccaniche scompongono l’immagine e la riproducono in uno schema di retini, puntini, griglie o vermicelli affiancati. Si tratta di procedimenti raffinati e complessi, a volte riconoscibili facilmente altre volte meno. Spesso venivano presentate come fotografie, ma non lo sono.

I costi accessibili dei materiali comuni utilizzati e la rapidità con la quale si otteneva una maggiore quantità di copie sono state le ragioni del successo delle tecniche di fotomeccanica nei diversi generi e formati. Particolarmente diffuse furono le cartoline illustrate che proponevano i monumenti e gli scorci più noti di città e villaggi, ma anche soggetti patriottici, religiosi, pubblicitari o destinati a porgere i propri auguri in occasione delle feste. A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, dunque, attraverso la spedizione delle cartoline regolarmente affrancate, le Poste Nazionali aumentarono notevolmente il loro traffico e tantissima gente fu contagiata da una nuova forma di collezionismo: la cartofilia.

La collezione di cartoline d’epoca appartenenti all’Associazione Culturale Giuseppe Bagnera, in questi giorni viene esposta al pubblico nei locali  della propria sede bagherese. L’ingente numero di esemplari è stato raccolto nel corso degli anni con meticolosa attenzione dal fotografo Angelo Restivo nella sua veste di responsabile organizzativo. In ambito locale, Restivo si è distinto per il suo contributo artistico, e, per i suoi meriti, riveste l’incarico di consulente esterno a titolo gratuito per gli eventi culturali del Comune, ma la sua attività ha talvolta valicato anche i confini nazionali.

Una  paziente ricerca è stata svolta tra le bancarelle dei mercatini e le botteghe dei rigattieri per scovare qualche cartolina del passato in attesa di arricchire la raccolta di un autentico appassionato.

E’ possibile così ammirare, suddivise in diverse sezioni centinaia di vedute del grosso centro della provincia di Palermo e delle sue frazioni marinare, perlopiù realizzate nella prima metà del Novecento. La mostra comprende anche alcuni esemplari acquerellati, così chiamati per un intervento di finitura che rendeva più accattivanti le cartoline mediante una delicata coloratura manuale. Spiace constatare che l’allestimento risente di una certa approssimazione ed una rigorosa limitazione dei costi giustifica le modeste cornici, ma si apprezza la volontà di rendere partecipi i visitatori del risultato di un lungo e tenace lavoro.

Se fosse stato reso visibile anche il verso delle cartoline, un gran numero di informazioni ci sarebbero giunte dai contenuti del testo dei messaggi, attraverso i quali si possono ricostruire le vicende private e gli episodi personali di mittenti ignoti, i dolori e le speranze di lontani scriventi del tutto sconosciuti.

Le cartoline esposte, possono risentire, ovviamente, del tempo e della distanza percorsa. Inoltre la quantità di mani attraverso le quali sono transitate incide negativamente sul loro stato di conservazione. Eppure, anche se fossero coperte di polvere, strappate o macchiate, quelle immagini, recapitate direttamente a casa dal postino, conserverebbero un fascino particolare.

La mostra “Le pietre della memoria” curata da Angelo Restivo ed allestita a Bagheria, presso la sede dell’Associazione Bagnera in via Aguglia 2, di fronte allo storico Palazzo Butera, potrà essere visitata fino al prossimo 22 dicembre. Orario: 9-13 e 16-20. L’ingresso è libero.

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