E se domani…”oltre le paure di un cristianesimo nostalgico. La padella di James”-La crisi, i poveri e il cristianesimo di Papa Francesco. Due testi, un unico comune denominatore: la figura di Papa Francesco Viaggio nel mondo del cristianesimo con i due autori, il teologo Padre Carmelo Torcivia e il giornalista Rai, Nuccio Vara
Di Ambra Drago
Due testi che apparentemente potrebbero non avere dei punti di contatto perché scritti da due autori che nella loro vita hanno sviluppato un diverso percorso formativo. Stiamo parlando di Padre Carmelo Torcivia, presbitero della Chiesa di Palermo e docente di Teologia pastorale presso la Facoltà Teologica della Sicilia, che ha presentato il suo ultimo testo intitolato “E se domani…”oltre le paure di un cristianesimo nostalgico. Ad accompagnarlo in questa esperienza letteraria, Nuccio Vara, giornalista della Rai, che per anni si è occupato di vari aspetti della vita politica, sociale e culturale della nostra regione. Il suo ultimo testo si chiama “La padella di James”-La crisi, i poveri e il cristianesimo di Papa Francesco.
In realtà questi due testi, il primo di natura prevalentemente divulgativa, il secondo basato su una tecnica narrativa di stampo giornalistico, presentati alla Chiesa della Catena di Palermo, hanno un punto di contatto che sa di spirituale e non solo… . Scopriamo quale direttamente dalla voce degli autori
Padre Torcivia profondo conoscitore del messaggio evangelico, in questo libro cosa ha voluto raccontare?
“Con questo libro ho voluto lanciare un messaggio abbastanza chiaro: bisogna scrollarsi di dosso le pesantezze del cristianesimo, soprattutto quello del passato e invece accettare le sfide del presente. La Chiesa deve prendere atto della soggettività delle persone senza avere paura del nuovo, ma camminando accanto agli uomini.”
Quali sono le paure che la realtà pone in essere e che la Chiesa teme?
“Le paure in primis sono sempre cattive consigliere. Sono paure legate al relativismo o ad un diverso modello antropologico verso il quale non ci si riconosce. Allora si ha anche la nostalgia verso il passato, anche verso quella concezione di Chiesa intesa come mera istituzione vicina allo Stato”.
Nel suo libro si parla sempre di evangelizzazione?
“Si. L’evangelizzazione viene intesa anche come accettazione della vita e del cambiamento. La debolezza degli uomini che vivono in un mondo dove vincono le regole del mercato capitalistico, devono essere viste come risorse per vivere. La Chiesa trasmette dei valori, ogni religione è esperienza umana e portatrice di valori che camminano insieme alla parola di Dio. Non credo che la Chiesa intesa solo come istituzione basti, perché non potrà mai sostituirsi all’azione vivificante dello Spirito Santo che guida tutti gli uomini”.
Il suo libro è dedicato a Papa Francesco? Secondo Lei riuscirà a operare una vera riforma ecclesiastica?
“Il mio libro è dedicato a questo Papa straordinario. Il suo percorso è molto intelligente: Lui ascolta molto tutti, ha voglia di mettere ordine all’interno della Santa Sede, ha in questi mesi di pontificato lanciato messaggi chiari, invia tanto alla sobrietà ad abbandonare ogni tipo di sfarzo, a cercare nuovamente un contatto con la gente, con gli ultimi, con i poveri. Penso che la riforma ecclesiastica potrà farla se sarà aiutato da persone che condividano il suo percorso, non sarà un operazione facile. Ci vorranno almeno dieci anni, ma la strada imboccata dal santo Padre è quella giusta”.
Ed è proprio la figura di Papa Francesco e l’analisi del modo di intendere il cristianesimo, il punto di contatto con il libro di Nuccio Vara.
Questo libro racconta la storia di James un venditore ambulante di Palermo ridotto sul lastrico dalla crisi, per poi operare un ampia riflessione sui messaggi lanciati da Papa Bergoglio. Qual è la sfida del cattolicesimo?
“Nel mio racconto si intrecciano analisi legate ai fenomeni della globalizzazione, dei consumi, ma anche della povertà di James. Ed è proprio questo il messaggio del Papa al quale ho dedicato un capitolo del libro: stare accanto ai poveri. La vera sfida di questo pontificato sarà quello di ridare si centralità alla figura salvifica del Cristo, ma anche dialogare con i non credenti e con la cultura laica, ne è testimone il sorprendente dialogo tra Scalfari e Bergoglio”.