Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Voglia di cinema!

di Redazione

Vi consigliamo…

di Massimo Arciresi

American Hustle – L’apparenza inganna (American Hustle, USA, 2013) di David O. Russell con Christian Bale, Bradley Cooper, Amy Adams, Jennifer Lawrence

Un film sull’arte dell’inganno e, ancor prima, della manipolazione: ciascun personaggio di questa storia (in parte vera) d’infiltrazione nel mondo degli imbroglioni statunitensi alla fine degli anni ’70 (stupendi costumi, acconciature e scenografie), cioè un’indagine (o se preferite una truffa per truffatori) che involontariamente penetra perfino in ambienti mafiosi, ha la capacità, l’ascendente e a volte il potere di condizionarne altri. Senza perdere di vista il tòpos dell’aspetto fallace che può assumere ogni situazione (vedi la sequenza iniziale, che spalanca un’elaborata serie di flashback) e il concetto di tacita consapevolezza del marciume circostante ben espresso dallo smalto di Rosalyn. Insomma, Russell fa ancora centro, e annette alla cerchia dei suoi attori (giustamente) affezionati Jeremy Renner.

 

Oppure…

The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (The Butler, USA, 2013) di Lee Daniels con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Cuba Cooding Jr., David Oyelowo

Il non raffinato Daniels propone una cavalcata nella storia americana recente (idea non dissimile da Forrest Gump, diciamocelo) attraverso la figura di un maggiordomo (ispirata a un uomo realmente esistito che però portava un altro nome, il che la dice abbastanza lunga sulle licenze “romanzesche” della pellicola) che serve, senza sbilanciarsi, sei presidenti. La coscienza politica che non ha è riscattata dall’indole ribelle del figlio. Con la Winfrey a garantire l’impegno dell’operazione, un film che sbandiera enfaticamente il proprio manicheismo, in grado tuttavia di scrollare il pubblico più pigro.

 

La frase della settimana

«A volte bisogna affidarsi a qualcosa, anche se si sa che è un’illusione. È questo che fanno gli esseri umani.» La riflessione da indomito prigioniero del protagonista del cartone animato digitale Capitan Harlock (Space Pirate Captain Harlock, Giappone, 2013) di Shinji Aramaki.

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