Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Sicurezza a Palermo: vuoto a perdere

di Patrizia Romano

L’escalation della microcriminalità nel capoluogo siciliano non si arresta. Anzi… è in aumento. Dove sono le forze dell’ordine?

di Patrizia Romano 

Strade buie e desolate. Via di fuga facili da raggiungere e senza controllo al varco. Posteggi abusivi e lasciati, comunque, incostuditi. Furti, scippi, borseggi, rapine. Il livello di microcriminalità a Palermo, negli ultimi due anni,  è aumentato notevolmente. Colpa della crisi? Non si sa. Quello che si sa, invece, è che gli stranieri che soggiornano nel capoluogo per motivi di studio o di lavoro temporaneo hanno una grande paura a restare qui e fuggono. Sono proprio loro, infatti, a lanciare l’allarme più forte. E non hanno affatto torto. L’inizio dell’anno Erasmus 2013/2014, per esempio, è stato terribile dal punto di vista sicurezza in città.  I ragazzi stranieri in vacanza-studio a Palermo hanno un concetto della città negativissima. E non immaginiamo gli effetti in ritorno di immagine che tutto questo ha sul resto del mondo.

A prescindere dalla proiezione esterna dei riflettori, la situazione interna è veramente drammatica. Via Lincoln è un ghetto di prostitute e magnaccia. I mercatini rionali sono diventati luogo di collusione continua tra i commercianti e ladruncoli di zona. Ogni angolo del centro storico è invaso da spacciatori che commerciano indisturbati. La movida palermitana si muove attorno a quattro ‘paninara abusivi’, dove si consumano litri e litri di birra, mentre i locali in regola e perbene vengono chiusi per cavilli burocratici.

Eppure, nonostante l’escalation della microcriminalità non si arresti, anzi… è in continuo aumento, emerge un fatto veramente inquietante, che sembra ribaltare quanto abbiamo detto sino a ora. In Sicilia, rispetto al resto di Italia,  la microcriminalità è un fenomeno poco rilevante. Nella vita quotidiana, infatti, si registrano, rispetto al resto del Paese, soltanto alcuni reati comuni, come, appunto, rapine, furti, scippi. Questo, però, non basta a rassicurarci. Se facciamo un’analisi introspettiva del fenomeno, ci rendiamo conto, infatti, che questa scarsa rilevanza del fenomeno è legata a ben altri fattori, come il forte potere esercitato dalla mafia, che gestisce con molta cautela la delinquenza spicciola, contenendo, per esigenze operative, l’allarme sociale che scaturirebbe da comuni atti delinquenziali che, alla fine, sono quelli che colpiscono il cittadino direttamente, ma che non producono nulla alla mafia. Cosa nostra, infatti, per operare al meglio, spinge la necessità che nel territorio non si crei particolare allarme sociale. Infatti,  anche questo rientra nel controllo del territorio e dimostra quanto sia forte l’organizzazione criminale rispetto allo Stato che, nell’immaginario collettivo, è soltanto portatore di tasse e miseria. E’ assurdo, comunque, che l’unica fonte di parziale sicurezza per il cittadino debba essere rappresentata dalla mafia.

Comunque sia, la verità è che in tutto questo marasma, l’elemento più forte che emerge è la mancanza totale di forze dell’ordine. Cosa fanno? Dove sono? Possibile che non sentano il grido d’allarme dei cittadini? Possibile che non avvertino l’esigenza di scendere in strada, il bisogno di rafforzare i pattugliamenti, la necessità di aumentare le unità operative?

Le misure del ‘pacchetto sicurezza’ sono inadeguate ad affrontare nel complesso la sicurezza in Sicilia. Le forze dell’ordine non sono fornite di mezzi e strumenti idonei per svolgere l’azione di prevenzione e contrasto. Inoltre, il coordinamento tra tutte le Forze dell’ordine non è affatto efficace.

Eppure si continua a dare addosso all’anello più debole della catena. Le risorse vengono tagliate sempre dal basso. Se sacrifici debbono essere fatti da tutti, non si comprende perché lo straordinario venga sempre ridotto dai sottufficiali in giù.

Da molti anni non vengono espletati concorsi pubblici per la Polizia di Stato, ma si punta solo su esigue assunzioni di giovani che hanno espletato il servizio volontario nell’Esercito. L’età media si è elevata notevolmente e il numero delle donne è diminuito drasticamente. L’utilizzo dei militari così come viene fatto oggi non ha senso.

La situazione, comunque, è diventata insostenibile è, pertanto, necessario un intervento forte e mirato che coinvolga, oltre alle forze dell’ordine già poco impegnate, anche la polizia municipale e la vigilanza privata. Si attivino immediatamente il sindaco e l’assessore alla Polizia municipale dimostrando, almeno in questo caso, ai cittadini e non che sono in mani sicure.

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