Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Io volevo parlare con te, il primo romanzo di Loredana Sarcone

di Redazione

Pubblicato da Navarra Editore, l’esordio della neo scrittrice è un libro educativo, coraggioso, delicato che  invita a rispettare le pause,  che incita alla ripresa e all’approfondimento

di Rosalba Barbato di Giuseppe

 

“La prima maieutica va esercitata con noi stessi sul nostro esprimerci – occasione di scoperta – sulla nostra parola. La maieutica della parola è continua, sempre più fonda e più complessa ricerca della verità”. (Danilo Dolci)

L’autrice, Loredana Sarcone, nel suo esordio letterario ‘Io volevo parlare con te’, racconta come se ci stesse parlando. La sua è una voce scritta intrisa di dolce nostalgia, di dolorosa delusione, di una persona con una spiccata vitalità che si proietta in un’ipotesi, che passa la sua vita a trasformarsi da punto esclamativo a punto di domanda, sino ad arrivare ai puntini di sospensione, e che è in grado di ricominciare daccapo sempre e comunque, nonostante le commiserazioni, gli sbagli, i bocconi amari.

Le riflessioni romantiche e vivaci, i flussi di coscienza della protagonista Aspasia ”dalla fantasia immaginifica”, sembrano difficili da seguire, fanno esitare il lettore. Ma quando queste si interrompono per dare spazio agli avvenimenti che hanno segnato il mondo nel secondo dopo guerra, (le lotte dei contadini contro l’esproprio delle terre, la diffusione delle radio libere, la morte di Che Guevara, i primi moti femministi rapportata alla Sicilia delle mogli devote e delle madri modello santificate, modello a cui ispirarsi, il profilo della straordinaria figura del sociologo della gente, Danilo Dolci, su cui il romanzo è imperniato), ecco che tutto si fa chiaro,  ciò che ci circonda, a cui seppure non partecipiamo, a cui  manchiamo, influiscono lo stesso sulla nostra crescita emotiva intellettuale, forse maggiormente.

 Io volevo parlare con te, scrive in fretta e furia su un foglietto, la giovanissima Aspasia, quando si trova di fronte a Danilo Dolci, per poi scappare a gambe levate.

Una frase  che non riesce a pronunciare perché ”inadatta a spiccicare una parola per la voce spezzata”, un foglietto che lascia cadere sul letto dove il pedagogista riposa per il digiuno nel cortile Cascino.

Scrive Saverio Lodato che ne ha curato la prefazione,  ”si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un rapporto dal mondo dei timidi”. Una timida che riesce  a raggiungere vette di sensibilità che ricordano lo sguardo meravigliato di Rosa Luxemburg e la sua capacità di non dare nulla per scontato.

”(…) portandosi dietro lo scrigno dei ricordi della sua vita vissuta con l’odore dei papaveri e lo zinzulare delle rondini, allacciati intimamente alla sua identità dalla fantasia immaginifica camminava sul marciapiede”.

Un libro che va letto lentamente, non solo per comprenderlo meglio, ma per gustare ” il senso estetico dell’armonia” del periodo, fatto di parole e sensazioni, che lasciano piacevolmente attoniti.

Un libro educativo, coraggioso, delicato che  invita a rispettare le pause,  che incita alla ripresa e all’approfondimento, perché rimanda ad altri libri. 

 

Consigli di lettura:

Se penso a un giorno. La Sicilia danza con la memoria, Loredana Sarcone, Navarra Editore

Lettere d’amore e d’amicizia (1891-1918) Rosa Luxemburg  Prospettiva Edizioni

Palpitare di nessi, Danilo Dolci, Mesogea

La struttura maieutica e l’evolversi , Danilo Dolci, La nuova Italia

 

 

 

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