Nell’ambito della manifestazione “Two days of Sicily”, che si è tenuta a Manchester nei giorni 7 e 8 giugno, è stata allestita la versione britannica della mostra “Quelli di Bagheria dopo Baaria” progetto fotografico fondamentale nella crescita artistica e personale della giovane fotoreporter siciliana.
di Andrea di Napoli
La natura conflittuale del rapporto tra un artista ed il territorio o il tessuto sociale nel quale crea le sue opere può talvolta risolversi attraverso un lavoro di attenta ed approfondita ricerca.
Ad Elisa Martorana è successo di riconciliarsi con il suo paese durante la realizzazione di un reportage tra coloro che avevano partecipato a vario titolo al film di Tornatore “Baaria”. Riuscendo a catturare con un unico scatto le persone (nell’ambiente in cui vivono) e i personaggi (riconoscibili in una “foto nella foto”), la Martorana ha colto aspetti nuovi della realtà in cui vive, realizzando una ricerca fotografica di tipo socio-antropologico. A tal fine risulta particolarmente significativa una sorta di dedica che la fotografa ha richiesto a ciascuno dei soggetti per “completarne” il ritratto.
Su una delle prime pagine del catalogo spicca l’efficacissima frase «Solo facendo pace con la propria terra si può amare il mondo».
Il titolo attribuito al progetto “Quelli di Bagheria dopo Baaria” rappresenta un omaggio, oltre che al noto regista, anche al Maestro della Agenzia Fotografica Magnum, Ferdinando Scianna che, tra la gente, ha realizzato il reportage “Quelli di Bagheria” pubblicato nel 2003.
L’indiscutibile preparazione tecnica conseguita attraverso anni di studio consente alla Martorana di utilizzare gli strumenti a sua disposizione consapevole dei risultati finali, di scegliere sapientemente l’utilizzo del bianco e nero, di occupare con ombre o elementi scuri vaste zone della fotografia proponendo alla fine immagini fortemente contrastate.
Probabilmente anche attraverso la sua fotografia più ovvia e convenzionale, Elisa Martorana riesce a veicolare suggestioni se non proprio drammatiche, quantomeno inquietanti.
Anni addietro il reportage è stato esposto in un luogo simbolo come la “putia” del poeta Ignazio Buttitta e successivamente a New York, dando grandi soddisfazioni all’artista. L’invito a Manchester da parte del Centro Diffusione Lingua e Cultura Italiana (CDLCI) costituisce solo la tappa più recente di una mostra destinata a girare il mondo.
Secondo molti il film “Baaria” avrebbe potuto suscitare un risveglio artistico e culturale di tutto il territorio di riferimento. Così non è stato, e la stessa Martorana ha constatato, con un certo rammarico, che il suo è rimasto l’unico progetto concreto realizzato in seguito al film.
“Two days of Sicily” ha anche contribuito a fornire una immagine positiva dell’isola dando visibilità ai vini prodotti dalle cooperative che lavorano nei terreni confiscati alla mafia e proponendo oggetti d’artigianato realizzati nel laboratorio della Bottega d’Arte di Pina Castronovo oltre che attraverso il repertorio di musica popolare eseguito dagli Armish.
Un paio di giorni prima della partenza per l’Inghilterra, l’iniziativa è stata presentata dall’artista nel corso di una affollata conferenza stampa tenutasi all’interno dei locali del Dopolavoro Ferroviario presso la stazione Notarbartolo di Palermo, in occasione della quale sono intervenuti anche personaggi coinvolti solo marginalmente dal punto di vista artistico, ma che non hanno saputo contenere la loro voglia di partecipare, esprimendo con calore il loro sostegno e l’affetto per Elisa e la Sicilia.