Quindici dissertazioni sui temi del paesaggio e della veduta insulari. Quindici riflessioni di ambientazione notturna, condotte nel ristretto perimetro del piccolo formato.
di Salvo Ferlito*
Nocturna insula è una collettiva di grafica, pittura e scultura finalizzata all’analisi e allo scandaglio di quel senso di panico mistero e di quelle sospese atmosfere che paiono avvolgere il mondo naturale e i contesti urbani della Sicilia al calar dell’oscurità della notte.
Abituati alle epifanie cromatiche e ai barbagli luminosi di tanta produzione paesaggistica e vedutistica isolana, assai di rado ci è data l’occasione di confrontarci con opere d’arte che abbiano nella dimensione tenebrosa il proprio innesco visuale e il prioritario fulcro narrativo. Ribaltando il consueto approccio “diurno”, tutto basato sull’esaltazione e sull’estroflessione dell’asprezza naturale e dell’imponenza architettonica, Nocturna Insula mira dunque a porre in evidenza quegli aspetti più riposti e quelle componenti più occulte che si celano dietro un sembiante generalmente improntato ad un eccesso di esuberanza e mediterraneità.
Figurazione classica e fughe informali, senso del pathos e giocosa levità, lirismo ermetico e vis affabulatoria si alternano nelle quindici opere in esposizione, offrendo agli osservatori un’articolata e multiforme sequenza di punti di vista e narrazioni, in grado di innescare dei meccanismi simpatetici di intensa tensione emozionale ed affettiva. Tecniche disparate (dal disegno all’incisione, dalla pittura ad olio all’acrilico, dal pastello alla ceramica) e linguaggi differenti (dall’acribia calligrafica a una maggior sintesi figurale, dai progressivi sconfinamenti verso l’informale fino alla più pura astrazione) si fanno dunque strumento d’una sentita esigenza di rinnovamento del consuetudinario approccio ai temi del paesaggio e della veduta insulari, consentendo così di procedere oltre le gore d’un verismo e d’un naturalismo ormai stantii e stiracchiati e di pervenire a un più attuale sentimento paesaggistico e vedutistico. Non si tratta, quindi, di porre in essere tentativi più o meno virtuosistici di mimesi del mondo naturale o dell’opera dell’uomo, quanto di advenire a delle forme simboliche di rappresentazione che consentano di enucleare e restituire visualmente tutti quei fremiti, quelle tensioni, quelle energie, quelle inquietudini che sono albergati nel profondo dei contesti naturali e sociali della nostra isola. In tal senso, le atmosfere notturne fungono da ideale cassa di risonanza, favorendo – al di là dei moduli espressivi adottati e del tono più o meno elegiaco o divertito dell’eloquio – la distillazione e il sedimentarsi di umori ed impressioni, di incanti e disincanti, di ossessioni e vagheggiamenti, in una “depurazione progressiva “ del dato percettivo davvero capace di restituire – seppur ineffabilmente – quel “mood oscuro” sotteso all’esteriorità.
Artefici di questa singolare trattazione sono Rosario Amato, Marta Cannizzaro, Salvatore Caputo, Aurelio Caruso, Angelo Denaro, Giuseppe Fell, Manlio Giannici, Anna Kennel, Mario Lo Coco, Paolo Madonia, Daniele Messineo, Vincenzo Nucci, Enzo Romeo, Tino Signorini, Bice Triolo.
* critico d’arte