La gastronomia siciliana rappresenta un soggetto in grado di produrre molteplici esempi di still life fotografici realizzati con cura estetica.
di Andrea di Napoli
Le fotografie del cibo rappresentano un vero e proprio genere autonomo in grado di produrre molteplici e variegati esempi di still-life fotografici. Si tratta di eleganti nature morte realizzate con una grande cura estetica da abili professionisti che, ricorrendo alla tecnica e all’esperienza acquisita, giocano con le luci e propongono audaci accostamenti di forme e colori per catturare il fascino degli alimenti. Prodotti tipici e specialità prelibate non sfuggono all’obiettivo dei fotografi che intendono mettere in evidenza che il cibo rappresenta una parte importante del patrimonio culturale di un territorio e delle tradizioni di coloro che vi abitano. Dopotutto, può anche essere vero che, come sosteneva il filosofo tedesco Feuerbach, «L’uomo è ciò che mangia». Come tutte le arti visive, la fotografia è destinata a trasmettere emozioni nel momento in cui viene osservata, rendendo possibile, nella fattispecie, cogliere l’appetibilità di un alimento attraverso il suo aspetto estetico, capace di evocare contemporaneamente gusti e sapori particolarmente gradevoli.
Cibo in posa
Generalmente la preparazione di una vivanda destinata al set fotografico è molto diversa per grado di cottura, ingredienti e presentazione rispetto a quella consumata durante il pranzo, in quanto non dovrà soddisfare il palato, ma comporre una immagine “bella da vedere”. Eppure, in alcune occasioni, osservando le fotografie esposte o pubblicate sulle riviste specializzate si può notare l’assenza di qualsiasi accorgimento artificioso e apprezzare l’assoluto realismo delle immagini delle pietanze pronte a essere assaggiate. Talvolta accade che la rappresentazione dell’aspetto estetico di un piatto sia più importante del piatto stesso, pertanto, già nel 1984, sulle pagine del libro “Female Desire- Women’s”, fu coniato il termine “food-porn” per definire il “voyerismo del cibo”, una innocua forma di perversione.
Rappresentazione di un piatto
Anche se è vero che la fotografia viene scattata per essere ammirata, mentre una pietanza viene cucinata per essere mangiata, è altrettanto vero che dalla sinergia tra la natura così diversa delle due materie scaturisce una particolare capacità di coinvolgimento emotivo. La scelta di trovare un punto di ripresa laterale e abbastanza ravvicinato permette ai fotografi di raccontare qualcosa di più delle proprietà e della preparazione di una pietanza, rispetto al consueto piatto colmo di minestra visto dall’alto e utilizzato per le generiche illustrazioni dei libri di ricette. Inoltre, uno sfondo uniforme aiuta l’osservatore a mantenere l’attenzione sull’ alimento in primo piano. Le fotografie del cibo si inseriscono nel dilagante filone gastronomico che imperversa da qualche tempo sia nel settore artistico e letterario che in varie forme di spettacolo e perfino in occasione dell’Esposizione Universale, per la quale è stato scelto come tema conduttore proprio l’alimentazione. Dalle colorate immagini del genere “food”, al di là di qualche esagerazione folkloristica, emergono molti elementi etno-antropologici tipici della nostra appassionante e antichissima cultura popolare.