“Sarà mio compito descrivere il mondo dopo una fiaba” recita l’incipit di una delle intense poesie che compongono il libro della professoressa Maria Angela Eugenia Storti.
di Arianna Zito
Sin dal titolo fortemente allusivo e con una straordinaria carica evocativa, l’autrice accompagna, quasi per mano, il lettore attraverso una sorta di cammino a ritroso, alla ricerca di un’innocenza perduta. Ma in tale iter è assente la malinconia nei confronti di un universo perduto in quanto, come sottolinea Maria Angela Eugenia Storti, è ancora possibile per gli adulti ritrovare quello straordinario mondo ludico, abitato da fate e incantesimi, facendo sì che “l’esperienza possa toccare ma non incattivire. “Giostra di balocchi” – dice – viene fuori dalle mie memorie d’infanzia e dalla necessità di tramandare il senso del racconto e il filo conduttore che lega la vita degli adulti con quella dei bambini”.
L’autrice ci fa idealmente salire su questa “giostra” (alludendo non solo alla giostra in sé quanto al movimento circolare in cui tutto il cammino non è altro che un ritorno a sé stessi, al punto dal quale si è partiti) “cullandoci” con figure e linguaggio che ben rimandano al bagaglio culturale ed emotivo della poetessa, alunna di Furio Jesi e con una laurea in Germanistica. Gli studi anglofoni e gli interessi intellettuali della Storti indirizzano la sua mano cosicché con le sue poesie l’autrice fa risuonare le stanze del lettore d’una eco lontana di ninne nanne, d’una antica voce di fiabe amate, ascoltate e poi, fatalmente, dimenticate. Ma, come si evince dalla lettura di “Giostra di Balocchi” non si tratta di una mera dimenticanza bensì ciò è frutto di quel disincanto che caratterizza l’età adulta, ovvero quando “tutto cospira a tacere”. Ma attraverso la riscoperta del fanciullino di pascoliana memoria – possibile, secondo l’autrice, in virtù della Poesia – scaturisce quello stupore, quel senso d’incanto che aleggia sull’intera raccolta. Ciò è ancora più marcato nella terza parte della raccolta ovvero quella in cui la Storti fornisce quasi una trasposizione in versi di alcune delle più famose fiabe della tradizione nordica, dalla “Sirenetta” alla “Bella e la bestia”.
Il Poeta come colui il quale “vive scalpitando, mormorando e cantando” può col suo intervento far risalire l’Adulto sulla giostra di balocchi, cullandolo e mostrandogli ricordi, sensazioni sopite, con una forza semplice quanto primigenia. “La Poesia eleva, lava le pieghe e le piaghe dell’anima e soprattutto rende più liberi. Dobbiamo sempre sognare – dice Maria Angela Eugenia Storti – perché dalla vita, dalla più cruda realtà, come cito nei miei versi, può nascere anche il sogno”. E il Lettore si lascia rapire dalle immagini e dai suoni, ritrovando il bambino che credeva aver perso: sé stesso.
Giostra di Balocchi (Ila Palma, pagg. 94, € 15,00).