I consigli del nostro critico Massimo Arciresi
La corte (L’hermine, Francia, 2015) di Christian Vincent con Fabrice Luchini, Sidse Babett Knudsen, Eva Lallier, Victor Pontecorvo
L’inflessibile e scontroso presidente di corte d’appello Michel (Luchini, in un ruolo cucito su misura e con complicità dall’amico Vincent, anche sceneggiatore) è alle prese con uno stato influenzale che lo rende ancor meno malleabile e con un caso delicato (un infanticidio, del quale sembra responsabile un giovane padre sbandato). Viene sorteggiata fra i giurati Ditte (la bella ed elegante Knudsen), anestesista d’origine danese che il giudice pretende di conoscere bene e con la quale tenta di conversare fuori dall’aula. Due filoni narrativi principali (più varie microstorie riguardanti gli altri membri della giuria, abbozzate con maestria dal regista), due caratteri principali che rappresentano altrettante filosofie di vita, opposte eppure – forse – complementari, un grande, rifinito esempio di cinema.
Oppure…
Brooklyn (id., Irlanda/GB/Canada, 2015) di John Crowley con Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Julie Walters
Crowley (Intermission), servendosi di un romanzo di Colm Tóibín adattato addirittura da Nick Hornby, narra di una giovane irlandese che negli anni ’50, grazie all’interessamento dell’amata sorella, parte alla volta di New York, dove la attendono un lavoro da commessa e una vita nuova, nonché, presto, delle scelte difficili. Se il risultato, nella sua semplicità, è mirabile, il merito è attribuibile a un cast partecipe, capeggiato dalla Ronan (i cui stupendi occhi appaiono giustamente sperduti per l’intero primo atto), a delle caratterizzazioni attente (vedi i due pretendenti), a un’ambientazione perfetta.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Tuo figlio è arrabbiato con te? Benvenuto fra i genitori!» Mr. Ping, l’oca che ha adottato il goffo ma tenace Po, chiamato a salvare il mondo grazie alla sua incerta conoscenza delle arti marziali (ma lo dice un profezia…), consola Li, padre naturale e ritrovato dell’eletto, dopo un dissapore con quest’ultimo nell’esagerato ma in fondo vario cartoon digitale Kung Fu Panda 3 (id., USA/Cina, 2016) di Jennifer Yuh, Alessandro Carloni.