Se dire bugie rappresenta un impulso, talvolta, irrefrenabile, comprenderne le dinamiche è un’impresa difficile
A cura della Redazione
Ci sono bugie che hanno il naso lungo e bugie che hanno le gambe corte. Comunque sia, la bugia è una prerogativa insita nell’essere umano. Anzi, nasce con l’uomo. La prima bugia risale alla questione della mela di Adamo ed Eva. Da allora, per futili o importanti motivi, tutti hanno continuato a mentire. Per ragioni diverse e con modalità proprie, lo fanno anche quelli che si proclamano assolutamente sinceri o che provano scandalo rispetto alle bugie di cui sono vittime. Perfino coloro che si autoassolvono, qualificando con l’aggettivo ‘indispensabili’ le proprie bugie.
Chi è in grado di stabilire una linea di demarcazione fra verità e menzogna? Come stabilire una separazione netta tra l’una e l’altra?
Impresa non poco ardua. Intanto, cominciamo con il dire che risulta inesatto suddividere gli esseri umani in due grandi categorie, quella dei bugiardi e quella dei sinceri. Piuttosto è possibile affermare che la vita è un grande palcoscenico in cui ciascuno assume alternativamente ora il ruolo di ingannatore ora quello di ingannato.
Il bambino, ancor prima della verità, impara la menzogna. Pare, infatti, che per un soggetto in età evolutiva dire la verità sia un processo tutt’altro che semplice e automatico.
L’essere sinceri rappresenta un apprendimento graduale e successivo alla base del quale ci sono le stimolazioni degli adulti. Sono, per l’appunto, gli adulti che danno importanza e valore alla confessione della verità e che insegnano così al bambino il valore sociale del dire le cose come stanno. Questo apprendimento porterà i bambini a dire la verità per ragioni differenti anche se, in qualche modo, fra loro interrelate: in prima istanza, per soddisfare i genitori, nonché, per nutrire la stima di sé. Dicendo la verità, infatti, il bambino si sente socialmente accettato, sensazione che sta alla base dell’autostima e, a sua volta, alla base di una crescita equilibrata e serena.
Cos’è la bugia?
Ma cos’è, in realtà, la bugia? Fondamentalmente si tratta di un’alterazione di una chiave di lettura artefatta al volere di chi la profferisce, allo scopo di ottenere un beneficio personale (nel migliore dei casi) o di nuocere a qualcun altro (nel peggiore).
Chiaramente, sono possibili infinite sfumature della bugia, dall’omissione alla dissimulazione, dall’alterazione parziale alle più ignobili maldicenze, e così via, transitando per gli oscuri meandri dell’animo umano e per le sue insondabili tortuosità.
Le diverse tipologie del bugiardo
Se la menzogna è comune a tutti, a fare la differenza è quello che ci spinge a mentire.
Esistono le bugie dette a fin di bene, cioè le bugie che, apparentemente, raccontiamo per non ferire i sentimenti degli altri. Secondo Bella DePaulo, psicologa, che ha condotto degli studi proprio sulla bugia e sui bugiardi, in molti casi, se non diciamo la verità non è per evitare di ferire gli altri, quanto per assicurarci di avere ancora il loro consenso sociale. In pratica, siamo preoccupati da quello che penserebbero di noi se osassimo dire la verità. Tra i bugiardi cronici, infatti, figurano proprio le personalità più sensibili al giudizio altrui.
Nella vasta gamma di bugiardi esistono pure i bugiardi patologici. Si tratta di soggetti affetti dalla cosiddetta sindrome di pinocchio. Queste persone manifestano un vero e proprio disagio psicologico, di cui tendono a escluderne la gravità, fino ad arrivare a non riconoscerla neanche. Ciò causa molta sofferenza a sé stesso e agli altri. Le principali caratteristiche del bugiardo patologico sono, in primo luogo quella di mentire gratuitamente, anche se non è necessario, sono manipolativi nei confronti degli altri, sono seduttivi e disinibiti, sono intolleranti alle critiche, non provano nessun rimorso, sono incapaci di relazioni affettive mature. Dal punto di vista clinico il bugiardo patologico può essere affetto da disturbo istrionico di personalità che è caratterizzato da un tipico quadro pervasivo di emotività eccessiva, ricerca di attenzione, e appaiono a prima vista attivi, interattivi e disinibiti.
Altra tipologia pericolosa è rappresentata dal bugiardo compulsivo. Il bugiardo compulsivo, invece, non mente per raggiungere un fine specifico; mente semplicemente per abitudine e soprattutto perché mentire lo fare stare meglio di quanto starebbe dicendo la verità. Dire la verità per queste persone diventa un’impresa psicologicamente difficile, così mentono su qualsiasi cosa. La bugia compulsiva in genere si sviluppa nell’infanzia e in ambienti familiari in cui la menzogna è necessaria.
Ai bugiardi incalliti si oppongono i bugiardi ‘una tantum’, cioè quelli che tendono a non dire bugie o a dirne una ogni tanto. Tra questi, in primo piano, figurano le persone responsabili, affidabili e oneste.
Ad influenzare la nostra tendenza a raccontare frottole c’è anche il rapporto con le persone dello stesso sesso. Più è forte il rapporto, più siamo sinceri. Più è conflittuale, invece, e più mentiamo.
La politica ha il naso lungo o le gambe corte?
Tra i bugiardi più incalliti figurano anche gli estroversi. Chi ha molte interazioni sociali ha decisamente più occasioni di mentire, se non altro per rendere più distesi, con l’ausilio di piccole menzogne, i rapporti frequenti con gli altri.
In questa categoria si distinguono i politici. Qui si apre, però, una voragine. Non vogliamo dire che i politici siano i bugiardi per eccellenza, ma semplicemente che, se ragionare sulla bugia rapportata alla personalità di ogni individuo è difficile, connotare la bugia nel mondo della politica diventa veramente impossibile.
Già ai tempi dei fenici, dei greci e dei romani, l’ars retorica utilizzava la bugia per difendere, nei processi di piazza, governanti, filosofi e condottieri da accuse pretestuose e bugiarde. La storia è una fonte inesauribile di esempi cui rifarsi per comprendere quanto la bugia sia stata il cavallo vincente. Pensiamo, per esempio, alla guerra di Troia e all’inganno perpetrato da Ulisse. Il Machiavelli ne fece il mezzo assoggettato al fine di chi governa. Cairoli, dopo il congresso di Berlino, affermò che una politica troppo onesta porta solo a deludenti risultati politici. Quinto Cicerone, nel Commentariolum Petitionis istruisce il fratello Marco Tullio all’uso ponderato e sicuro della bugia in occasione della sua campagna elettorale.
E i politici attuali? Che rapporto hanno i politici con la verità? Tra il serio e il faceto, tra il detto e il non detto, tra promesse e verità lapalissiane, tutti coloro che bazzicano gli ambienti della politica si riconoscono nella bugia. In realtà, il politico affronta diversi stipe della bugia: il primo è quando la bugia, la mezza verità, il pretestuoso sono eletti a vissuto e agito quotidiano. Il secondo, quello che può essere definito il perfezionamento, è rappresentato dall’imparare l’esperanto politico o il politichese, lingua con una vita propria, accessibile solo agli iniziati di quella setta che deve amministrare la res pubblica. A nulla vale per il neofita che si accosti al nuovo mondo, rifiutarsi di accedere a queste vette espressive, pensando così di potere conservare l’individualità e l’animus di cittadino qualunque. Assolvere a questo modo di essere è obbligatorio. Pena, l’esclusione dal giro politico, quello che sta in sella a prescindere dallo stendardo che svetta più in alto.
Da dove nasce la bugia
Insomma, tutti, chi più chi meno, diciamo bugie. La bugia fa parte della nostra vita. Ma da dove nasce questo impulso?
Secondo alcuni studi scientifici, due estranei si mentono più o meno 300 volte durante i primi dieci minuti della loro conversazione. Inoltre, gli stessi studiosi affermano che ciascuno di noi dice dalle duecento alle trecento bugie al giorno. Questi dati, però, non devono sconvolgerci più di tanto. La bugia, in fondo, non è altro che un ponte fra quello che vorremmo essere e quello che realmente siamo.
Sempre secondo gli studi di cui accennavamo, sono stati distinti tre tipi di bugie: self-oriented lies: a beneficio di sé stessi. Questo tipo di bugia riguarda il 50 per cento dei casi; other-oriented lies: a beneficio degli altri e riguarda, invece, il 25 per cento dei casi; social-oriented lies: a beneficio della relazione interpersonale. Anche questa tipologia coinvolge il 25 per cento dei casi.
Tipologie della bugia
Non tutte le bugie sono distruttive. Ci sono anche quelle chiamate ‘bugie bianche’, per mezzo delle quali proteggiamo un’altra persona, per evitare di ferire i suoi sentimenti o di provocare conseguenze negative. In quest’ottica, la bugia non solo non è un male, ma al contrario è un elemento importante e spesso positivo delle nostre relazioni con gli altri e del nostro equilibrio interiore.
La bugia non ha differenza di genere? Dare una risposta a questo quesito è veramente difficile. Secondo alcuni studiosi del fenomeno, uomini e donne mentono indistintamente? A cambiare la natura della bugia è invece il sesso del destinatario della menzogna. Le bugie raccontate dalle donne ad altre donne, ad esempio, spesso sono generate dalla volontà di non ferire i sentimenti. Nelle restanti combinazioni, invece, la bugia nasconde implicitamente la volontà di apparire migliori degli altri.
Recentemente, però, sono emersi altri studi condotti in Inghilterra, secondo i quali esiste una netta distinzione di sesso nel dire bugie. Secondo queste ricerche, gli uomini dicono il doppio delle bugie rispetto alle donne, e nonostante un’alta percentuale di donne creda di essere esperta nell’arte di smascherarle, il più delle volte la bugia riesce nel suo intento. Le bugie maschili più comuni riguardano il cellulare: preferiscono inventare scuse sulla batteria scarica che ammettere di non avere voglia di rispondere; oppure le preoccupazioni personali: preferiscono liquidare l’interlocutore con una frase “non ho niente, va tutto bene” piuttosto che condividerle. Le donne, anche se mentono la metà, principalmente lo fanno riguardo ai costi dello shopping, inventando saldi inesistenti o nascondendo i frutti del peccato.
L’altro aspetto che emerge da recenti studi sul fenomeno della bugia è l’età. Sembra, infatti, che invecchiando si dicano meno bugie. Con l’età, infatti, diventiamo tutti meno bugiardi.
Le bugie, comunque, fanno parte della nostra vita. Distinguere le bugie dalla verità è difficilissimo, fare a meno delle bugie è impossibile
La bugia nuoce alla salute fisica?
La menzogna può danneggiare la salute? Non c’è dubbio che dire bugie crea un conflitto interno che genera stress e, di conseguenza, sofferenza.
Alcuni studiosi americani hanno coinvolto 110 persone tra i 18 e i 71 anni in uno studio in base al quale questi soggetti sono stati sottoposti al test della macchina della verità. Alla metà dei partecipanti è stato chiesto di non mentire mai, a nessuno e per nessuna ragione. Ai restanti non sono state date istruzioni. I ricercatori hanno scoperto che le persone poco sincere si ammalavano di più: mal di testa, gola infiammata, depressione, tensione, stress. Gli psicologi hanno osservato, inoltrem che, in entrambi i gruppi, le persone più sincere vivevano meglio: a un minor numero di menzogne settimanali corrispondeva una percezione di benessere fisico e psichico maggiore. Non possiamo certo affermare che dire bugie generi malessere fisico. E’ sicuro, invece, che essere più sinceri nel relazionarsi con l’altro ci porta a percepire un maggior benessere psicologico; quindi, se non è certo che dire meno bugie faccia bene alla salute, almeno vale la pena tentare per vivere una vita migliore.