Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Chi sono i più disoccupati in Sicilia?

La Sicilia è la regione in cui si registra il tasso più alto di disoccupazione. Ma chi sono i più disoccupati dell’Isola...

di Redazione

Le regioni del Sud Italia arrancano ancora e registrano un aumento del divario con il resto del Paese. La Sicilia è la regione in cui si registra il tasso più alto di disoccupazione. Ma vediamo chi sono i più disoccupati dell’Isola 

 

di  Luca Licata

Il tasso di occupazione in Sicilia delle persone tra i 20 e i 64 anni (42,4% nel 2014) è il più basso di tutte le regioni europee. Secondo dati dell’Eurostat Regional Yearbook, in Italia c’è un divario di oltre trenta punti tra l’area con il tasso di occupazione più alto (Bolzano, al 76,1%) e la Sicilia. Su appena sei regioni in Europa con il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni inferiore al 50% – sottolinea Eurostat – quattro sono in Italia, Puglia (con il 45,7%, ndr), Campania (42,7%), Calabria (42,6%) e Sicilia mentre una è in Spagna (Ceuta) e una in Grecia ((Dytiki Ellada).
Le regioni del Sud Italia arrancano ancora e registrano un aumento del divario con il resto del Paese.
Il dato è legato anche alla scarsissima occupazione femminile con appena il 29,6% delle donne tra i 20 e i 64 anni in Sicilia che lavora. ). Per contro – sottolinea l’Eurostat – l’occupazione delle donne in questa fascia di età raggiunge il 75% in Olanda, in molte regioni della Germania, nei Paesi nordici e nel Regno Unito.

Disoccupati in Sicilia  disoccupati-sicilia

Calabria e Sicilia sono anche fra le regioni maglia nera d’Europa sul fronte del numero dei giovani che non lavorano, non studiano e nemmeno seguono una formazione. Secondo Eurostat, i ragazzi fra i 18 e i 24 anni, i cosiddetti Neet (Not engaged in Education, Employment or Training), nell’Ue si ritrovano soprattutto in due regioni della Bulgaria (45,7%), una in Romania, nelle isole Azzorre in Portogallo e in Italia nel Mezzogiorno, specie in Calabria e Sicilia, dove i Neet superano quota 40%, contro una media europea del 16,3%. L’Italia ha anche il più ampio divario regionale per la disoccupazione giovanile (15-24 anni): in Calabria raggiunge il 59,7% a fronte del 12,4% di Bolzano.  Nel 2014 la percentuale dei giovani Neet (persone non occupate nè in un percorso di formazione o educazione) tra i 18 e i 24 anni in Europa era al 16,3%, in calo rispetto al picco del 17,1% del 2012.

In Italia – sottolinea l’Istat – si registra il livello più alto di Neet in Ue con il 29% (tra il 21% e il 27% in Romania, Spagna, Bulgaria, Cipro e Grecia), ma con picchi oltre il 40% in Calabria e Sicilia. Molto alto nelle regioni meridionali anche il tasso di disoccupazione di lunga durata, ovvero di coloro che restano senza lavoro per oltre 12 mesi. Il record della disoccupazione di lunga durata tra le regioni europee è in Guadeloupe (79,5%) ma quattro regioni italiane sono oltre il 65%.
L’Italia ha anche il più ampio divario regionale per la disoccupazione giovanile (15-24 anni): in Calabria raggiunge il 59,7% della forza lavoro a fronte del 12,4% di Bolzano. Nel 2014 la percentuale dei giovani Neet (persone non occupate nè in un percorso di formazione o educazione) tra i 18 e i 24 anni in Europa era al 16,3%, in calo rispetto al picco del 17,1% del 2012. Il livello più alto di Neet in Ue si registra in Italia con il 29% (tra il 21% e il 27% in Romania, Spagna, Bulgaria, Cipro e Grecia) ma con picchi oltre il 40% in Calabria e Sicilia. Di qui l’urgenza di affrontare il problema di disoccupazione giovanile e abbandono scolastico.
Molto alto nelle regioni meridionali – segnala infine l’Eurostat – anche il tasso di disoccupazione di lunga durata, ovvero di coloro che restano senza lavoro per oltre 12 mesi. Il record della disoccupazione di lunga durata tra le regioni europee è in Guadalupa (territorio d’oltre mare francese, con il 79,5%), ma quattro regioni italiane sono oltre il 65%.

Centomila giovani del Sud ogni anno in fuga all’estero per cercare un futuro, quasi due milioni di giovani disoccupati di cui il 50% si “rifugia” in Garanzia Giovani sperando nell’offerta di un’opportunità. disoccupati
Nel 2015 “nella fascia d’età fra i 15 e i 24 anni si sono persi 7mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente, e addirittura in quella compresa fra 35 e 49 anni il calo è stato di 69mila unità. A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile è risalito al 39,3%. L’aumento dell’occupazione nel 2015 registrato dall’Inps, dall’Istat e dal governo riguarda prevalentemente gli over 50, per via dell’innalzamento dell’età pensionabile e delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti precari: nel 2015, in Italia, dei 764.129 rapporti di lavoro a tempo indeterminato in più rispetto al 2014, ben 578.081 sono trasformazioni; in Sicilia su 33.204 posti stabili in più, ben 18.123 sono trasformazioni e solo circa 7mila sono le assunzioni di giovani”.
La platea di giovani disoccupati è aumentata a quasi 2 milioni di soggetti, nonostante ogni anno, 100mila giovani, pari ad una città intera, lascino il Sud e vadano all’estero o per conseguire un titolo universitario più facilmente spendibile oppure per lavorare. Le mete più gettonate sono Inghilterra, Germania, Spagna, Romania, Balcani, Paesi Arabi e Cina. Del bacino di giovani che restano in Italia, ben 1 milione e 723mila sono i giovani “Neet” (di età fra 15 e 29 anni che non studiano e non cercano lavoro) censiti dal Monitoraggio del ministero del Lavoro del 26 febbraio scorso sull’attuazione del programma Garanzia Giovani. Di questi il 55% (pari a 979mila unità) si sono registrati sulla piattaforma Garanzia Giovani. Su 862.747 adesioni definite, quasi la metà, 424.170 riguardano il Sud, con il boom di adesioni in Sicilia pari a 147.710. Del totale dei presi in carico (624.553), 312.148 ricadono in regioni del Sud (117.240 in Sicilia). Se in Italia quelli con profilazione alta sono il 44,7%, salgono al 70% nel Sud con la “punta” della Sicilia all’80,2%. E sono il 3,7% coloro che dal Sud hanno scelto di svolgere un tirocinio in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lazio. Ma solo a 288.719 giovani è stato finora possibile proporre una misura di accompagnamento al lavoro.

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