‘Vacanze, allegria, spensieratezza’. ‘Desolazione, solitudine, abbandono’. Sono le due facce dell’estate. La prima con la sua maliardia. La seconda risucchia nella sua cupa coltre di afa e smarrimento. Il piano emergenza caldo sotto l’afa dell’estate
di Clara Di Palermo, Luca Licata, Patrizia Romano
L’esodo vacanziero trascina flotte di giganti in cerca delle mete più disparate, lasciando la città vuota in cui si consumano lente e sconfortanti le giornate di chi rimane. Anziani, indigenti, malati, barboni…. Si aggirano come spettri di un’esistenza priva di prospettive, tra le strade deserte e silenziose delle grandi aree metropolitane.
Sono persone che, per le gravi condizioni socio-sanitarie in cui vivono, sono considerate soggetti fragili, per i quali scatta l’emergenza estate. Si tratta prevalentemente di persone anziane e di soggetti affetti da gravi patologie debilitative e, pertanto, non autosufficienti.
Sono migliaia, vivono da soli in appartamenti piccoli, angusti e riposti, magari, ai piani alti. Molti di loro hanno problemi di salute e dispongono solo della pensione minima. Questo è l’identikit dei soggetti più a rischio in estate tracciato dal dipartimento socio-sanitario dell’Asp di Palermo. I più esposti all’abbandono estivo rimangono, comunque, gli anziani. Sempre secondo dati forniti dall’Asp, un over 75 su stte, tra quelli residenti nei quartieri storici delle grandi città, vive da recluso in palazzi senza ascensore. Uno su tre è poco o per nulla autosufficiente. L’estate diventa per loro un nemico contro il quale combattere.
Emergenza caldo – Aspetto sanitario
L’elemento più ostile è il caldo. Difficile da combattere quando non si è in grado di soddisfare le esigenze più elementari del nostro organismo. Il colpo di calore è un disturbo causato da esposizione ad alte temperature, accompagnate da un elevato tasso di umidità e dall’assenza di ventilazione. Si può manifestare anche all’ombra in ambienti aperti o in ambienti chiusi. Una delle conseguenze del colpo di calore è la disidratazione che si manifesta in corso di sudorazione profusa con conseguente perdita di liquidi e di molti sali essenziali per l’organismo. Se la quantità di acqua bevuta durante la giornata non è sufficiente si ha una concentrazione di Sali nel sangue dannosa per l’organismo.
Emergenza caldo – Integrazione socio-sanitaria
Deficienze che si acuiscono nei soggetti trascurati e abbandonati a se stessi. Occorre, pertanto, fare prevenzione e pensare a una gestione ordinaria di questi soggetti. Si tratta di persone che difficilmente vengono raggiunte dai servizi e che, pertanto, nei mesi estivi sono più esposti all’abbandono e alla solitudine.
Si è cercato, negli anni passati, di rendere la rete dei servizi rivolta al paziente ‘fragile’ quanto più completa e funzionale alle sue esigenze. I risultati, però, non sono stati mai pienamente raggiunti.
Negli ultimi anni, per fronteggiare l’emergenza caldo, l’Asp di Palermo ha potenziato l’integrazione tra le varie realtà assistenziali presenti sul territorio. Si cerca di fare leva su un’azione di coordinamento centralizzato, con una sinergia tra le attività di monitoraggio, di intercettazione del bisogno e di intervento tempestivo socio-sanitario proprio nei confronti di quelle persone che risultano particolarmente penalizzate dalle avverse condizioni climatiche, a causa di patologie pre-esistenti o per le condizioni socio-ambientali in cui vivono.
Viene, pertanto, attuato un piano di sorveglianza attiva nei confronti dei pazienti anziani già in assistenza domiciliare integrata, nonché dei soggetti fragili segnalati direttamente dai medici di Medicina Generale.
Piano emergenza caldo 2016
Anche quest’anno, il ‘piano emergenza caldo 2016’ dell’Asp di Palermo è entrato in funzione. Gli interventi previsti sono rivolti ai bambini fino a 4 anni di età e agli anziani.
Sono stati allertati i Pronto Soccorso di Palermo e provincia e attivato l’unità di crisi aziendale che sta monitorando l’andamento della situazione.
Inoltre, è stato predisposto un ‘servizio di allerta’ per gli anziani già in assistenza domiciliare integrata (Adi) e per i pazienti ‘fragili’ segnalati direttamente dai medici di medicina generale a una Centrale operativa. In pratica, i medici di famiglia dopo avere visitato il paziente, potranno allertare direttamente la ‘Centrale operativa del servizio’ per richiedere, qualora ve ne fosse bisogno, l’impiego di infermieri professionali per terapie di reidratazione urgente a domicilio.
Deficienze strutturali
Tutto questo, però, non è sufficiente a coprire le esigenze di questa ampia fascia di soggetti ‘fragili’. In alternativa, per molti di loro, si propone il fenomeno del ricovero-abbandono. Vengono cioè posteggiati negli ospedali con un pretesto sanitario qualsiasi. Questo drastico rimedio appesantisce il sistema sanitario già deficitario di posti e carente di personale. L’assistenza domiciliare, l’integrazione socio-sanitaria e altre forme di sostegno dovrebbero essere fornite pure dalle strutture territoriali preposte allo scopo.
Aspetto legislativo
Eppure, sotto il profilo normativo, la Sicilia ha le carte in regola. Dagli inizi degli anni Ottanta, si è registrata una continua promulgazione di leggi tutte rivolte alla realizzazione di strutture di accoglienza moderne e funzionali, all’assistenza domiciliare, all’inserimento lavorativo, all’integrazione sociale. Nessuna normativa, però, ha trovato piena attuazione. Con la legge numero 87 dell’81, gli enti locali hanno avuto piena autonomia sia nella gestione diretta di certe strutture sia nell’affidamento, in regime di convenzione, a organismi preposti. Tra questi rientrano i cosiddetti servizi aperti che si espletano attraverso l’assistenza domiciliare, i soggiorni climatici, i centri ricreativi, eccetera. I comuni che si sono adeguati sono, però, pochissimi. Il capoluogo siciliano è tra i più carenti. Ai Comuni è demandato il compito di richiedere i finanziamenti necessari a realizzare i servizi previsti dalla legge. Molto spesso, invece, si trovano a rimandare i soldi indietro perché non utilizzati.
Emergenza caldo – Chi aiuta chi
Il caldo, di per sé, costituisce già un’emergenza. Figuriamoci quando a patirlo sono anziani o soggetti deboli che in più sono soli, sia perché senza famiglia sia perché vittime dell’abbandono da vacanze.
Ogni fine estate il bollettino dei decessi causati dalla canicola è sempre più lungo di quanto si vorrebbe. Ma l’assistenza a chi resta solo nelle città calde e deserte è da sempre argomento di dibattito sociale e politico. Tante le organizzazioni che danno assistenza, un’occhiata veloce con l’aiuto dei motori di ricerca farà emergere tantissime realtà.
Come cronoshare.it che, mettendo in rete tantissime professionalità in tutta Italia, consente di fornire, tra l’altro, assistenza medica, infermieristica e di semplice accompagnamento a chi ne faccia richiesta. Si può richiedere un preventivo, tutto con molta chiarezza, e poi si potrà decidere se avvalersi o meno dei servizi offerti, scegliendo tra diverse proposte.
In alcuni casi, questo servizio di assistenza o accompagnamento è diventato un lavoro per molti, per chi è rimasto senza impiego o studenti che vogliono mettere a reddito il tempo libero dallo studio. In cambio di una retribuzione oraria concordata, si offrono di accompagnare chi ha bisogno a fare commissioni, una semplice passeggiata o a una visita medica.
E sta prendendo piede anche in Italia (la pioniera è stata la Svezia) la consuetudine della condivisione: anziani che vivono da soli cedono una camera del loro appartamento a giovani che, in cambio dell’alloggio gratuito, si offrono di accompagnarli per varie faccende o, più semplicemente, di far loro compagnia nell’arco della giornata.