La storia della nostra Isola è millenaria e altrettanto millenaria è la storia dei suoi castelli. La lista è estesa! Ci sono almeno quarantacinque fortezze da poter ammirare. Noi ne abbiamo scelto cinque per voi, da potere ammirare e da visitare assolutamente
di Daniela Giangravè
Non ci sono regole architettoniche per un castello fra le nuvole.
G.K. Chesterton
Castelli erranti, castelli per aria, castelli immaginari, castelli fatati, castelli infestati e così via alla fantasia.
Ci sarà capitato, qualche volta, di sognare di possedere una fortezza, di primeggiare su tutto e tutti o di godere della bella vista dall’alto di una torre!
La storia della nostra Isola è millenaria e altrettanto millenaria è la storia dei suoi castelli.
La lista è estesa! Ci sono almeno quarantacinque fortezze da poter ammirare alla scoperta di una Sicilia arcaica e immortalata per l’eternità come in uno scatto fotografico nella bellezza di una vecchia istantanea. Con l’intento di attirare la vostra attenzione e di invitarvi a proseguire con la scoperta, abbiamo scelto per voi cinque castelli da visitare assolutamente, circondati da panorami mozzafiato e anfratti suggestivi, antiche dimore e memoria storica, e chissà, anche memoria di antichi segreti…
Cominciamo il nostro piccolo viaggio indietro nel tempo attraverso le province di Palermo, Trapani, Catania, Ragusa e Caltanissetta.
Castelli di Sicilia – Castello di Caccamo
Pillole di storia
Traccia di una lunga parentesi della storia siciliana, questo è uno dei luoghi più prestigiosi e attrattivi della Sicilia, e va detto, forse il più grande e il meglio conservato d’Italia.
Risalente al periodo normanno, le prime notizie storiche accertate risalgono al 1.160. Nasce come fortezza. Le prime importanti trasformazioni le dobbiamo alla famiglia Bonello che lo resero maggiormente inespugnabile. Tra il 1302 e il 1392, per volontà degli illustri Chiaramonte, il suo scopo difensivo venne rafforzato attraverso la costruzione di alcune torri.
I De Spuches sono stati gli ultimi inquilini del maniero i quali e, grazie alla poetessa Giuseppina Turrisi Colonna, resero il Castello centro di cultura e di fasto.
Il terremoto del 1923 ne ha distrutto alcune aree.
Dal 1965 la Regione Sicilia ‘ha preso il comando’, occupandosi del restauro e della riapertura di alcune aree messe in sicurezza.
Uno sguardo fuori
E’ situato su una ripida roccia calcarea, a metà strada fra Palermo e Cefalù, ed è incredibile come sembri quasi un naturale prolungamento delle pareti pietrose, sormontando con la sua imponenza il paese. Al di sotto troviamo la meravigliosa vallata creata dal fiume San Leonardo, le cui acque alimentano il lago artificiale di Rosmarina, e il pendio del Monte Calogero.
Vi si accede percorrendo una lunga salita a gradoni che quasi possiamo immaginare di percorrere a cavallo! Dal muraglione merlato che troviamo sulla destra possiamo ammirare il paese dall’alto, sulla sinistra, invece, godiamo della visuale del castello adagiato sulla roccia. E questo è solo l’inizio!
Uno sguardo dentro
Facendo un giro virtuale all’interno, dopo l’ingresso che porta alle antiche scuderie, dopo i corpi di guardia a sinistra e a destra, attraverso un arco, giungiamo al terrazzo che ci regala il bellissimo panorama sulla vallata e in cui troviamo la piccola cappella di corte. A seguire le stanze della servitù, la Sala della Congiura e la Sala delle Armi con i tetti lignei e le sue possenti armature. Si giunge alle carceri un arco più avanti. In alcune celle le pareti sono gremite di graffiti e dipinti forse testimonianza della vita che i detenuti conducevano tra quelle mura.
Vi è anche una stanza con una botola al cui interno dovevano esserci delle lame che infliggevano la morte al malcapitato.
La vista si perde tra sale da pranzo affrescate, mosaici sui pavimenti, scuderie, la sala del teatro, le logge, gli atrii, gli alloggi per i soldati, i ballatoi e le innumerevoli merlature a testimoniare il lusso delle diverse famiglie nobiliari. Beh, un modo originale per trascorrere il proprio tempo.
Tra storia e leggenda
Ogni tanto leggenda e storia s’incontrano a metà strada.
Il salone ‘della congiura’ racchiude in sé la parte più interessante del Castello di Caccamo. Stiamo parlando della leggenda del fantasma che, si dice, si aggiri per le sue stanze. Matteo Bonello, uno dei primi proprietari del castello, è stato nemico accanito del re Guglielmo I detto Il Malo. Ingannato da false promesse politiche dallo stesso re, il ricco proprietario è stato catturato e torturato atrocemente. La terribile morte dell’uomo ha dato vita all’idea che il suo altrettanto terribile fantasma vaghi tra le stanze e le sale del suo castello. Sembra girovagare pure il fantasma di una giovane monaca, figlia di uno dei tanti proprietari della rocca, che si innamorò di un valente soldato. Il padre della fanciulla, contrario all’unione, fece di tutto per separare i due amanti, uccidendo il soldato e rinchiudendo in un convento la povera figlia. Consumata dal dolore la giovane visse solo poco tempo dopo la forzata separazione.
Castelli di Sicilia – Castello di Venere
Attraversando la nebbia e l’atmosfera rarefatta del delizioso borgo medievale di Erice, in provincia di Trapani, si svela davanti a noi come per incanto il Castello di Venere.
Pillole di storia
È stato edificato dai Normanni sul monte Giuliano nel XII secolo, e sorge sopra le rovine di un antichissimo santuario a cui in epoca romana si sovrappose un tempio dedicato alla Venus Erycina romana, ovvero la fenicio-cartaginese Astarte e la greca Afrodite.
Qui le sacerdotesse praticavano l’antica arte della prostituzione sacra con i pellegrini che si recavano sul picco roccioso per omaggiare la dea.
La fortezza ab origine fungeva anche da carcere e un ponte levatoio la collegava alle tre Torri del Balio. Oggi il ponte è stato sostituito da un viadotto gradinato, uno dei maggiori e caratteristici tra i castelli siciliani.
Fino al XVI secolo, la struttura fu presidio militare spagnolo.
Grazie al conte A. Pepoli, nel XIX secolo, dopo un lungo periodo di decadenza, venne creato un bel giardino pubblico all’inglese e venne fatta ricostruire la torre pentagonale distrutta nel XV secolo.
Uno sguardo fuori
Ma è il panorama di cui si può godere il punto di forza di questo posto.
Dalla punta della torre, lo sguardo spazia da Trapani alle isole Egadi, verso la torretta Pepoli in basso, poi verso la Chiesa di S. Giovanni, proseguiamo verso la costa con Bonagia, il monte Cofano e, se c’è bel tempo, scorgiamo anche Ustica. Si ha quasi la sensazione di poter sfiorare le nuvole che viaggiano alla velocità della luce!
L’ambiente si presta a foto dall’inquadratura unica, si presta al relax e le passeggiate attraverso il giardino adiacente al castello sono davvero piacevoli. Lunghi silenzi e magiche atmosfere per un luogo che è al contempo gotico, luminoso e vivo!
Tutt’oggi il maniero normanno, pur conservando il suo fascino quasi surreale e un po’ sinistro è un interessante centro di scambio culturale. In estate, l’ascolto di versi poetici, con l’accompagnamento di canti antichi, delizia le orecchie e rinfresca il corpo e lo spirito dal fastidioso caldo. Un cielo stellato picchiettato da piccoli pois nebbiosi danno l’impressione di trovarsi immersi in un posto magico e fiabesco. Approfittatene finché potete…
Castelli di Sicilia – Castello Ursino
Se vogliamo una full immersion matta e disperata nella storia della Sicilia o partecipare a stimolanti mostre d’arte, è d’obbligo visitare il Castello Ursino di Catania.
È l’edificio più imponente della città e risale al XIII secolo (dal 1239 al 1250). Costruito per volere di Federico II di Svevia, più volte è stato danneggiato e restaurato, baluardo difensivo voluto proprio dal sovrano. Fino al 1400 fu sede reale degli Aragona. Nel XVI secolo è stato anche una prigione e ne sono testimonianza le iscrizioni dei detenuti ritrovate. A causa di due considerevoli eruzioni del vulcano Etna e con l’introduzione della polvere da sparo, lo scopo militare fu definitivamente compromesso, divenendo dimora di viceré e del castellano.
Uno sguardo fuori
Dalle linee geometriche semplici, la pianta quadrata è sempre stato un esempio di linearità poiché delimitata da quattro torrioni di volume cilindrico ad ogni angolo e da torri semicilindriche situate a metà di ciascun lato.
Durante i Vespri fu sede del Parlamento Siciliano.
Uno sguardo dentro
Nel periodo in cui il maniero federiciano venne utilizzato come carcere furono apportati cambiamenti strutturali per avere un numero di locali sufficienti che si potesse prestare ad uso prigione. Le grandi sale del piano terra furono ridotte in piccoli ambienti, i dammusi, per ospitare i prigionieri. Erano luoghi tetre e infestati da topi, tarantole e scorpioni e la traccia sono le centinaia di graffiti nei muri e negli stipiti di porte e finestre.
Curioso che la lingua di queste iscrizioni è per lo più il siciliano, ma con uso anche del latino, dello spagnolo e di un misto di siciliano e latino.
Oggi
Dopo il suo restauro, è stato adibito a Museo Regionale. Il Castello si pone infatti come perfetto connubio e incontro tra presente e passato, un vero angolo di storia passata e odierna perché la location medievale ben si confà all’utilizzo per mostre itineranti di rilevanza nazionale ed internazionale che senz’altro offrono importanti spunti di riflessione.
Castelli di Sicilia -Castello di Donnafugata
Lo sapete il perché proprio del nome “Donnafugata”? Chissà che non abbia a che vedere con la leggenda secondo la quale si narra la fuga di Bianca di Navarra da Bernardo Cabrera che la chiese in sposa per acquisirne il titolo. Questa fonte, in effetti, non ha nessun riscontro storico ma a noi piace immaginarlo ugualmente.
Un’altra interpretazione farebbe risalire l’origine del nome da una parola araba che significa ‘fonte della salute’.
Tuttavia, la denominazione di castello può trarre in inganno perché più che altro si tratta di una dimora baronale del tardo Ottocento. Ma la residenza elegante, sontuosa, suggestivamente immersa in uno dei giardini più belli di tutta la Sicilia, non ha nulla da invidiare ai più grandi e sfarzosi dei castelli.
Pillole di storia
I Chiaramonte, conti di Modica, nel XIV secolo avrebbero fatto costruire il castello. Probabile sede di Bernardo Cabrera. Nel 1648 V. Arezzo-La Rocca ne fece una masseria fortificata. Nel tempo si trasforma da alloggio neoclassico a castello neogotico.
Dopo anni di abbandono totale, nel 1982 il Comune di Ragusa decide di acquistare la residenza, rendendolo di nuovo agibile.
Uno sguardo fuori
A circa venti chilometri dal centro di Ragusa, la residenza ha una grande facciata in stile gotico, una bella loggia e due torri ai due lati.
Un parco di otto ettari circonda la magione e la impreziosiscono di un’infinità di specie di vegetali a aree di svago per divertire e allietare le ore degli ospiti come la Coffee House, le grotte artificiali con finte stalattiti e il già citato labirinto di pietra.
Uno sguardo dentro
Ci si perde al suo interno tra le centoventi e più stanze su tre piani diversi di cui solo una ventina, ahimé, sono aperte al pubblico.
Si deve assolutamente entrare nella Sala degli Stemmi, nel Salone degli Specchi e nella Sala della musica con i caratteristici trompe-l’oeil alle pareti. Il fumoir e la sala delle signore con i loro raffinati decori vengono arricchiti di temi ispirati alla funzione delle pipe. Al suo interno lo stile gotico-veneziano e il tardo-rinascimentale sono perfettamente accostati.
Cosa state aspettando? Un gioiello di questo tipo va goduto appieno!
Castelli di Sicilia – Castello di Falconara Butera
Concludiamo il nostro itinerario nel Comune di Butera con la romantica location dell’unico maniero della provincia di Caltanissetta e l’unico che si affaccia sul mare dal momento che si erge su un promontorio roccioso sulle acque del Golfo di Gela.
Il nome richiama l’originario allevamento di falconi che si praticava nel 1362 circa, quando la torre era concessa ai Santapau di Butera prima di passare ai principi Branciforti.
Pillole di storia
Nel Quattrocento è stato fondato per difendere la costa dalle scorrerie dei pirati. Più che altro era una torre in origine quadrata detta della Falconara appunto. All’interno possiamo ammirare dipinti, ceramiche e trofei di caccia, eco del lusso di un tempo. Dopo i lavori di ampliamento di metà Ottocento, per volontà del conte tedesco Giorgio Wilding, fu edificata un’intera ala, con un grande salone ed un terrazzo a picco sul mare e il castello perse il suo aspetto di baluardo difensivo diventando un’elegante residenza nobiliare.
Oggi
Il punto panoramico su cui troneggia a picco sul mare è una vista degna dei film più romantici che fanno da scenario alle più belle storie d’amore.
Non è un caso che il castello sia scelto anche come luogo di ricevimento per i matrimoni. L’ambientazione è un’ottima cornice per festeggiare e per ricordare nel tempo un giorno importante e unico come quello del matrimonio.
Non resta che visitarlo e sognare letteralmente ad occhi aperti!