Voglia di Cinema! – I consigli di Massimo Arciresi
Frantz (id., Francia/Germania, 2016) di François Ozon con Pierre Niney, Paula Beer, Ernst Stötzner, Marie Gruber
Un suggestivo bianco e nero “sporcato” dal colore allorquando subentrano le emozioni (piacevoli o spiacevoli) è il più evidente accorgimento stilistico di cui si serve Ozon per riprodurre e aggiornare (e ristrutturare) il plot di un film di Lubitsch del 1932, L’uomo che ho ucciso. L’azione si svolge all’indomani della Grande Guerra, prima in Germania, dove Anna (Beer, una scoperta) fa la conoscenza di un giovanotto parigino, Adrien (Niney, già una garanzia) intento a visitare la tomba del suo fidanzato, ucciso in battaglia; la ragazza apprende della profonda amicizia tra i due e presenta lo straniero ai genitori del defunto. Dopo si va in Francia, con risvolti da mystery. False piste, verità dolorose, il “nemico” avversato dalla comunità che lo ospita: spunti a bizzeffe per un’opera elegante. E antibellica.
Oppure…
La vita possibile (Italia, 2016) di Ivano De Matteo con Margherita Buy, Valeria Golino, Andrea Pittorino, Bruno Todeschini
I film realizzati da De Matteo negli ultimi anni (in ordine di uscita Gli equilibristi, I nostri ragazzi, La bella gente) possedevano una maggiore carica drammatica. Stavolta il regista romano si affida a un piano-sequenza d’apertura di forte impatto per poi farci vivere il senso di smarrimento di un tredicenne (il promettente Pittorino) costretto a seguire la madre (Buy) in fuga dal marito violento. La meta è Torino, a casa di una vecchia amica (Golino, bravissima): ambiente angusto, facce nuove, strade inesplorate. Nessuna sorpresa “annunciata” (è un pregio). Forse stiracchiato, comunque valido.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Mi ricorda un po’ casa mia.» Michael Shannon nei panni di Elvis Presley esprime con nonchalance la sua prima impressione entrando alla Casa Bianca, dove sta per incontrare il riluttante presidente Richard Nixon (siamo nel 1970) alias Kevin Spacey per chiedergli di diventare un agente segreto “aggiunto” nel simpatico e dichiaratamente non documentato (il meeting ci fu davvero ma non se ne conoscono i contenuti) Elvis & Nixon (id., USA, 2016) di Liza Johnson.