Il dramma dei disabili in Sicilia, costretti a imbattersi contro gli innumerevoli ostacoli strutturali e contro l’indifferenza della classe politica. Riflettori sulle barriere architettoniche.
di Luca Licata
Accedere, percorrere, transitare, fruire liberamente la propria città, senza ostacoli di sorta. E’ un diritto inalienabile della persona in quanto tale, a prescindere dalle condizioni fisiche in cui si trova. Un diritto, però, che, nella realtà urbana, non è concesso a tutti. Anzi, a molti viene proprio negato. I molti cui ci riferiamo sono i disabili, o diversamente abili, più di 300 mila in tutta la Sicilia. Sono, comunque, persone che ogni giorno si imbattono contro gli innumerevoli ostacoli che sovrastano tutti i centri urbani dell’Isola. Vivono difficoltà e disagi che, chi non è colpito da disabilità, non può capire. Forse, l’unico modo per comprendere il loro dramma è immedesimarsi nel loro stesso dramma. E’ l’obiettivo che si pone ‘Il carrozzina Day’, una singolarissima iniziativa promossa dai curatori della pagina Facebook ‘Lazzaro siediti e cammina’, in collaborazione con la Fondazione Villa delle Ginestre, il Coordinamento H, il Comitato Ballarò significa Palermo, l’Asms e con il patrocinio del Comune di Palermo. Un’iniziativa che a noi sembra un tantino provocatoria. Ma la provocazione è proprio quello che ci vuole per scuotere la tranquilla coscienza di una classe politica in cui si racchiudono tutti gli handicap del mondo: cecità, sordità, paralisi, ma soprattutto handicap mentale.
E a proposito delle innumerevoli disabilità psichiche e corporee della classe amministrativa regionale, cominciamo con il dire che in Sicilia mancano del tutto i Piani organici di abbattimento delle barriere architettoniche, i cosiddetti Peba. Si tratta di strumenti finalizzati, appunto, all’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e negli edifici pubblici già esistenti. Secondo la normativa nazionale, la legge numero 41 del 1986, tutte le Amministrazioni pubbliche avrebbero dovuto dotarsi di questi strumenti e, quindi, consentire alle persone disabili di fruire la propria città, senza scontrarsi con le barriere architettoniche.
In quasi tutti i Comuni della Sicilia, la legge non è mai stata applicata.
La Regione Sicilia è stata chiamata più volte ad accertare le inadempienze da parte dei comuni siciliani nell’applicazione della normativa, con riferimento alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica che ostacola la circolazione delle persone disabili.
Occorre, come ha sempre sostenuto il Coordinamento H della Regione Siciliana, ripristinare, riempire e vincolare un apposito capitolo di spesa nel Bilancio della Regione per l’abbattimento delle barriere architettoniche pure nelle abitazioni private, consentendo ai Comuni di evadere le numerose pratiche già giacenti negli specifici uffici e di dare delle risposte certe a chi ne ha diritto.
Nel 2008 sono state individuate delle somme residue, che hanno reso possibile riempire l’apposito capitolo, in modo da consentire ai Comuni di evadere le varie pratiche che a loro erano pervenute. Due anni dopo, queste somme si sono esaurite. Dal 2010, i Comuni continuano a ricevere le domande per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non riescono ad evadere le pratiche per mancanza di erogazioni finanziarie.
Inoltre, la legge numero 13 dell’89 prevedeva la copertura, totale e/o parziale delle spese sostenute dalle persone con disabilità nelle abitazioni private e negli spazi comuni condominiali. Una normativa che prevede l’assegnazione da parte dello Stato alle Regioni delle somme per l’abbattimento degli ostacoli fisici. Le somme erogate alle Regioni venivano poi distribuite ai singoli Comuni. Per quanto riguarda specificamente la Sicilia, dal 2007, l’erogazione delle somme alle Regioni è stata interrotta per cui, da quell’anno, l’apposito capitolo della Regione Siciliana è svuotato.
La Regione Siciliana non ha mai istituito il capitolo di riferimento e, di conseguenza, le graduatorie 2009, 2010 e 2011, che per obbligo di legge sono state approvate e pubblicate, non sono state liquidate. Con una direttiva del 2011 è stata disposta ai comuni dell’Isola la sospensione dell’accoglimento delle istanze per mancanza di previsione nel bilancio regionale.