Noi siamo abituati a pensare alla malattia come assenza di salute, a una situazione di male assoluto, scindendo fra benessere e malessere, ma nella tradizione filosofica orientale la malattia è una condizione complementare all’essere che manifesta la sua reazione nella relazione con il tutto che lo circonda
I.P
Cerchiamo di illustrare cosa intendiamo, noi, ‘uomini dell’occidente civilizzato e industrializzato’ per concetto di benessere….. Sicuramente, leggendo la parole benessere, molti pensano a una situazione priva di malattie, portando inesorabilmente l’attenzione ai propri acciacchi, malumori, ecc..
Noi siamo abituati a pensare alla malattia come assenza di salute, a una situazione di male assoluto, scindendo fra benessere e malessere, ma nella tradizione filosofica orientale la malattia è una condizione complementare all’essere, che manifesta la sua reazione nella relazione con il tutto che lo circonda; una situazione di disagio è vissuta come un armonico rapportarsi con l’universo e la natura e, pertanto, come un importante campanello di allarme che avverte di fare attenzione alla propria condotta di vita. La morte non fa, comunque, paura perché parte integrante, inevitabile del ciclo vitale.
“Per noi, che viviamo in una cultura così diversa, dove il dolore è soltanto disagio – sostiene Marco Di Giovanni, istruttore e operatore shiatsu – è molto importante portare l’attenzione dei nostri clienti (uke) agli aspetti positivi ed espressivi della vitalità del proprio corpo.
Spesso arrivano da noi persone che lamentano dolori, ma noi sappiamo che lo shiatsu non è in grado di garantire un risultato, un successo. Noi – continua – non siamo terapisti e lo shiatsu non è una cura ( o almeno non lo è nei termini che conosciamo noi per definirla), che, come abbiamo visto, parte da una condivisione energetica ingovernabile. Però – sottolinea l’esperto – ha la grande capacità di portare il corpo ad ascoltare se stesso, crea una condizione di stimolo così importante che spesso le persone sentono immediatamente un qualche cambiamento, tale da far perdere di vista la ‘manifestazione’ per la quale si erano rivolti a noi”.
Diventa di fondamentale importanza la comprensione del ruolo dell’operatore shiatsu e l’entusiasmo che ognuno di noi può mettere in gioco, sapendo che la cosa affascinante di questa disciplina, è di farci divenire consapevoli di partecipare a quell’infinito e incomprensibile miracolo che è l’universo con umiltà, rispetto, passione, ma soprattutto tanto cuore.
Per concludere, leggiamo un passo tratto da Castaneda che scrive nel suo libro Gli insegnamenti di Don Juan: “… Qualsiasi via è solo una via, e non c’è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nell’ abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare… Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi, poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda…. Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente…”.
Insomma, l’operatore shiatsu deve essere una persona semplice, come semplice è ciò che fa nel rispetto di regole al di fuori della comprensione umana. Quello che conta, al di là della tecnica che predilige, è l’amore per la disciplina e per l’altro essere umano, l’entusiasmo di condividere un percorso e la consapevolezza che se tutto appartiene a tutto ed è parte del tutto come origine dal medesimo brodo primordiale, un messaggio di positività e di benessere portato in questa infinita rete universale può solo avere un ritorno di piacere e positività per noi, ma anche da trasmettere ai nostri uke.
Marco Di Giovanni
Istruttore e operatore shiatsu
Percorsi e trattamenti shiatsu.
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Telefono: 3388896855