E’ Diego Guardì il nuovo presidente di Federciclismo Sicilia, eletto nei giorni scorsi. Palermitano, classe 1967, Guardì è laureato in Tecniche della Prevenzione in ambienti e in luoghi di lavoro e ha ricoperto numerosi incarichi in ambito sportivo
di Roberto Pelos
Diego Guardì è impegnato quotidianamente nel mondo del ciclismo soprattutto giovanile, tra i fondatori del progetto Insieme in Bici rivolto alle scuole dello Zen per il recupero dei bambini a rischio ed è alla ricerca sul territorio di nuovi talenti da avvicinare al ciclismo. Collabora con le società del Palermitano nella gestione delle stesse e nel mantenimento degli atleti.
Lo abbiamo intervistato.
Presidente Guardì, lei è stato eletto per la prima volta alla guida di Federciclismo Sicilia, come si appresta ad affrontare questa nuova avventura?
“Nei prossimi anni avremo la possibilità di dar vita ad una nuova esperienza di Comitato Regionale che, ne sono convinto, potrà essere di aiuto e di supporto alle società siciliane impegnate nella promozione e nella crescita del ciclismo nella nostra regione. Ci siamo presentati con un programma ben preciso e intendiamo realizzarlo per rilanciare il ruolo della Sicilia nel mondo delle due ruote, lavoreremo per il bene comune di tutte le società siciliane e ci contorneremo, nelle varie commissioni, di persone qualificate che siano di aiuto e stimolo per il nuovo corso del ciclismo siciliano”.
Quali sono, secondo lei, le priorità sulle quali intervenire per un maggiore sviluppo del ciclismo in Sicilia?
“L’obbiettivo imminente è quello di tornare a fare utilizzare il velodromo Paolo Borsellino agli atleti. Mi farò carico con la Federazione Nazionale di avere a disposizione tutti i materiali necessari affinché i nostri ragazzi possano utilizzare l’impianto, poi cercare di far si che il ciclismo non sia sport fine a se stesso ma modo di vivere la bici come mezzo quotidiano, anche attraverso iniziative per la mobilità sostenibile e contro l’inquinamento. Con questi interventi aumenteranno società, tesserati e anche gare”.
La nostra regione ha strutture adeguate per chi vuole intraprendere questo sport?
“In Sicilia esistono due velodromi che, funzionanti, sono due fiori all’occhiello per tutti, inoltre già in regione esistono cinque scuole di avviamento al ciclismo che vanno aiutate a continuare a crescere per assorbire la richiesta di sport; unico neo, la mancanza di un piano traffico che permetterebbe di passeggiare liberamente con la bici”.
Il ciclismo, a parer suo, attira le nuove generazioni? E quali iniziative si possono portare avanti per stimolarle a praticarlo?
“Oggi c’è una gran voglia di pedalare in tutte le fasce di età tra le nuove generazioni; bisogna avviarle alle scuole di ciclismo già avviate ed alle prossime in itinere”.
Vincenzo Nibali in questi ultimi anni ha onorato al meglio la nostra regione; secondo lei chi può raggiungere in Sicilia i livelli del campione messinese?
“Il talento di un campione nasce con se, Vincenzo era un talento fin da ragazzino; comunque in Sicilia ci sono tanti piccoli talenti che potrebbero ripercorrere la carriera di Vincenzo”.
Nel 2017 tornerà il Giro di Sicilia oltre al Giro d’Italia che farà tappa nella nostra regione.
Quali iniziative avete in programma per questi importanti appuntamenti?
“Per adesso nessuna ma ci concorderemo con gli organizzatori affinché in quei due giorni si possano creare manifestazioni collaterali per ragazzi, che avrebbero un grande impatto mediatico vista la portata dell’evento”.
Abbiamo già accennato a Nibali; ci dice il nome di un altro campione del ciclismo siciliano che lei ricorda con particolare affetto?
“Ve ne dico due perché Palermitani come me: uno è Giovanni Visconti che ancora corre e l’altro è Benedetto Patellaro che ad inizi anni ‘80 ci commosse tutti con una splendida vittoria in una tappa del giro d’Italia”.