Lunedì 27 maggio si è svolto l’incontro del cantante con gli studenti della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo, ospite d’onore del corso di Comunicazione Musicale del prof. Ivano Cavallini. Più di mille gli studenti palermitani che sono accorsi alla “lezione di vita” tenuta dal “Ragazzo fortunato” per celebrare anche i suoi 25 anni di carriera
Di Beatrice Messina
“Esiste una storia, la tua storia, che non è altro che unire i puntini, e quei puntini sono ogni scelta che decidi di fare”. Con questa frase il ‘professore’ Lorenzo Cherubini, meglio conosciuto come Jovanotti, ha fatto breccia nei cuori dei più di mille studenti che, sotto il sole cocente, hanno assistito con interesse e con emozione alla ‘lezione’ del cantante, tenutasi nell’anfiteatro dell’edificio 15 di Viale delle Scienze, sede della Facoltà di Scienze della Formazione.
Il ‘ragazzo fortunato’ (come diceva il titolo di una sua celebre canzone) ha voluto incontrare i ragazzi in occasione della ricorrenza dei suoi 25 anni di carriera e per promuovere il suo ‘Backup Tour’ che arriverà a Palermo il 6 luglio.
In conferenza stampa Jovanotti ha parlato del rapporto particolare che ha con la Sicilia e, soprattutto, con Palermo: “Palermo per me coincide con un’idea di bellezza, di calore, di vacanza. Durante i primi anni della mia carriera, ho organizzato molte serate a Palermo e tornare qui è sempre un piacere. Questa terra, anche nei periodi più bui della mia carriera, mi ha accolto con calore”.
Il cantante ha anche parlato di come Palermo sia cambiata dopo le stragi di Capaci e di Via d’Amelio, raccontando come questi fatti cruciali abbiano cambiato anche la sua vita: “Subito dopo la strage di Capaci, ricordo, decisi che un pezzo della mia vita doveva cambiare: dovevo intervenire e dare una mano. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito parte di una società, avevo voglia di dire la mia, di essere chiamato in causa. Grazie a Palermo e ai palermitani è maturata la mia coscienza politico-sociale”.
Dopo il breve incontro con i giornalisti, Lorenzo ‘si è donato’ al bagno di folla di studenti che lo aspettavano. Ed è proprio con loro che ha cominciato a fare il mattatore che tutti conoscono: “Sto tenendo una ‘lezione’ con degli studenti pur non essendo laureato. La mia carriera universitaria è durata si e no due settimane, ma ho tanta vita vissuta sul campo della comunicazione”. Poi il suo messaggio ai ragazzi: “Voi siete giovani, volete capire quali risvolti avrà la vostra vita. Cosa avete dentro il vostro cuore? Si parla di un’Italia vecchia, di un’Italia piegata su sé stessa, ma questa è una versione parziale della realtà; esistono anche le vostre vite, le vostre storie e queste devono essere usate per migliorare il nostro Paese.
Non scoraggiatevi! Siate pronti ad affrontare questa sfida! La vostra generazione ha un compito che è diverso da quello che aveva la mia o quella dei miei genitori. Il vostro scoglio è un Paese bloccato e nessuno se non voi può trovare la chiave di volta. Dovete immaginare questa nostra Nazione come uscita da una guerra, proprio come mio padre che a 20 anni ha dovuto ricostruire, nel secondo dopoguerra, insieme a tanti altri, un’Italia in ginocchio. Ora si tratta di ripensare l’Italia con le vostre capacità. Ora tocca a voi!”.