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A Roberto Andò il Premio Campiello Opera prima

di Redazione

Sabato 1 settembre si svolgerà la 50esima edizione del  Premio Letterario Campiello.  La kermesse finale della rassegna 2012 andrà in scena al Gran Teatro La Fenice di Venezia,  con la cerimonia di premiazione del vincitore, trasmessa anche su Rai 1.  

 

Durante la serata verrà assegnato il Premio Campiello Opera Prima a Roberto Andò per il romanzo Il trono vuoto, edito da Bompiani.

“Un gran bel romanzo, soprattutto perché si riscontra una profonda felicità nell’averlo scritto: felicità che si trasmette al lettore. Un libro godibile e nello stesso tempo – un piccolo miracolo – un romanzo impegnato, o come si usava dire una volta, un romanzo di impegno civile, che è fatto di equivoci, di persone che scompaiono e ricompaiono, di amori fugaci, di incontri, ma i cui protagonisti si occupano di una materia di cui non si parla mai nei romanzi italiani: la politica.”  Andrea Camilleri, Il Sole24 Ore“Un intreccio esilarante, con colpi di scena che oscillano fra Pirandello e Dario Fo.” Chiara Valentini, L’Espresso“Andò ci riconsegna la possibilità di una letteratura nutrita di pensiero, nel segno di una riunione fra pensiero e denuncia.” Valerio Magrelli, La Repubblica“Avviene in un delicato passaggio il trauma linguistico che risolve e vale l’intero romanzo. Il filosofo presunto pazzo non balbetta, parla. E lo fa usando una lingua desueta per la politica.” Paolo Fallai, Il Corriere della Sera“L’ambizione di Roberto Andò è di offrirci il grande romanzo contemporaneo sulla inafferrabile politica italiana di questi anni. E’ riuscito Andò nel suo intento? In buona parte sì.” Filippo la Porta, Il Messaggero“Un romanzo forse straordinario, certamente inatteso e di goduriosa lettura”  Angelo Guglielmi, Tuttolibri – La Stampa“ Se ha scelto la politica per riflettere sui livelli di massima adulterazione della contemporaneità, Andò non poteva fare meglio. Con esiti di vera bravura” Massimo Onofri, L’AvvenireRoberto Andò, Il trono vuoto
Bompiani, Collana Narratori italiani, Pagine 234, Prezzo € 17.00

Andò racconta un problema all’ordine del giorno dell’Italia di oggi: la crisi del maggiore partito d’opposizione, il calo dei consensi, le possibili alternative. Il trono vuoto è una fuga visionaria nel cuore malato della politica italiana, nella sua latitanza. Il segretario del partito, Enrico Oliveri, dopo un annuncio catastrofico di sondaggi d’opinione, d’improvviso scompare. Si è segretamente rifugiato nell’appartamento parigino dove vive la sua vecchia amica Danielle con il marito Mung, celebrato regista, e la piccola Helen, la loro figlia. A Roma, la sua eminenza grigia, Andrea Bottini e la moglie, Anna, continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. E’ Anna a evocare a questo proposito il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale segnato dalla depressione bipolare. Andrea decide di incontrarlo e ne resta talmente soggiogato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama vertiginosa di un azzardo: farne il sostituto dello scomparso. Ernani sale sul palco e parla una lingua diversa, colpisce, sorprende. Qualcuno inizia a sperare di nuovo. E’ l’inizio di un misterioso e irresistibile passo a due, in cui s’intrecceranno il pubblico e il privato di un uomo politico, e a sdoppiarsi, oltre ai due segretari – il vero e il falso – saranno le loro due vite,  ambiguamente confuse nel talento, e nell’amore per la stessa donna,  in un match a distanza la cui posta in gioco è la verità e la finzione del potere. Il trono vuoto è un potente affresco sul nostro paese fermo sul ciglio del baratro, e una favola filosofica sulla rifondazione della leadership in un paese malato.  Un romanzo sulla politica – nel solco della grande tradizione letteraria dei vari Sciascia e Volponi –  su ciò che dalla politica viene rimosso, il legame con le oscurità della psiche,  il suo debito, negato, con i misteri della vita.

Roberto Andò è nato a Palermo nel 1959, è regista di teatro di prosa, lirica e cinema.  Tra i suoi film Il Manoscritto del Principe (2000), con Michel Bouquet e Jeanne Moreau, dedicato agli ultimi anni di vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa,  Sotto falso nome (2004), interpretato da Daniel Auteuil e Anna Mouglalis e Viaggio segreto (2006), ispirato al romanzo di Josephine Hurt The recostructionist, con Alessio Boni, Donatella Finocchiaro, Emir Kusturica.  In teatro ha di recente  messo in scena Il Dio della carneficina di Yasmina Reza, con Silvio Orlando, Anna Bonaiuto, Alessio Boni e Michela Cescon. Il trono vuoto è il suo primo romanzo e ha vinto il Premio Vittorini Opera Prima.

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