Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti, che si celebra il 26 giugno, intende riportare all’attenzione di tutti il grave fenomeno delle droghe che continua a costituire una vera e propria emergenza sociale.
La responsabilità della società civile
La giornata commemorativa è stata istituita dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987 e da allora si celebra ogni anno, in tutto il mondo, non solo per prevenire i problemi legati all’uso e al traffico delle droghe, ma anche per cercare di portare avanti azioni coordinate e imponenti piani di lotta contro il più distruttivo veleno del secolo. Il fenomeno delle droghe chiama in causa la responsabilità della comunità civile e nazionale perché ancora inefficaci risultano essere le iniziative culturali e sociali di prevenzione, ma soprattutto di opposizione alla droga, la più grande sfida che l’umanità intera si trovi ad affrontare. Il fenomeno delle droghe non conosce frontiere, corre veloce su tutti i meridiani e i paralleli in forme diverse, ma accomunate dallo stesso inesorabile male che le origina e le alimenta.
Per tale ragione, la tossicodipendenza continua ad essere una pericolosa minaccia per la salute pubblica in Europa e nel mondo. Ogni giorno sostanze sempre nuove e letali fanno la loro comparsa sul mercato internazionale seminando vittime di tutte le fasce d’età. Ovviamente i più esposti rimangono soprattutto i giovani, i ragazzi fragili con situazioni di disagio talvolta silente e celato che smarriscono valori, affetti e ragione, e approdano per vie diverse nel tunnel della droga. Questi ultimi diventano la fonte primaria delle organizzazioni criminali che costruiscono il traffico illecito sui mali sociali, sfruttando situazioni di malessere generazionale e sociale.
Dalla produzione allo stoccaggio
Infatti, il mercato internazionale di droghe riceve continuamente nuovi impulsi: aumentano le coltivazioni di coca in Sud America ed aumentano le richieste di droga da parte dell’Europa, che risulta essere tra i principali clienti. La maggior parte della cocaina, seconda sostanza più trafficata dopo la cannabis, proviene da Colombia, Bolivia e Perù, i tre maggiori Paesi produttori. L’area di stoccaggio, invece, è costituita da Brasile, Venezuela, area caraibica e Argentina. Questi ultimi Paesi rivestono un ruolo importante quali zone di transito per l’esportazione verso i Paesi europei e gli Stati Uniti. L’ultimo anello di questa catena della morte è costituito dalle organizzazioni criminali locali che costruiscono e rimpinguano i loro putrescenti giri di affari contaminando le comunità e partendo, ovviamente, dagli elementi più fragili già accennati prima, i giovani.
Criminalità organizzata
La camorra e Cosa nostra sono gli esempi nazionali, e non solo, più calzanti di come le organizzazioni criminali costruiscano imponenti imperi economici grazie al traffico illecito di stupefacenti. Questo è il giro vizioso che si nasconde dietro a ogni grammo di droga prima di essere consumata dalla popolazione. L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite del 2017 parla di 271 milioni di persone che hanno fatto uso di droghe. Il World Drug Report del 2019 afferma che il 5,5% della popolazione mondiale tra i 15 e i 64 anni abbia assunto sostanze stupefacenti. Sono dati drammatici anche perché sono accompagnati da altre informazioni negative.
Le patologie legate all’uso di droghe
Aumentano, infatti, malattie come l’HIV o l’epatite C e aumentano le morti legate al consumo di droghe. Continua ad essere inarrestabile il consumo di oppiacei, permane anche quello di eroina protagonista malefica degli scorsi decenni perché acquistata per pochi soldi, e si registrano sempre più spesso utilizzi non clinici di farmaci contro il dolore, ottenuti attraverso canali illegali. Il CNDDU alla luce di un quadro così drammatico a livello internazionale si sente di sostenere con forza la battaglia per la vita, combattendo le droghe devastatrici di vita. Siamo convinti che per affrontare il problema dalla giusta prospettiva sia opportuno accrescere ancora di più laconsapevolezza sul problema globale delle nuove droghe. Bisogna fare di più per fornire ai giovani, potenziali vittime, le informazioni necessarie sui pericoli delle droghe di nuova generazione. Ma non basta informare.
Il ruolo della scuola
Bisogna compiere un’azione educativa e formativa che trovi nella scuola la sua piena realizzazione. E bisogna partire dalla consapevolezza che la prevenzione e la tutela della salute passano dalla robusta porta dell’educazione. Se non si sviluppano le capacità critiche, intellettuali, etiche e morali dei nostri giovani, se non si educano i nostri giovani, qualsiasi forma di prevenzione fallisce. Questo compito spetta a noi, spetta alla scuola! Ecco perché chiediamo ai docenti della scuola italiana di I e II grado di continuare a portare avanti progetti di spessore e, in linea con il Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Miur, di utilizzare tutte le risorse possibili per prevenire e contrastare l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani. L’Hashtag della giornata è #LANTIDOTOALLADROGASIAMONOI (Noi studenti! Noi docenti!)
*Prof.ssa Rosa Manco CNDDU