A guidare le province regionali attualmente sono i commissari straordinari nominati in seguito all’abolizione delle province. Ma stando al testo che l’Assemblea Regionale Siciliana si appresta a varare, l’attività dei commissari delle Province dovrebbe continuare fino al 31 ottobre di quest’anno.
di Arianna Zito
Spieghiamo subito il perché. Nella nuova legge, il cui voto finale è previsto per domani, sono previsti i Liberi consorzi di comuni che saranno nove, dunque quante sono le province. Però, questo è un numero che potrebbe essere destinato ad aumentare se, entro i prossimi sei mesi, i comuni (partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti) riusciranno a formare nuovi enti. Entro questa data, dovrà essere approvata una legge che prevede il trasferimento delle funzioni dl vecchio al nuovo ente. Dunque, fino ad allora, le Province continueranno ad operare tramite i commissari straordinari. Una delle peculiarità di questa legge è, poi, l’istituzione delle città metropolitane di Catania, Palermo e Messina.
“E’- ha detto Antonello Cracolici, presidente della Commissione Affari Istituzionali all’ARS – la legge più tribolata vissuta nella mia esperienza all’Ars. ‘Cambiare’, in Sicilia, è ancora un verbo di difficile coniugazione. Le paure rispetto al nuovo e il sentirsi garantiti dai privilegi del passato – ha spiegato il parlamentare PD – sono i più grandi nemici dell’innovazione e del progresso, ma alla fine l’Ars licenzierà una legge, che prima in Italia, supera le Province e, prima in Italia, istituisce le ‘Città metropolitane’“.
Per il capogruppo Ncd, Nino D’Asero : “Rimangono i forti crucci sulla mancanza dell’elezione diretta degli organismi e su quella di uno strumento atto a guarire i mali endemici e secolari degli enti locali: burocrazia elefantiaca, assenza di semplificazione, qualità dei servizi”.
Su questa legge che, per essere operativa, necessita di un’altra normativa è intervenuto il capogruppo del PdS-MpA all’ARS, Roberto Di Mauro. “La verità – ha affermato – è che Crocetta resta in attesa di sapere cosa farà il Governo nazionale, le cui mosse sono però evidentemente in direzione opposta al riconoscimento di autonomia progettuale e operativa alle istituzioni locali e si muovono in direzione centrale di sfida. Ancora una volta appare in tutta la sua gravità la subalternità di Crocetta ai poteri nazionali, poco, anzi pochissimo attenti ai bisogni e ai diritti della Sicilia.”
“Una cornice vuota e senza garanzie per il futuro dei lavoratori”. E’ questa l’opinione del segretario generale di Fp Cgil Sicilia, Michele Palazzotto e di Enzo Abbinanti della segreteria regionale: “La ‘rivoluzionaria’ riforma degli enti territoriali che l’ARS si appresta ad approvare conferma soltanto la volontà di proseguire sulla strada del commissariamento, mentre su funzioni, personale ed effettivi risparmi tutto è rinviato ad un altro passaggio legislativo, a data da destinarsi: il quadro rimane, quindi, ancora molto incerto”.
“Abbiamo evitato ha detto, invece, il nuovo capogruppo dei Cinquestelle all’Ars Francesco Cappello – che questa riforma si riducesse ad uno dei soliti slogan del presidente Crocetta, disegnando un nuovo ordinamento degli Enti locali siciliani ed evitando che i liberi consorzi si traducessero in una mera replica delle province abolite”.