Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Adelaide Pellitteri: raccontare di donne per raccontare la vita

Inizia a scrivere poesie in dialetto in età tenerissima. Poi, si dà alla prosa. Adelaide Pellitteri. Una scrittrice. Una donna. E così che si racconta a L'Inchiesta Sicilia

di Patrizia Romano

E’ ancora giovanissima quando comincia a scrivere poesie in dialetto. Alcune ricevono apprezzati riconoscimenti letterari e vengono inserite nelle antologie di concorsi letterari patrocinati.
Nonostante la giovanissima età, infatti, Adelaide Pellitteri è già una scrittrice provetta.

I suoi lavori

La sua passione per la scrittura in prosa, che coltiva inizialmente da autodidatta e poi attraverso corsi di scrittura creativa, si trasforma presto nella pubblicazione di diversi racconti.
Nel 2013, inizia una vera e propria attività laboratoriale attraverso blog letterari, nei quali crede molto e ai quali si affida.
Cinque anni dopo, nel 2018, pubblica il suo primo libro, con la Casa Editrice L’Erudita. Si tratta di una raccolta di racconti che prende il titolo Donne fino a epoca contraria. Il successo è immediato. Il libro ottiene il secondo premio al concorso Nazionale Paolo Amato, edizione 2019 e si classifica terzo al Premio Cultura Edizioni del Mirto Pino Fortini, edizione 2019/21.

Con La figlia italiana, invece, Adelaide Pellitteri, è al suo primo romanzo.

Nasce a Palermo il quindici agosto del 1961

Come arriva ai suoi romanzi

I suoi lavori seguono un percorso complesso e articolato. C’è dietro un lungo lavoro di ricerca, dalla quale parte l’intera narrazione.
Ma di questo elaborato processo dal quale, magicamente, Adelaide Pellitteri crea le sue storie, mettendoci dentro i suoi personaggi, ci parla lei stessa nel corso di questa piacevole chiacchierata concessa a L’inchiesta Sicilia.

Quando scopre la vena letteraria

L’Inchiesta Sicilia – Quando scopre, per la prima volta, la sua vena letteraria?
Adelaide Pellitteri – In famiglia l’abbiamo sempre avuta, il mio bisnonno scriveva commedie e poesie dialettali. In ogni caso, a livello di fantasia, è cominciata con la lettura di Piccole donne quando ero una ragazzina (noi siamo quattro sorelle e ai tempi mi identificai con Jo), ma ha iniziato a concretizzarsi solo dopo avere letto, a poca distanza l’uno dall’altro, il romanzo Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci e le Novelle di Verga. Letture che mi hanno folgorata. Della prima autrice ho apprezzato: chiarezza, sinteticità e ritmo delle frasi; giornalista e romanziera allo stesso tempo, i suoi testi sono ricchi di informazioni veritiere e pregni di significato. Del Verga ho apprezzato il suo verismo, il modo di raccontare la drammaticità della vita, non che ami il pessimismo, ma non mi tiro indietro se c’è da guardare in faccia la sofferenza; solo le grandi difficoltà formano un uomo cambiandogli il carattere, formandolo. È questo che mi piace raccontare nei miei romanzi.

La donna protagonista


L’Inchiesta Sicilia – Tutti i suoi lavori hanno come protagoniste le donne. Donne con un passato travagliato alle spalle, che si raccontano attraverso esperienze complesse. Quanto la coinvolge raccontare le loro storie?
Adelaide Pellitteri – Molto. Sono una grande estimatrice delle donne, ma le vedo costantemente in lotta contro un’epoca sempre contraria. Per ogni conquista pagano un prezzo altissimo e, ultimamente, non se ne rende nemmeno conto.

Il passaggio dalla poesia alla prosa


L’Inchiesta Sicilia – La prima fase della sua vita letteraria è dedicata alla poesia. Si accosta alla scrittura in prosa soltanto in una fase successiva. Cosa segna questo passaggio?
Adelaide Pellitteri – Sebbene fosse già scoppiata in me la passione per la scrittura, il mio è stato un approccio timido. Sul web un giorno lessi della Casa Editrice Giulio Perrone che invitata autori a spedire racconti a tema per un’antologia (AAVV). Partecipai con un breve testo e venni inserita nella raccolta. Ciò instillò in me un minimo di fiducia. In virtù delle letture delle quali le ho detto, avevo già acquistato il corso di scrittura della Fabbri Editori SCRIVERE, che in quel periodo usciva a volumi in edicola, e iniziato a studiare con serietà e costanza seguendo passo dopo passo tutte le lezioni. Nel contempo leggevo, leggevo e leggevo romanzi di ogni genere.

I blog letterari


L’Inchiesta Sicilia – Nel 2013 entra nel mondo dei Blog letterari. Per lei, rappresentano dei veri laboratori di scrittura. Cosa può dirci in merito? Li consiglierebbe a dei giovani emergenti?
Adelaide Pellitteri – Blog e Forum sono stati il mio trampolino di lancio. Dopo anni di studio, il passaggio dalla teoria alla pratica era indispensabile. Mi mancava ancora il confronto con il lettore ed è stato proprio in questi gruppi, con le letture quotidiane, che ho potuto testare e, soprattutto, migliorare la mia scrittura. Commentare ed essere commentati costringe a leggere con attenzione ogni testo, comprenderne l’essenza, cogliere le dissonanze. La voglia di imparare per migliorarmi non si è mai fermata, per questo ho frequentato anche alcuni corsi di scrittura creativa, l’ultimo con la Scuola Holden. Alla luce della mia esperienza posso affermare che il Web offre opportunità ottime agli esordienti, ma occorre frequentarli con continuità e interagire per imparare davvero qualcosa.


Donne fino a epoca contraria


L’Inchiesta Sicilia – Il 2018 è segnato da un grande evento letterario: la pubblicazione del suo primo libro con la Casa Editrice L’Erudita, Donne fino a epoca contraria. Una raccolta di racconti con protagoniste femminili che si snodano tra vicende vissute in epoche diverse e in contesti storici socio-culturali decisamente difficili. Cosa ci raccontano le protagoniste di questa raccolta dell’universo femminile?
Adelaide Pellitteri – Che esse vivono un’evoluzione mai facile e che, oggi più che mai, stanno mettendo in crisi il loro ruolo di madri. Cosa che mi addolora moltissimo, non perché io non abbia figli, ma perché figlia sono stata e sosterrò sempre che il ruolo principale alla quale la donna non dovrebbe mai rinunciare è proprio questo (fermo restando la libertà di scelta), non tanto per il proprio figlio in sé quanto per gli uomini tutti. Ogni nuovo nato è destinato a formare la società di domani. Non credo che nessuno possa contestare il fatto che perfino chi ha il ruolo di Amministratore delegato di una grande società venga automaticamente sostituito giunta l’età del pensionamento, una madre, invece, è insostituibile.

Il ruolo di madre

Non esiste incarico più importante di questo, fa di lei un’educatrice sociale. Non voglio dire che la donna debba smettere di lavorare, non ho mai sostenuto un’eresia simile, ma vorrei che lei non perdesse il suo vero potere sul mondo ed è in questo che deve evolversi, facendo progredire l’uomo nella collaborazione, nel rispetto verso di lei. Se ci limitiamo ad assumere gli stessi ruoli dell’uomo senza un vero progetto di collaborazione non ci sarà vero progresso. Avremo solo abbandonato una postazione strategica e indispensabile per la società. Ultimamente, ascoltando e leggendo post e commenti vari, mi è sorto il timore che la parola femminismo possa prendere la stessa brutta assonanza di maschilismo; ecco, non vorrei mai che ciò accadesse. Le lotte che ci hanno tirato fuori da arretratezza e sottomissione non possono e non devono ritorcersi contro di noi. Il femminismo di oggi si sta trasformando in propaganda. La realizzazione di sé sappiamo davvero cosa sia?


La figlia italiana


L’Inchiesta Sicilia – E siamo al 2022, alle soglie della presentazione del suo ultimo romanzo: “La figlia italiana”. Ancora una volta, protagonista della storia è una donna…, anzi due. Due donne, il cui comune denominatore è il tentativo di recuperare un rapporto padre/figlia dopo la morte del padre. Quanto impegno mette la donna nel recuperare un rapporto mai vissuto?
Adelaide Pellitteri – Si dice sempre che è difficile essere genitori, ma abbiamo idea di quanto sia difficile essere figli? I coniugi, oggi, trovano solo il tempo per accontentarli, mai per amarli. Tra lavoro e mille altri impegni, li “abbandonano” ad una solitudine che li rende fragili nei sentimenti. Se poi subentra un divorzio, la cosa si complica ancora di più.

Domani capirà

Non si contesta la separazione, nessuno può giudicare, ma il problema “figlio” (in quanto uomo della società di domani) non può essere liquidato con la frase fatta “Domani capirà”. La mia protagonista avverte un vuoto incolmabile da anni. Per evitare ogni altro dolore diventa anaffettiva. È così amareggiata che l’ultimo e postumo tentativo del padre di recuperare il rapporto le sembra del tutto inutile, oltre che doloroso. Eppure, proverà a metterci tutta se stessa per colmare la distanza tra lei e i suoi genitori. Il padre, a tal fine, ha fatto un lavoro enorme, durato anni, ma riuscirà nel suo tentativo? Spero tanto che il mio romanzo porti molti genitori a riflettere.

La Sicilia dentro i suoi romanzi


L’Inchiesta Sicilia – Quanta Sicilia portano dentro i suoi racconti i personaggi dei suoi romanzi?
Adelaide Pellitteri – Ad essere onesta, non saprei dirle. Cerco di scrivere dell’universalità dei sentimenti, e spero che i miei personaggi parlino da cittadini del mondo e non da siciliani. Di fatto, però, non so staccarmi dalle mie radici; sono come sono, parlo come parlo e penso come penso perché sono cresciuta qui e, pur avendo​ visto molte meraviglie del mondo, è sempre da qui che, quando scrivo, amo guardare oltre il confine.


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