Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Alice e Giulietta Salmeri: due sorelle…di moda

di Clara Di Palermo

Tra stoffe, fili, moda e colori, la scelta di vita di due sorelle che, sebbene in maniera diversa, sono riuscite a trasformare in lavoro una grande passione, nel cuore di Palermo.
 
di Clara Di Palermo
Estro e creatività sono di casa nella famiglia Salmeri. Le sorelle Alice e Giulietta, infatti, in maniera differente, hanno fatto di una passione il loro lavoro e oggi lavorare con passione è davvero una fortuna. Percorsi differenti ma che si incrociano, col comune denominatore di una grande determinazione e con una mamma che….in qualche modo, ha avuto un ruolo in questi percorsi….lo scopriremo dopo…..
Alice Salmeri  studia design di moda a Firenze e lavora come stilista per diversi anni, presso differenti case di moda. Di lei “L’Inchiesta Sicilia” si era già occupata qualche anno fa e oggi torniamo a trovarla per farci raccontare di più. Nella sua formazione c’è anche una esperienza in Danimarca per alcuni anni. “Lì le realtà sono molto simili a questa che mi sono creata qui – ci dice -. Ho iniziato disegnando e realizzando piccoli pezzi, poi ho deciso di tornare qui a Palermo e nel 2007 ho aperto il mio primo laboratorio in via della Vetriera col marchio Mitzica che produco ancora. Due anni dopo, nel 2009, decido di trasferirmi  negli attuali locali di via Maqueda che sono di mia madre e che lei stessa mi mette a disposizione. Nasce, così, “Sartoria Maqueda”, e Mitzica resta come linea economica e più adatta a un pubblico giovane”.
  sartoria maqueda
Varcare l’ingresso della sartoria provoca emozione, si entra in un mondo fatto di stoffe, bottoni (a proposito….Alice adora i bottoni, soprattutto quelli vintage che possono diventare veri e propri accessori di un capo), pizzi, capi studiati su misura.
Ma il mercato è difficile, perché “forse anche per il momento economico – dice Alice – la clientela palermitana non è tantissima, sono moltissimi, invece, i turisti. Acquistano sia il pret-a-porter che il capo su misura: prendiamo le misure, scelgono il modello e poi lo spediamo. I palermitani, per lo più, si rivolgono a noi per rimodellare o rimodernare un capo, per le riparazioni, che facciamo anche ma non sono il nostro obiettivo”.
Il locale è molto bello, ristrutturato bene e con gusto, con un soppalco in cui si trova lo studio/ufficio di Alice, tra campioni di tessuti, bozzetti, abiti già pronti. Salendo le scale che portano all’ufficio di Alice, sulla destra, a metà della rampa, si apre lo spazio di altro laboratorio, analogo alla postazione di lavoro poco sotto. Un grande tavolo, una macchina da cucire storica, carta per modelli…”in questo spazio mi è venuta l’idea di creare un laboratorio di co-couture, un punto dove ritrovarsi per cucire insieme. La mia idea era quella che le persone potessero affittare lo spazio e le macchine da cucire per venire qui a cucire le loro cose, un’esperienza di condivisione con la quale scambiarsi competenze, idee e qualche chiacchiera”.
Ma perché non trasferire ad altri le proprie competenze? Così Alice ha organizzato dei corsi di taglio e cucito, che hanno avuto un ottimo riscontro e, negli anni, ha accolto numerosi tirocinanti, anche dell’Accademia delle Belle Arti. Per qualcuno di loro abbiamo organizzato anche piccoli eventi qui in sartoria e per uno di loro, Mattia Pazza, una volta abbiamo realizzato una vetrina animata per presentare le sue creazioni.
Mentre parliamo, lo sguardo cade su una bellissima e particolare stola esposta tra gli abiti. “E’ stata realizzata da mia sorella Giulietta. Lei tesse col telaio, a mano – precisa Alice -. Sono tessuti molto particolari e pregiati, molto apprezzati dai turisti. Ho realizzato uno spolverino utilizzando un taglio di un tessuti di mia sorella, un vero capolavoro, molto particolare, che ho presentato nel corso di una sfilata che abbiamo allestito proprio sulla strada davanti al negozio. E adesso ho in mente di realizzare un abito da sposa utilizzando un tessuto lavorato a mano da Giulietta”. Artes
A questo punto decidiamo di saperne di più e fare una chiacchierata anche con Giulietta Salmeri. Il suo laboratorio, Artes, si trova in via Alessandro Paternostro, nel cuore della vecchia Palermo. Il suo amore per il telaio nasce quasi casualmente a 20 anni. “Stavo facendo ricerche su internet per completare la tesi, col computer di mia madre che già allora, quasi 20 anni fa, aveva il collegamento a internet, lei era già avanti. Mi imbattei in una serie di telai per tessere e mi sono incuriosita. Che poi – ci dice – tutto ciò non aveva alcun nesso con la mia laurea in lingue. Da lì è nata la magia che si è trasformata in lavoro. Il mercato? Meno male che ci sono gli stranieri che acquistano!”.
Ma anche Giulietta vuole trasferire la sua arte; da diversi anni, ormai, organizza corsi per insegnare a usare il telaio e le allieve arrivano da tutta la Sicilia. “Nella nostra regione sono solo le donne a essere interessate – confida Giulietta -mentre da Roma in su ci sono molti uomini che lavorano al telaio. Da noi resistono ancora questi retaggi culturali: in Africa ad esempio, la maggior parte dei tessitori sono uomini”.
La tessitura è una vera arte, bisogna avere gusto nell’abbinare i colori, ma anche nello scegliere i giusti materiali, che Giulietta Salmeri trova sempre più difficilmente a Palermo, perché “ormai molti dei grossisti storici in città stanno chiudendo, travolti da una crisi che sta uccidendo la nostra economia. Prima c’era Allegra, giusto per citarne uno, in Piazza Sant’Anna, dove si trovavano anche materie prime più antiche, oggi sta chiudendo anche lui. Io ho bisogno di toccare il cotone, la lana….ho bisogno di sentirli sotto le dita, per questo acquistare via internet per me è più difficile”.
Certamente scegliere di seguire le proprie passioni, in questo momento, è stata una scelta coraggiosa ma affascinante, affascinante anche per il figlio di Alice che un giorno ha detto a sua madre di voler fare il suo stesso lavoro. “E che lavoro faccio io?” gli ha chiesto Alice. “Un po’ cuci e un po’ stai al pc” è stata la risposta.
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