Non sono solo le sale a chiudere: da molte estati le arene, suggestivi cinema all’aperto, sono in corso di sparizione. E la situazione non accenna a migliorare, anzi. Tanto che queste sembrano considerazioni fatte almeno tre anni fa. E magari è proprio così…
di Massimo Arciresi
Fino ad appena un ventennio fa, nonostante la diffusione dell’home video (allora si chiamavano “videocassette”), era assolutamente normale: se ti era sfuggito un film al cinema, facevi in tempo, durante la bella stagione, a recuperarlo all’arena. Certo, c’erano dei “must”, titoli imprescindibili che avevano dominato le classifiche invernali e che era saggio piazzare nei weekend “caldi”, ma non era raro imbattersi in pellicole più deboli, magari mai uscite. Bene o male, sugli espositori esterni i manifesti si avvicendavano quotidianamente, esitando solo tra sabato e/o domenica e lunedì, sicché in una sola estate sarebbe stato persino possibile trascorrere una novantina di più o meno piacevoli serate sotto le stelle, pioggia improvvisa permettendo.
Oggi è diverso. La maggior parte degli schermi all’aperto cittadini è stata smantellata, e anche in provincia, dove ogni comune balneare sfoggiava almeno un locale, le cose non vanno meglio (limitandosi ai dintorni palermitani, tra Sferracavallo, Capaci, Terrasini, Balestrate, Punta Raisi… quante chiusure!). Rimangono strenuamente in pochi, concentrandosi sui successi dei due mesi precedenti (quelli non ancora pubblicati in dvd, ovvio) e puntando ormai stancamente sulle anteprime di agosto, vivace pratica di lancio sgonfiatasi in appena un paio d’anni. Senza un sostegno o la volontà del pubblico di fruire di una consona proiezione, il fascino di quei luoghi è compromesso, non (r)esiste più, fagocitato dalle leggi di mercato. E chi ha nostalgia, se la tenga.