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All’Istituto Cervantes l’Inventario di Beatriz Ruibal

Appuntamento giovedì prossimo, 21 novembre, per l'inaugurazione dell'Inventario dell'artista spagnola Beatriz Ruibal

di Redazione

L’Istituto Cervantes di Palermo presenta la mostra Inventario. Gli oggetti ci guardano, un’esposizione ad opera della visual artist, regista e fotografa Beatriz Ruibal, che verrà inaugurata giovedì 21 novembre alle ore 18.00 nella Chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani (via Argenteria, 33) alla presenza dell’artista.

Inventario è composta da una selezione di 25 fotografie, un progetto al quale Ruibal lavora da 10 anni, che rappresentano oggetti personali appartenuti a importanti autori letterari. Tra questi Federico García LorcaZenobia Camprubí, prima traduttrice ispanica di Rabindranath Tagore, e alcuni dei vincitori del Premio Cervantes come Juan Ramón JiménezAntonio Gamoneda e María Zambrano.

Un progetto unico nel suo genere

Utilizzando un metodo quasi “archeologico” e un attento processo di ricerca, l’artista ha catturato attraverso le fotografie l’essenza di queste esistenze, permettendo allo spettatore di avvicinarsi agli universi intimi degli autori e scoprire i molteplici strati che compongono la loro eredità vitale, rivelando il legame emotivo e la trascendenza della loro eredità nel tempo. 

Beatriz Ruibal

Le opere più personali di Beatriz Ruibal rimandano l’esigenza della rappresentazione dell’assenza attraverso spazi, scenari e oggetti, concetti che sono legati alla fragilità dell’esistenza contemporanea.

La memoria

Oliva María Rubio scrive a tal proposito nel testo critico a corredo della mostra della mostra: «Nel corso degli anni Beatriz Ruibal ha creato un corpus di opere, sia fotografiche che cinematografiche, in cui evoca l’assenza e riflette sulla memoria, sull’oblio e sul ricordo. E lo fa non attraverso una narrazione chiusa ma in modo frammentario e soggettivo, scavando tra i diversi strati, perché, come sottolinea Walter Benjamin nel testo Scavo e memoria, “la memoria non può avanzare come costruzione narrativa, tanto meno come resoconto, ma deve, nel senso più strettamente epico e rapsodico, indagare in nuovi contesti e, nei vecchi, scavare ancora più a fondo”».

E aggiunge la storica dell’arte Cristina Vives: «I primi piani segnano lo stile di Inventario e la decontestualizzazione delle scene, evitando la contaminazione con altri livelli di informazione. Ruibal si concentra sulle qualità dell’oggetto stesso: dettagli, tracce del tempo, singolarità. L’oggetto è ora un soggetto fotografico e definisce la sua personalità, diventa unico e autonomo. La luce, naturale nella maggior parte dei casi o retroilluminata su tavoli luminosi in altri, conferisce quest’aura di autosufficienza a ciò che viene ritratto. La scala quasi reale di queste fotografie emula le dimensioni reali degli originali e aggiunge una forza che le rende ancora più vicine e suggestive. Abiti, scarpe, capi intimi, sono disposti imitando il movimento dell’uso: più strutturati quelli maschili, liberi e sensuali quelli femminili».

Opere per riflettere su eredità, identità ed ecologia

Nel corso della sua carriera Ruibal ha sviluppato un proprio linguaggio visivo, creando opere che invitano a riflettere su eredità, identità ed ecologia. Queste tematiche sono presenti sia nella serie Inventario (Work in Progress) che nella sua ricerca sui danni all’ambiente e sulla crisi climatica causata dall’uomo. Questo approccio le ha fatto ottenere importanti riconoscimenti come il Secondo Premio di Fotografia della Fondazione Enaire (2024) e il Premio BMW per l’Arte Digitale (2023). La sua installazione audiovisiva No lo encontraréis en los mapas, che ha rappresentato la Spagna al G20 Art Project in India (2023), è un esempio del suo impegno nel rapporto tra arte ed ecologia. Ha inoltre realizzato residenze artistiche presso la Real Academia de España a Roma (2016/2017) e presso il C3A di Cordoba (2023/2024). Il suo lavoro più recente Caída Libre è stato esposto al Panteón de los Hombres Ilustres_ Patrimonio Nacional nell’ambito di PhotoEspaña 2022.

La rassegna a Palermo fino al 31 gennaio

L’esposizione, che giunge a Palermo dopo la tappa a Budapest, rimarrà fruibile fino al 31 gennaio 2025 (da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30; venerdì dalle ore 9.30 alle 14.00). Ingresso libero.

Durante la mostra saranno organizzate visite guidate in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo e 4 laboratori (nelle date 2, 9, 16 dicembre e 13 gennaio 2025), che offriranno agli studenti delle scuole superiori un’esperienza immersiva unica per scoprire come gli oggetti degli autori spagnoli del XX secolo si trasformino in simboli e diventino occasione per una narrazione storica.

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