Il volontariato rappresenta un vero e proprio esercito, armato però, di buoni propositi verso il prossimo. Difficoltà economiche e operative di chi, ogni giorno, si spende per il prossimo a gratis
di Patrizia Romano
In un momento in cui la crisi indebolisce la compagine organica delle strutture sociali, il volontariato potrebbe rappresentare la fonte privilegiata dalla quale attingere le risorse necessarie per colmare questo grande vuoto. Il volontariato rappresenta, infatti, una fonte inesauribile di risorse umane in grado di offrire il maggiore contributo socio-economico al bene comune. Nonostante tutto, le difficoltà operative sono infinite. L’apporto di chi ogni giorno è impegnato gratuitamente nel sociale viene ridotto drasticamente da una classe politica che non riesce a cogliere le istanze di chi realizza ciò che dovrebbero fare le istituzioni, sostituendole in tutto e, per giunta, a titolo gratuito.
Eppure, lo spirito di solidarietà umana non diminuisce e il numero di volontari cresce. Il volontariato rappresenta un vero e proprio esercito, armato però, di buoni propositi verso il prossimo.
Anche la Sicilia dà al paese un notevole apporto. E in parte, lo fa attraverso il Cesvop, uno dei Centri di Servizio per il Volontariato voluti dalla legge quadro sul volontariato e che ha lo scopo di supportare, con servizi gratuiti, l’azione delle organizzazioni di volontariato, promuovendone la crescita, il consolidamento e la qualificazione. In Sicilia i Centri di Servizio sono stati istituiti nel 2001 e sono tre: il Cesvop per le provincie di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani; il Csv Etneo per Catania, Enna, Ragusa e Siracusa; il Cesv per la provincia di Messina.
Il Centro di Palermo è gestito dall’Associazione denominata Centro di servizi per il volontariato di Palermo, costituita da associazioni di volontariato e con un gran numero di nuclei base nel territorio.
Le associazioni di volontariato hanno una propria natura che li contraddistingue dalle associazioni comuni. Un’organizzazione di volontariato – spiega Alberto Giampino, direttore del Cesvop – opera esclusivamente o prevalentemente a favore di persone terze rispetto agli associati. L’attività si realizza in maniera personale, spontanea e gratuita da parte degli aderenti. Le associazioni operano, invece, a favore degli iscritti”.
Le risorse economiche alle quali le organizzazioni di volontariato possono attingere sono i contributi degli aderenti, di privati, dello stato e degli enti pubblici (per il sostegno di attività specifiche e documentate), di organismi internazionali; i rimborsi legati a determinate convenzioni; le attività commerciali e produttive (di carattere marginale) attivate per l’autofinanziamento. Ciononostante, le risorse sono decisamente esigue. “Negli ultimi anni – aggiunge Alberto Giampino – i tagli al volontariato non hanno dato tregua. Anche il reperimento di una sede presenta grossi limiti. In genere – continua Giampino – vengono assegnati beni confiscati alla mafia. Non è una gran cosa, però. Infatti, non solo la tassazione da pagare su questi beni è elevatissima, ma, spesso, ci vengono assegnati locali interamente da ristrutturare e noi non abbiamo fondi per la ristrutturazione. In poche parole, di certe sedi non ce ne facciamo niente”.
Il dialogo con le istituzioni non è facile. “A seguito del Governo Capodicasa – sottolinea il direttore – è stato annullato l’osservatorio regionale che rappresentava un luogo di concertazione tra le associazioni e le istituzioni”.
Soltanto di recente, grazie alla nomina di portavoce del coordinamento dei centri servizi siciliani per il volontariato, Ferdinando Siringo, già presidente del Cesvop, sembra si stiano ristabilendo i margini per un dialogo con le istituzioni. “L’assessore alla Famiglia e alle Politiche sociali – afferma lo stesso Siringo – ha mostrato in più occasioni una discreta disponibilità che ha gettato le basi per una concreta collaborazione”.
Tutti questi anni di vuoto e di silenzi hanno, comunque, infragilito il tessuto, riducendo all’osso i servizi. Pensiamo, per esempio, al trasporto sanitario, privo, persino, dei mezzi più indispensabili.
E’ opportuno sottolineare, comunque, che senza nulla togliere allo spirito del volontariato, tutto proteso verso il bene sociale, qualche volta, dietro mentite spoglie, si nascondono ben altri propositi di carattere speculativo.
Per il volontariato è previsto il rimborso a piè di lista con giustificativo. “Qualche volta – prosegue il presidente – questi giustificativi vengono gonfiati. “Fatta la legge, scoperto l’inganno – aggiunge costernato -. Noi nei corsi di volontariato, cerchiamo di inculcare il principio della gratuità del volontariato in senso lato, facendo passare un messaggio di solidarietà fine a se stessa. Non tutti, però, lo recepiscono”.