Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Anci Sicilia: la ricetta per salvare gli Enti Locali siciliani

Gli effetti devastanti della crisi, ha ampliato ulteriormente il divario economico tra Nord e Sud, in termini di PIL e di reddito pro-capite. Se non si troveranno delle soluzioni immediate questo divario rischia di incancrenirsi e di creare ulteriori sacche di povertà. A risentirne sono, in primo piano, gli Enti Locali, soprattutto nel Sud e in particolare in Sicilia, sempre più depauperati nel proprio ruolo amministrativo e sempre più impoveriti. Cosa occorre fare per risollevarne le sorti? Ne parliamo con Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci Sicilia

di Patrizia Romano

I Comuni siciliani versano in uno stato di criticità finanziaria che si protrae, ormai, da troppo tempo. Una situazione che tende ad incancrenirsi e che ha spinto gli stessi Enti Locali a sollecitare il Governo ad intervenire con gli strumenti normativi e finanziari utili ad arrestare questa ondata di negatività.
L’argomento al centro delle mobilitazioni dei rappresentanti dell’Anci Sicilia è stato essenzialmente la conversione del Decreto fiscale e della Legge di Bilancio 2022-2024.

L’intervento in favore dei Comuni Siciliani

E’ recente, infatti, l’intervento normativo in favore dei Comuni siciliani. Ci riferiamo allo stanziamento di 150 milioni di euro in favore di 200 Comuni con maggiore disavanzo e in situazione di emergenza.
Occorre, come sostiene il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, un ulteriore intervento normativo che preveda lo stanziamento di fondi necessari a consentire a tutti i Comuni di approvare i bilanci dei prossimi anni.

Soluzioni

Bisogna dare risposte strutturali alla crisi di sistema degli enti locali siciliani. Occorre trovare soluzioni adeguate e reali prospettive di sviluppo contro il disagio sociale e occupazionale, attraverso il lavoro, sostenendo i lavoratori.

Mario Emanuele Alvano

Ma come? A quali alchimie bisogna ricorrere? Ne parliamo con Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci Sicilia.

I precari negli Enti Locali

L’Inchiesta Sicilia – A quanto ammontano i precari degli Enti Locali siciliani?
Mario Emanuele Alvano – I precari negli Enti locali siciliani sono circa 2000 e sono collocati quasi esclusivamente negli enti in dissesto e in Piano di riequilibrio.

Il fenomeno si è ridotto drasticamente

L’Inchiesta Sicilia – Già in varie occasioni, i precedenti Governi nazionali hanno dichiarato, modificando decreti, di stabilizzare i precari degli Enti Locali siciliani. Sembra che, in realtà, le condizioni non siano cambiate granché.
Mario Emanuele Alvano – Fortunatamente il fenomeno del precariato negli ultimi anni si è ridotto drasticamente e si è passati dagli oltre 13.000 di qualche anno fa ai poco più di 2000 attuali. In considerazione del mutato contesto rispetto al tema dei precari è necessario fare un ultimo sforzo, consentendo le stabilizzazioni anche nei Comuni in condizione di criticità finanziaria che com’è noto sono sottoposti al controllo della COSFEL (Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti Locali).

Il tema delle scoperture non è legato al precariato

L’Inchiesta Sicilia – Molti Comuni, per pagare i precari, sono stati costretti a ricorrere alle scoperture di Tesoreria. Le scoperture contestate dalla Corte dei Conti. In poche parole, per pagare i debiti e pagare i precari, la maggior parte dei Comuni è stata costretta ad indebitarsi con le banche…
Mario Emanuele Alvano – Il tema delle scoperture di tesoreria è grave è molto diffuso ma non attiene direttamente al fenomeno del precariato.

I fondi erogati a favore degli Enti Locali

L’Inchiesta Sicilia – E la Regione, in tutto questo, che ruolo ha? Eroga, realmente, i fondi che si è impegnata a versare ai Comuni e, indirettamente, all’Anci Sicilia?
Mario Emanuele Alvano – Com’è noto la Regione ha previsto uno specifico Fondo con il quale ha in parte contribuito alle stabilizzazioni dei lavoratori a tempo determinato degli enti locali e alle proroghe. I fondi che vengono erogati per i lavoratori hanno, però, determinato nel tempo una ulteriore diminuzione dei trasferimenti ordinari in favore dei Comuni. I fondi, comunque, salvo ritardi dipendenti anche in alcuni casi dall’approvazione del bilancio regionale, vengono erogati agli enti locali.

La legge di Bilancio

L’Inchiesta Sicilia – I Comuni siciliani e l’Anci Sicilia chiedono al Governo un intervento normativo sulla legge di Bilancio. Un intervento, che ponga fine alla crisi di sistema degli Enti Locali dell’Isola. Come è stata accolta questa richiesta dal Governo?
Mario Emanuele Alvano – Per buona parte del 2021, l’Anci Sicilia ha portato avanti una mobilitazione finalizzata alla modifica di un quadro normativo e organizzativo che di fatto condanna la stragrande maggioranza dei Comuni dell’Isola ad una condizione di sofferenza finanziaria che influisce pesantemente sulla qualità dei servizi erogati a cittadini e imprese e sulla possibilità di dotarsi di professionalità indispensabili in questa fase in cui bisogna sfruttare le tante opportunità del PNRR. Nonostante un intervento significativo di attenzione da parte del Governo nazionale che ha portato all’erogazione di 150 milioni in favore di una buona parte dei Comuni siciliani è mancato l’intervento di carattere perequativo e strutturale invocato dalla nostra Associazione.

L’Anci Sicilia e la Cgil

L’Inchiesta Sicilia – L’Anci Sicilia ha accolto l’invito della Cgil, unendosi nelle manifestazioni rivolte al Governo per spingere la Sicilia fuori dalla crisi. Quali sono gli interventi comuni richiesti?
Mario Emanuele Alvano – Il primo intervento che richiediamo è il superamento della   crisi strutturale, finanziaria e organizzativa del sistema delle Autonomie locali dell’Isola. Ciò potrà avvenire attraverso la costituzione di un tavolo permanente di confronto fra Stato- Regione ed Enti locali siciliani che si occupi di porre in essere una riforma del sistema di Riscossione dei tributi e di attivare adeguate misure perequative.

La desertificazione dei paesi

L’Inchiesta Sicilia – Negli ultimi anni, si assiste ad uno spopolamento, soprattutto, dei piccoli paesi. Ad andare via, in particolare, i giovani. Quali azioni si stanno promuovendo a livello di Enti Locali e di Anci Sicilia per fare rimanere i giovani al Sud?
Mario Emanuele Alvano – Il tema dello spopolamento non riguarda più esclusivamente i piccoli comuni dell’entroterra, ma riguarda anche città medie e di grande dimensione e quindi complessivamente la quasi totalità delle comunità dell’Isola. Allo spopolamento si aggiunge il tema del forte deprezzamento del valore della proprietà immobiliare e il progressivo impoverimento dei presidi istituzionali economici e sociali che rendono possibile la vita nei piccoli borghi. Le azioni da mettere in campo, su un tema di tale portata, devono coinvolgere, prima ancora che gli Enti Locali, l’Unione Europea, lo Stato e la Regione siciliana, mettendo al centro le attività produttive e significativi incentivi sul piano fiscale e per le nuove assunzioni. Pensiamo che si debba riparlare di fiscalità di vantaggio per tutta l’Isola e che occorra un imponente piano di investimenti sulle infrastrutture viarie. I comuni, in tale contesto, sono pronti a fare la loro parte per valorizzare le proprie potenzialità, contribuendo a favorire la nascita di nuove imprese.

Prospettive per il 2022

L’Inchiesta Sicilia – Quali prospettive per il 2022?
Mario Emanuele Alvano – Nel 2022 sarà centrale l’utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e in tal senso ci auguriamo che si faccia di tutto per mettere gli Enti locali nelle condizioni di dotarsi di adeguate professionalità e progettualità.

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